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MAMMA ..Solo per te la mia canzone vola !!!

Editoriale  / 143

MAMMA …solo per te la mia canzone vola!!!

Le lacrime 2diverse” di Daniela e Angiolina

di Pierluigi Palmieri

Qualche ora fa Angelina Mango è stata proclamata vincitrice del 74° Festival di San Remo. Questa è la notizia nuda e cruda e non sarà certo chi scrive a dare un giudizio di merito sulle qualità della giovane che al momento della proclamazione ha esclamato in lacrime ” Ma siete pazzi? Graziee!”,

 In questo stesso numero  di Centralmente la Rivista (143) si parla del Festival della canzone sia nella rubrica Il Dubbio che in quella dove scegliamo i Post della settimana. Nella prima il nostro E. Di Ianni critica alcuni eccessi nella trasmissione televisiva dall’ intrusione degli spot pubblicitari alla difficoltà di ascolto da casa per la sovrapposizione degli strumenti rispetto alla voce dei cantanti. Nell’altra,alla vigilia della prima serata, l’impareggiabile Marino Bartoletti con il suo “Correva l’anno…”  ha ironizzato sulle immancabili critiche alle nuove generazioni che caratterizzano la vox populi  che profetizzava una brevissima vita professionale  per Mina, Giorgio Gaber, Gino Paoli, Adriano Celentano, Edoardo Vianello, Tony Renis,  Pino Donaggio, Little Tony,  Milva, Umberto Bindi ( correva l’anno 1961 appunto !). Il 5 febbraio Bartoletti  ha promesso che non avrebbe pubblicato alcun altro post durante il festival, di cui è indiscutibile memoria storica. Alle tre del mattino di oggi ha scritto “Credo sinceramente che Angelina abbia messo d’accordo (quasi) tutti. Una bella favola”. Proprio mentre scrivo durante la trasmissione “A Sua Immagine” su Rai1 è stato chiamato a ricordare cantanti e canzoni che in occasione del Festival precedenti hanno inviato messaggi significativi sulle problematiche sociali e sui rapporti umani, elencando gli appelli, le denunce e perfino le preghiere cantate da tanti grandi artisti. Da Iannacci a Zero, da Grignani a Barbarossa.

Ha vinto la figlia di Pino Mango, di cui ho sempre apprezzato la grande sensibilità poetica e la forza coinvolgente con cui interpretava i suoi testi. Lui e l’altro Pino, il napoletano, rimangono in cima alla lista mia personale di preferiti e certamente i “San Remo” dei loro tempi non si attagliavano al loro stile tanto da portarli al top della classifica finale. Di Angelina gli esperti hanno, sin da subito, sottolineato le grandi potenzialità e la sua vittoria sembra sia stata prevista con ampio anticipo dalla ormai dominante intelligenza artificiale. Un giornale  ha titolato addirittura “Angelina è volata più in alto dei genitori”.  

Questo è vero sotto il profilo prettamente “sanremese”, ma in questa sede mi piace evidenziare che i genitori nell’accezione più ampia del termine, ossia le mamme e i papà, quelli che in platea hanno seguito con il fiato sospeso i loro figli e quelli che sul palco hanno parlato o cantato, hanno dominato la scena senza essere in gara, arrivando direttamente al cuore di tutti.  Al cuore sono arrivati anche Giovanni Allevi, che “non potendo più contare sul suo corpo” ha promesso di suonare con la sua anima e Roberto Bolle, che nel suo “Bolero”  ha fornito del corpo un’ immagine di dinamismo statuario, molto vicino alla perfezione armonica. Bolle  ha in tante occasione ricordato e ringraziato la mamma Mariuccia, che, quando aveva sei anni, lo ha indirizzato alla danza. Genitori a cui sul palco, in due momenti diversi, quelli  a mio parere più significativi tra i significativi, una madre di nome Daniela e un padre di nome Roberto, hanno dato voce con forza. Giovambattista Cutolo, ucciso per strada per questioni di parcheggio, ha ascoltato dal cielo il grido di dolore che Mamma Daniela ha lanciato leggendo una lettera che ha fatto scorrere lacrime piene di affetto e rimpianto, miste all’indignazione per la futilità dei motivi per cui a GiòGiò è stato impedito di continuare a suonare il Corno inglese e il pianoforte.

