MATHIEU BÉNÉZET E LA POESIA DEL CONSUMO

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La vastità e la complessità dell’opera letteraria di Bénézet si manifestano come un affascinante labirinto di espressione poetica e riflessione intellettuale. È un autore che sfida le convenzioni e si muove agilmente tra i vari generi letterari, dall’elegia alla prosa, dal poema drammatico ai saggi, con una maestria che lascia il lettore ammirato di fronte alla sua versatilità.

Bénézet è riconosciuto come uno dei poeti più influenti della sua generazione. I suoi scritti attraversano le frontiere delle discipline, mettendo in discussione i confini tra arte, filosofia e critica letteraria. Mai didascalica, la sua poesia è invece una forza sconvolgente che scuote le fondamenta delle convenzioni letterarie, portando con sé una ricchezza di riflessioni estetiche e filosofiche che alimentano il pensiero critico del lettore.

Fin dai suoi primi libri, l’opera di Bénézet traccia una nuova via, una strada che si snoda attraverso le influenze dei suoi incontri con figure come André Breton e Louis Aragon, ma che alla fine si afferma come un’entità profondamente singolare e originale. La sua capacità di sintetizzare e rielaborare le opere dei suoi predecessori, insieme alla sua incessante ricerca di nuove forme espressive, lo rende una figura di rilievo nella scena letteraria del suo tempo e oltre.

L’amore di Bénézet per la poesia non è solo una questione di creazione artistica, ma si manifesta anche nel suo ruolo di editore, saggista e uomo di radio. La sua dedizione alla diffusione e alla promozione della letteratura è evidente nel suo sostegno multiplo, che si estende ben oltre la sua stessa produzione poetica.

L’opera di Bénézet è un monumento alla creatività e alla profondità intellettuale, un corpus letterario che continua a esercitare un’influenza significativa su generazioni di poeti e critici letterari. La sua capacità di sfidare le convenzioni e di esplorare nuove frontiere espressive rimane una fonte di ispirazione per chiunque si avventuri nel vasto territorio della letteratura contemporanea. (R.P)

 come ho detto 

 troppa polvere in 

autunno 

 Andrò a dare un’occhiata con la lampada della cantina 

sul balcone 

qualche germoglio sotto la 

neve che non è ancora caduta 

la respirerò con le dita 

 la ferita nelle mie dita 

sulle scale 

3 piani di ascensore fuori servizio 

il respiro del corpo il corpo è sempre più difficile 

sempre più difficile l’uomo 

apre la porta inclina leggermente la testa 

 due mani si stringono 

scansione 

degli occhi  

reciproca 

dispositivi e ricordi sono 

non è la memoria a venire da me 

 altre pratiche mediche altre 

ancora nei corridoi 

luci al neon spente spente 

Io sono il passaggio fantasma 

 cerchio dell’ultima linea 

ritorna sul suo passo di abbandono 

 

 

 NASCITA DEL NERO ROTHKO 

 

l’incidente attraversa il sonno 

una pietra nera 

su uno sfondo di neve (per esempio) 

 che morde la sofferenza 

morde il sangue della vita 

non è forse Georges Perros 

 la lavagna magica per 

espressione di lui non so nulla 

 cancellare cancellare 

la paura 

la paura senza volto di Gérard 

 nella sofferenza del mattino 

su un palcoscenico di freddo e gelo 

prende l’uomo da cui non so nulla 

per le spalle 

nella mano destra tiene 

una pietra nera invisibile ai 

vivere 

che con il suo gesto solleva  

verso la nudità (il termine ora 

ha un significato preciso) 

 ospedale