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CHIEDO SCUSA, SI PUO’ DISCUTERE?

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CHIEDO SCUSA, SI PUO’ DISCUTERE?

di Mario Travaglini

Tempi spensierati quelli del 1985 quando i Righeira con una canzoncina facile facile come “L’estate sta finendo” fecero ballare mezza Italia e forse anche una parte dell’Europa. Oggi, mentre l’estate 2023 “sta finendo”, oltre ad una guerra che non accenna a risolversi, siamo di fronte ad eventi naturali che ci spingono verso la depressione e non c’è musica capace di alleviare le nostre pene. Come dimenticare la calura asfissiante, gli incendi (il più delle volte dolosi), le trombe d’aria, i temporali, le abnormi grandinate, la neve fuori stagione in zone  dove i turisti di norma trovavano frescura ? . Forse i Righeira oggi canterebbero “il clima sta cambiando”? Si unirebbero agli eco ansiosi che reputano l’uomo quale unico responsabile del cambiamento climatico o farebbero il tifo per i cosiddetti negazionisti ?. Stando ai pesi delle due tifoserie non ci sarebbe partita e la risposta sarebbe scontata: l’uomo sta violentando la natura e occorre prendere provvedimenti drastici acché  il trend del cambiamento climatico si inverta, costi quel che costi. Se si accettasse questo modo di pensare qualcuno potrebbe bellamente rovesciare il discorso e dire che chi avversa i negazionisti appartiene a quella sterminata tribù dei talebani del clima. E non se uscirebbe più. Qui di seguito voglio offrire al lettore il pezzo integrale pubblicato dal settimanale scientifico Focus nel mese di agosto perché ritengo sia una versione molto poco pubblicizzata e sottovalutata rispetto al comune sentire main stream dei cittadini. Lo scopo è di avviare un confronto civile fra persone che cercano la verità, cosa che dovrebbe  essere la  norma, per constatare che, salvo qualche cretino, nessuno nega il cambiamento climatico in atto. L’atteggiamento migliore da adottare in questo frangente dovrebbe essere quello di poter discutere liberamente intorno ad una emergenza che coinvolge tutto il pianeta, evitando di dare per scontato che sarebbero le attività umane a produrre gli squilibri climatici odierni. Tesi questa che fior di scienziati, tra i quali figurano diversi Nobel (e tra questi John Clauser  professore di fisica quantistica), ritengono non dimostrata e perciò la avversano.                                                     Ecco quanto pubblicato da Focus. Buona lettura.

