La vastità e la complessità dell’opera letteraria di Bénézet si manifestano come un affascinante labirinto di espressione poetica e riflessione intellettuale. È un autore che sfida le convenzioni e si muove agilmente tra i vari generi letterari, dall’elegia alla prosa, dal poema drammatico ai saggi, con una maestria che lascia il lettore ammirato di fronte alla sua versatilità.
Bénézet è riconosciuto come uno dei poeti più influenti della sua generazione. I suoi scritti attraversano le frontiere delle discipline, mettendo in discussione i confini tra arte, filosofia e critica letteraria. Mai didascalica, la sua poesia è invece una forza sconvolgente che scuote le fondamenta delle convenzioni letterarie, portando con sé una ricchezza di riflessioni estetiche e filosofiche che alimentano il pensiero critico del lettore.
Fin dai suoi primi libri, l’opera di Bénézet traccia una nuova via, una strada che si snoda attraverso le influenze dei suoi incontri con figure come André Breton e Louis Aragon, ma che alla fine si afferma come un’entità profondamente singolare e originale. La sua capacità di sintetizzare e rielaborare le opere dei suoi predecessori, insieme alla sua incessante ricerca di nuove forme espressive, lo rende una figura di rilievo nella scena letteraria del suo tempo e oltre.
L’amore di Bénézet per la poesia non è solo una questione di creazione artistica, ma si manifesta anche nel suo ruolo di editore, saggista e uomo di radio. La sua dedizione alla diffusione e alla promozione della letteratura è evidente nel suo sostegno multiplo, che si estende ben oltre la sua stessa produzione poetica.
L’opera di Bénézet è un monumento alla creatività e alla profondità intellettuale, un corpus letterario che continua a esercitare un’influenza significativa su generazioni di poeti e critici letterari. La sua capacità di sfidare le convenzioni e di esplorare nuove frontiere espressive rimane una fonte di ispirazione per chiunque si avventuri nel vasto territorio della letteratura contemporanea. (R.P)
come ho detto
troppa polvere in
autunno
Andrò a dare un’occhiata con la lampada della cantina
sul balcone
qualche germoglio sotto la
neve che non è ancora caduta
la respirerò con le dita
la ferita nelle mie dita
sulle scale
3 piani di ascensore fuori servizio
il respiro del corpo il corpo è sempre più difficile
sempre più difficile l’uomo
apre la porta inclina leggermente la testa
due mani si stringono
scansione
degli occhi
reciproca
dispositivi e ricordi sono
non è la memoria a venire da me
altre pratiche mediche altre
ancora nei corridoi
luci al neon spente spente
Io sono il passaggio fantasma
cerchio dell’ultima linea
ritorna sul suo passo di abbandono
NASCITA DEL NERO ROTHKO
l’incidente attraversa il sonno
una pietra nera
su uno sfondo di neve (per esempio)
che morde la sofferenza
morde il sangue della vita
non è forse Georges Perros
la lavagna magica per
espressione di lui non so nulla
cancellare cancellare
la paura
la paura senza volto di Gérard
nella sofferenza del mattino
su un palcoscenico di freddo e gelo
prende l’uomo da cui non so nulla
per le spalle
nella mano destra tiene
una pietra nera invisibile ai
vivere
che con il suo gesto solleva
verso la nudità (il termine ora
ha un significato preciso)
ospedale