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FRANCESCO OTTONELLO POETA

Francesco Ottonello (Cagliari, 1993) è un poeta e saggista. Isola Aperta (Interno Poesia 2020) ha vinto il Premio Gozzano e il Premio Internazionale Città di Como nella categoria opera prima (motivazione di Milo De Angelis). È il primo autore sardo a essere incluso nei Quaderni italiani di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni, con Futuro remoto (Marcos y Marcos 2021, pref. Paolo Giovannetti). Le sue poesie sono state tradotte in inglese, portoghese, spagnolo, greco e sono presenti in diversi volumi antologici. Come studioso si è formato in Italia (Cagliari, Milano) e all’estero (Freiburg, Leuven): si occupa prevalentemente di ricezione classica nella letteratura italiana, studi sull’eros, poesia contemporanea, Island and Archipelagic Studies. Ha pubblicato due monografie: Pasolini traduttore di Eschilo (GRIN 2018) e Franco Buffoni un classico contemporaneo. Eros, scientia e traduzione (Pensa Multimedia, 2022). Attualmente è cultore della materia in Filologia della Letteratura Italiana e dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Ha fondato e dirige www.mediumpoesia.com.

La poesia di Francesco Ottonello emerge come un viaggio complesso attraverso le profondità della temporalità e della società. Nel suo lavoro, in particolare nell’opera “Futuro remoto”, l’autore affronta con maestria la sfida di tessere insieme frammenti di pensiero, visioni biochimiche e riflessioni sociali, creando un tessuto poetico che spazia tra diverse dimensioni.

Nella sua opera precedente, “Isola aperta”, Ottonello offre al lettore un percorso apparentemente frastagliato e rischioso, ma che si svela, con il progredire della narrazione, come un racconto lucido e deciso. L’isola, come simbolo di un tempo incerto e un movimento verso la terraferma, diventa una cornice intrigante per esplorare la Milano dell’autore, quel luogo che si riduce a un semplice toponimo, incapace di contenere la complessità della sua poesia.

La figura della madre, esplorata attraverso i significati fluttuanti di “madre” e “mamma”, diventa un elemento chiave nell’isola di Ottonello, un corpo mobile che naviga attraverso traiettorie sensibili. La mancanza, al centro di questo universo poetico, assume una profondità che si radica nella sua assolutezza.

La costruzione del tempo in “Futuro remoto” si distingue per la sovrapposizione di dimensioni temporali, trasportando il lettore in una prospettiva fantascientifica. Questa visione è mediata dalle forti motivazioni sociali dell’autore, conferendo alla sua poesia un’impronta politica che si esprime attraverso la critica alla società contemporanea e alle sue pretese di possesso.

La poesia si interroga sul futuro e sulla possibilità di ridefinire il presente, nel suggerire  una coesistenza di tempi anziché una separazione netta. Ottonello, con la sua scrittura, ricerca un riscontro diretto nella realtà, rendendo la sua poesia un riflesso dell’uomo contemporaneo e delle sfide sociali ed alla fine si percepisce il vuoto di un futuro ancora sconosciuto dove le parole di Ottonello evocano un senso di attesa, di connessioni da inventare e stabilire, suggeriti anche dalla modalità in cui i collegamenti grafici nel testo li segnalano nel contribuire a creare un’esperienza di lettura in continua espansione. (R.P)

Isola aperta.

isola prima di partire
o restare, fuori di qui un grande mare
il continente che sfuma e ci smarrisce.
isola, tu dici la verità, torniamo
e i luoghi restano ancorati a nulla.
sentimi attecchire in te
accettare, ricostruirsi, ricostituire

 

da “Futuro remoto”

un tempo l’australopiteco
per ringraziare di una nuova cattura
alzava il piccolo suo verso il cielo
come me non ha memoria del nome

l’angoscia di pietre che si sfasciano
sentirsi soli, tremendamente in bilico
attende il nuovo e gli manca già tutto
l’abbraccio che stenta, non sapere morire

il vuoto è un’inutile pretesa di stare
malinconia e manicomio della specie
assenza di ritorni, espansa vita

finirà per ucciderlo e noi ancora
a un albero aggrappati
qui come a un sogno

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