Il caldo estremo non è sintomo di emergenza climatica. Parola di scienziati
Manifesto-choc su clima e transizione energetica firmato da scienziati internazionali.
Non esiste alcuna emergenza climatica, le ondate di calore erano peggiori nel passato e la transizione energetica farebbe più male che bene. Sono queste le tre tesi sostenute da Clintel-Italia, diramazione nostrana di Clintel, fondazione indipendente che si occupa di cambiamento climatico fondata nel 2019 dal professore emerito di geofisica Guus Berkhout e dal giornalista scientifico Marcel Crok.
L’EMERGENZA CLIMATICA DI ORIGINE ANTROPICA NON ESISTE
In un comunicato stampa Clintel‐Italia ha esternato la sua “preoccupazione per l’allarme che i mezzi di comunicazione stanno lanciando in ordine a una emergenza climatica di presunta origine antropica”. L’allarme, secondo Clintel-Italia, non solo sarebbe ingiustificato ma dirotterebbe l’attenzione dei policymaker non sulla prevenzione ma di “misure che, di fatto, neanche affrontano i problemi”. A firmare la nota è Uberto Crescenti, professore emerito di geologia applicata all’Università di Chieti-Pescara, e Alberto Prestininzi, ordinario all’università La Sapienza di Roma di Geologia Applicata e Rischi Geologici, già fondatore del Centro di Ricerca CERI “Previsione Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici” della Sapienza”.
L’APPELLO DI CLINTEL SULL’EMERGENZA CLIMATICA (CHE NON ESISTEREBBE)
Qualche mese fa la fondazione si è fatta promotrice di un manifesto, firmato da oltre 1500 scienziati, che sostiene che il mondo non stia vivendo un’emergenza climatica. La lettera-manifesto è stata anche inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli scienziati non negano che il clima viva dei mutamenti ma escludono che vi siano correlazioni tra le attività antropiche e l’insorgenza di manifestazioni climatiche estreme. A firmare l’appello nomi importanti dell’Accademia italiana ed europea, da Franco Prodi, professore di fisica dell’atmosfera presso l’Università di Ferrara, ad Alberto Prestininzi, ordinario all’università La Sapienza di Roma di Geologia Applicata e Rischi Geologici, uno degli ambasciatori del progetto e curatore del volume “Dialoghi sul Clima, tra emergenza e conoscenza” (edizioni Rubbettino). Tra i nomi non italiani spiccano quelli del premio Nobel per la fisica, il prof. Ivar Giaever, di Patrick Moore, Co-Founder di Greenpeace, la prof.ssa Blanca Parga Landa, dell’Universidad Politécnica de Madrid, prof. Henri A. Masson, Ingegnere chimico, Université Libre de Bruxelles, ex coordinatore di SEII (European Society of Engineers and Industrialists) e Jens Morten Hansen, University of Copenhagen, ex direttore della Danish Research Agency.
L’INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA GLOBALE DI UN GRADO NON È PREOCCUPANTE
“L’emergenza climatica che genera panico e preoccupa i più – spiega Clintel-Italia – attiene al fatto che la temperatura media globale sarebbe circa un grado superiore a quella di oltre un secolo fa. A questo fenomeno, che è naturale, e non necessariamente sgradevole, si stanno attribuendo, senza alcuna ragione scientifica, tutti gli eventi meteorologici severi e, con essi, tutti i danni che sino agli anni Ottanta erano inquadrati nelle attività di prevenzione e studiati attraverso l’analisi del rischio, dove la vulnerabilità umana era l’elemento essenziale”. Il comunicato arriva al termine di quello che il WMO (Organizzazione meteorologica mondiale) e il sistema satellitare Copernicus hanno dichiarato il luglio il più caldo mai registrato finora.
EMERGENZA CLIMATICA: LE ONDATE DI CALORE DI LUGLIO 2023
Durante la prima e la terza settimana del mese, la temperatura media globale ha temporaneamente superato la soglia di 1,5° al di sopra del livello preindustriale. Proprio la temperatura oltre la quale il riscaldamento globale viene considerato a un livello critico per il quale secondo l’Accordo di Parigi tutti i Paesi del mondo dovrebbero lavorare per mitigare la temperatura. Anche le ondate di calore che hanno interessato il nostro paese nel mese di luglio sarebbero perfettamente in linea con il clima mediterraneo. “Per esempio, si attribuiscono a codesto grado di temperatura superiore al valore di oltre un secolo fa, decessi per ondate di calore, fenomeni siccitosi, fenomeni alluvionali, e altro ancora”.
LA CALOTTA GLACIALE DELLA GROENLANDIA NON SI STA SCIOGLIENDO
Peraltro in un recente articolo pubblicato sul sito della Fondazione viene sostenuto che le notizie sullo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia sono per lo meno imprecisi. “I dati per lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, tuttavia, non ci forniscono alcuna base per una tale conclusione – si legge nell’articolo -. Il clima della Groenlandia è, proprio come il clima dell’Artico, fluttuante in onde lunghe. Entrambi hanno avuto un massimo nel 1940. La Groenlandia ha avuto di nuovo un massimo nel 2010 e l’Artico nel 2016. La temperatura in Groenlandia ha raggiunto il suo massimo nel 2010 e la perdita di massa della Groenlandia ha raggiunto il suo picco nel 2011/2012. Lo scioglimento nel decennio successivo è notevolmente inferiore a quello del decennio precedente”.
GLI OBIETTIVI DELLA FONDAZIONE CLINTEL
L’obiettivo della Fondazione Clintel è “generare conoscenza e comprensione delle cause e degli effetti del cambiamento climatico, nonché degli effetti della politica climatica”. A tal fine gli scienziati che la compongono, cercano di “comunicare in modo obiettivo e trasparente” i dati sul cambiamento climatico e sulla politica climatica, “stimola un dibattito pubblico”, svolge e finanzia “la propria ricerca scientifica sui cambiamenti climatici e la politica climatica”.
LA TRANSIZIONE ENERGETICA NON È L’ARGINE ALL’EMERGENZA CLIMATICA
Sotto attacco di Clintel Italia finisce anche la transizione energetica, individuata come causa dell’innalzamento del costo dell’energia elettrica. “Coloro che suonano l’allarme hanno anche la loro ricetta: impegnare trilioni di euro dei contribuenti e attuare la transizione energetica, la parola magica che sarebbe la loro promessa per la soluzione dei detti problemi – scrive Clintel-Italia -. Purtroppo, è proprio la transizione energetica la vera causa dei problemi citati. Essa, perseguita ormai da oltre vent’anni, ha comportato, da un lato, l’aumento del costo dell’elettricità, circostanza che ha aumentato, tra i più deboli, il numero di persone che non possono permettersi la climatizzazione degli ambienti ove vivono o lavorano, che da sola eviterebbe non quel singolo grado in più cui il riscaldamento globale attiene, ma i 15-20 gradi in più delle ondate di calore che sempre hanno colpito in estate, oggi non più che nel passato”.
LA TRANSIZIONE ENEGETICA OSTACOLOREBBE LA PREVENZIONE
Gli scienziati spiegano, infine, che la costosa transizione energetica che promette di “combattere le conseguenze indesiderate dei fenomeni siccitosi o alluvionali” in realtà aggraverebbe queste conseguenze, “perché esse si combattono non con le installazioni di impianti eolici o fotovoltaici, come la transizione energetica pretende di fare, ma attraverso le attività di prevenzione, già indicate dalla legge sulla difesa del suolo 183/89 costruita con gli studi della commissione De Marchi”. Una prevenzione impossibile da mettere in campo se la transizione energetica continuerà a drenare le risorse per la gestione del rischio idrogeologico.

 

 

 

 

 

 

 

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