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MIRAGGIO D’ESTATE?

Il dubbio / 120

MIRAGGIO D’ESTATE?

di Enea Di Ianni

 

C’è sempre tanta attesa per l’arrivo dell’estate, un’attesa che si vive nel privato e nel pubblico, nei piccoli e nei grandi centri, e che incomincia a scaldare i motori sul finire del mese di  maggio e l’avvio di giugno.

Nel privato, soprattutto in famiglia, si prova a preventivare la vacanza: individuare il contenimento dei costi riducendo servizi, rimodulando ambizioni, limitando gli extra e accorciando le distanze. Quando il quadro sembra essersi più o meno composto e pare combaciare perfettamente alla cornice, sempre grazie al  mezzo internet, si viene ad appurare che, “last-minute”, all’ultimo istante, qualcosa è venuto a cambiare per cui il piano va rimodulato.  Nel pubblico l’impegno prevede, anzitutto, la scelta della tipologia di eventi da privilegiare, poi  la verifica, attraverso contatti con agenzie di spettacolo, della disponibilità dei diversi gruppi di artisti e dei costi relativi a quelli selezionati. Una volta formalizzato l’impegno, si tratterà di provare ad incastonare tra loro e con la tradizione del luogo, come nei puzzles, la collocazione degli eventi che dovranno dare risonanza al territorio, al paese, città o borgo che sia.

Il fermento coinvolge tanti, anche chi – e non sono pochi! – non ha alcun ruolo e nessuna voce in capitolo, ma si sente in dovere, come “cittadino” del luogo, di dire la sua e farla sentire ai più, “coram populo”.

Alla fine, a fare la sintesi saranno in pochi: i cosiddetti cultori dell’arte musico-teatrale, gli acculturati di sempre, qualche sportivo da curva nord o sud che, insieme all’esperto di relazioni umane, si impegneranno, soprattutto, ad affiancare alle scelte, fatte da altri, le loro motivazioni, fittizie ma verosimili. A che serviranno?

Serviranno non solo a dare un tocco di pseudo- culturalità al tutto, ma, ancor più, a rimarcare l’impegno posto in essere e le difficoltà incontrate nel “reperire” risorse, nel “conciliare” i diversi punti di vista e nel “tener in considerazione” i gusti dell’utenza.

Insomma siamo di fronte davvero al “meglio” per qualità, per valore intrinseco e per costi, ma anche al meglio rispetto al passato e a quello – qualcuno sostiene – che saranno in grado di offrire i borghi, i paesi, la città vicina. La ciliegina sulla torta è proprio l’ultima riflessione, quella che attizza i più e tacita le rivalità politiche: primeggiare sui vicini!

Anche l’estate delle famiglie ormai non è più, come un tempo, coinvolgente per l’intero nucleo. I momenti di vacanza si rateizzano a seconda dei protagonisti e tutti vivono l’ansia del dover primeggiare, del primeggiare comunque!

Mia madre, ogni tanto, era solita ripetere un detto del quale non conosco la provenienza, ma ritengo fosse, un tempo, in uso nel paese: “Fàmme prime e fàmme fésse!”, vale a dire che anche l’essere primo tra gli sciocchi può essere motivo di orgoglio. Così non si sceglie la località davvero per stare meglio, la si sceglie perché, citandola tra le amicizie, susciti stupore, meraviglia e, possibilmente, senso di “inarrivabilità”. E’ un luogo da sogno che, i più, possono solamente avvicinare sognandolo!

L’estate sta finendo…” non è solo una canzone dei Righeira. difficile da dimenticare, è anche una grande verità che, nel ripetersi, non può lasciarci indifferenti perché, proprio col finire dell’estate, un altro anno, un’altra stagione della vita se ne vanno via e un anno che va, comunque lo si consideri, è un anno che non tornerà più né come esperienze, né come singoli momenti, né come somma di giorni. Un anno che va via è sempre un anno sottratto alle esperienze da fare, ai sogni da vivere, alle emozioni da provare, alle vacanze e ai cartelloni estivi da visionare.

Quest’anno ho provato  a confrontarli i cartelloni estivi dei Borghi a me vicini. Di alcuni eventi sono cambiati soltanto i nomi. Quella che una volta era la “Notte bianca” si è andata colorando diventando rosa, rossa, perfino nera. Ancora una volta l’hanno fatta da padrone le “Sagre paesane”, vetrine, mangerecce, delle specialità del luogo.

Davvero un’ istigazione a peccare di gola anche se la musica si somigliava molto. Forse non era proprio la stessa, ma molto simile come, similmente, sembravano essersi accordati, fra loro, i prezzi facendo diventare l’evento non più per famiglie, ma per “singols” e proprio per i costi. Qualche tentativo di mescolare il sacro col profano non è mancato, come pure si è tentato di vendere per arrosto del semplice fumo.

Di bello ci sono state diverse contaminazioni, ben riuscite, di teatro all’aperto, di musica di movimento e animazione, col ritorno ai percorsi montani, ai concerti tra il verde. Ci sono state tante rivisitazioni di tradizioni locali che hanno incentivato i percorsi nei centri abitativi storici e riaperto finestre e curiosità sul passato. Va detto anche che qualche festività religiosa, di paese. è stata ombreggiata dal frastuono di musiche più idonee alle esibizioni, ciondolanti, in discoteca  che alla pacatezza di una serata relax. Ancora una volta, però, è mancato l’appuntamento con l’intesa tra realtà viciniori per costruire, o almeno iniziare a costruire davvero, un dialogo socio-culturale-ricreativo  da poter contenere in un “Cartellone Estivo Unico”, capace di dare spazio e risalto  ai momenti tradizionali di ciascuna realtà locale e contornarlo, arricchendolo, con i diversi altri momenti facenti riferimento alle attrattive del momento.

Dubito che ci si arriverà presto; ho la certezza, però, che la condivisione davvero può servire a non farci perdere di vista tra vicini. E’ un miraggio?

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