Grazie alla tecnologia, dopo l’accorato ricordo di sua madre, l’Ariston ha offerto un saggio della sua bravura con l’orchestra che suonava dal vivo mentre sul grande schermo andava la registrazione di un suo brano.  Le lacrime di Daniela hanno subìto una metamorfosi e gli occhi  le si sono riempiti di orgoglio.  Mi piace pensare che un giorno nei sogni di Daniela appaia GiòGiò  che suona al pianoforte  e, con in testa la voce di Beniamino Gigli o magari di Claudio Villa o di Luciano Pavarotti. le sussurri “Mamma solo per te la mia canzone vola”. D’altro canto mi arriva l’eco delle parole  vocative di Roberto Vecchioni dalla cui voce traspaiono il dolore per la perdita del figlio Arrigo di 36 anni e il dramma della sclerosi multipla di Edoardo, ma anche la gioia del nonno di quattro nipotini regalatigli dalle figlie  Francesca e Carolina. A loro e ai figli di tutti noi Vecchioni  in accoppiata con un molto positivo e già maturo  “Alfa”  manda un luminoso “Sogna, Ragazzo sogna”, il cui testo integrale mi piace trascrivere qui di seguito  insieme alla lettera di Daniela al suo GiòGiò e, perché no?, a testo …“Mamma”.  

Giògiò figlio mio, amore di mamma, ti ricordi quando l’anno scorso dovevi suonare nell’orchestra sinfonica di Sanremo e io ti chiesi di venire con te? Tu mi rispondesti: mamma sei impazzita? Il bamboccio con la mammina al seguito anche mai! Ma io ero incuriosita ..volevo vedere Sanremo…mi dicevi che era bellissima sembrava Napoli con la scintilla francese…mi dicevi…sai ma’…sembra una piccola bomboniera…e poi se proprio avessi dovuto lasciare Napoli sarebbe stata l’unica città in cui ti saresti trasferito… E poi tesoro, ti ricordi quando guardavi in TV il tuo adorato maestro di corno Luca suonare al festival di Sanremo e lo guardavi con ammirazione e orgoglio…E io ti dicevo: GiòGiò, un giorno suonerai anche tu su quel palco. Beh amore mio, quel giorno è arrivato. E sai perché? Perché sei bello, dentro e fuori. Hai un modo aristocratico di stare al mondo, pratichi la gentilezza e generi bellezza intorno a te. Al contrario di chi ti ha strappato barbaramente alla vita. E proprio perché l’amore è il contrario della morte, tu stasera vivi attraverso la musica che amavi e che ti farà essere eterno. E poi perché stasera tutta Italia sta ascoltando il talento e le note del maestro Giovanbattista Cutolo. Ciao GiòGiò, ti amiamo tutti e mammarella tua non ti dimenticherà mai…”.

Daniela Cutolo

 

Sogna, Ragazzo Sogna

E ti diranno parole rosse come il sangue,
nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro

stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento
copri l’amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello
a volte passa qualcuno,
a volte c’è qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive più;
sogna, ragazzo sogna,
non lasciarlo solo contro questo mondo
non lasciarlo andare sogna fino in fondo,
fallo pure tu..

Sogna, ragazzo sogna
quando cala il vento ma non è finita
quando muore un uomo per la stessa vita

che sognavi tu

Sogna, ragazzo sogna
non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu…

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre
perché hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita

E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerà l’amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu…

Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto più;
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.

Roberto Vecchioni

MAMMA

Mamma son tanto felice
perchè ritorno da te.
La mia canzone ti dice,
che è il più bel giorno per me.
Mamma son tanto felice,
viver lontano, perchè.

Mamma,
solo per te la mia canzone vola.
Mamma,
sarai con me tu non sarai più sola.

Quanto ti voglio bene,
queste parole d’amore
che ti sospira il mio core,
forse non s’usano più.

Mamma,
ma la canzone mia più bella sei tu,
sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più.

Sento la mano tua stanca,
cerca i miei riccioli d’or.
Sento, e la voce ti manca,
la ninna nanna d’allor.
Oggi la testa tua bianca
io voglio stringere al cuor.

Testo di Bixio e Cherubini

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