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Aspetti chinesiologici nel recupero del ginocchio dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore (ultima parte)

Benessere / 152

di Giuseppe Mazzocco

Il lavoro riferisce che i programmi del recupero chinesiologico possono essere più o meno “aggressivi” (alcuni Autori vogliono riportare velocemente il ginocchio operato all’attività agonistica ed altri lo vogliono consegnare gradualmente alla più normale attività del “deambulare quotidiano”).

Tutti, comunque, sono concordi sullo sviluppo della propriocettività e dell’educazione dell’equilibrio (da un lato) e della forza (dall’altro), anche se con vari tempi e diversi modi.

Si ricordano, inoltre, alcuni principi comuni: la tecnica operatoria per il posizionamento del neo-legamento rappresenta il primo fattore per determinare un buon esito finale; il ginocchio può essere sottoposto a stress subito dopo l’operazione (senza dover aspettare settimane di immobilità); l’appoggio comincia in maniera progressiva e viene combinato con esercizi isocinetici del quadricipite; si cerca di raggiungere, nelle prime quattro settimane, la completa estensione e, gradualmente, la totale flessione; gli esercizi specifici sportivi non cominciano prima del quarto mese e la riabilitazione completa viene raggiunta in non meno di un anno.

Il quarto capitolo propone il protocollo di riabilitazione che l’Autore ha realizzato praticamente, dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore, con trapianto del tendine rotuleo.

Gli obiettivi primari sono stati individuati in: recupero dell’articolarità; acquisizione del corretto schema motorio del passo; prevenzione dell’atrofia dei tessuti e apparati coinvolti; potenziamento muscolare; sviluppo della coordinazione; ripresa del gesto sportivo.

Questo capitolo è il diario puntuale del percorso riabilitativo e presenta la fase immediata post operatoria (il controllo del dolore e del versamento; la mobilizzazione passiva assistita e la mobilizzazione attiva della tibio-tarsica e dell’anca), quella di protezione (dalla dimissione alla sesta settimana) con un impegno quotidiano di oltre tre ore e con gli obiettivi che vanno dalla mobilizzazione della rotula a quella assistita da 0° a 110°, al recupero della flessione attiva fino ai 90°, al ripristino del tono muscolare ed alla deambulazione a carico totale. Molto importante, anche, l’uso di terapia fisica e della ginocchiera protettiva.

La terza fase (dalla sesta alla nona settimana) prevede l’abbandono della ginocchiera e l’aumento dell’intensità degli esercizi.

La quarta fase (dalla nona alla quattordicesima settimana) impone il recupero della flessione senza limitazioni d’ampiezza, un moderato potenziamento muscolare, il miglioramento della velocità di flesso estensione del ginocchio con l’uso di esercizi fatti in acqua, a varie altezze e con sussidi facilitanti la galleggiabilità e la resistenza al movimento.

Nella quinta fase (dal terzo al quarto mese) sono previsti i recuperi della forza e della resistenza, tramite la combinazione di esercizi isometrici, isotonici ed isocinetici.

La sesta (quinto mese) è l’ultima fase della riabilitazione vera e propria e precede il ritorno all’attività sportiva: recupero totale della forza e della resistenza muscolare, recupero della coordinazione neuromuscolare e rieducazione del gesto sportivo specifico, tramite pratica individuale.

La settima fase (dal sesto all’ottavo mese) prosegue con i lavori per l’incremento della velocità e dell’intensità degli esercizi e la piena ripresa dell’allenamento (inizialmente a gestualità controllata).

L’abilità del sistema neuromuscolare, di proteggere il ginocchio, può venire gravemente compromessa dall’affaticamento, per cui, se il lavoro dovesse essere eccessivamente pesante (in questa fase), verrebbe consigliata l’interruzione, considerando che, secondo diverse statistiche, l’affaticamento risulta essere la causa maggiore di un nuovo infortunio, dopo aver completato un razionale processo di riabilitazione.

Il lavoro, oltre alla ricchissima e molto pertinente bibliografia, è corredato da un chiarissimo atlante iconografico che illustra, in maniera significativa, i passaggi salienti dei vari “momenti terapeutici”.

Premio Nazionale ANATRIPSIS – Le culture manipolative, le scienze motorie e le aree pertinenti fra storia, metodologie applicative ed aspetti professionali – Edizione 1997.

 

 

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