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L’Unione Europea e il Ripristino della natura

Il Limite / 116

L’Unione Europea e il Ripristino della natura

di Raniero Regni 

Gli esseri umani dipendono dalla natura: per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo – per la vita stessa. Anche la nostra economia dipende dalla natura”.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo

 Martedì 12 luglio il Parlamento Europeo ha approvato la legge sul ripristino della natura (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_22_3746). Di che si tratta? Si tratta di un documento fondamentale in cui l’Unione si impegna al ripristino degli ecosistemi naturali danneggiati dall’azione umana allo scopo di favorirne la biodiversità.  Il relatore César Luena ha dichiarato, “la legge sul ripristino della natura è un elemento essenziale del Green Deal europeo e segue le raccomandazioni e i pareri scientifici che sottolineano la necessita di ripristinare gli ecosistemi europei.

Gli agricoltori e i pescatori ne beneficeranno e verrà garantita una terra abitabile alle generazioni future”. Sì, perché si tratta di creare aree protette terrestri e marine sulla terra che in mare, e vincoli sempre più stringenti per il loro sfruttamento. Un recupero a lungo termine che nel breve obbligherà la riduzione dell’azione umana. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Questo significa anche ridurre del 50 % l’uso di pesticidi in agricoltura, la rinaturalizzazione, il reimpianto di alberi, il rinverdimento delle città o l’eliminazione dell’inquinamento per consentire il recupero della natura.

Il ripristino non preclude lattività economica ma consiste nel vivere e produrre insieme alla natura, riportando una maggiore biodiversità ovunque, anche nelle zone in cui si svolge un’attività economica, come ad esempio le foreste gestite, i terreni agricoli e le città. Gli investimenti per il ripristino della natura apportano un valore economico compreso tra 8 e 38 EUR per ogni 1 EUR speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana. Aumenta inoltre la presenza della natura nei nostri paesaggi e nella nostra vita quotidiana, con benefici dimostrabili per la salute e il benessere nonché un valore culturale e ricreativo.

Nell’ambito europeo, il 71 % dei pesci e il 60 % delle popolazioni di anfibi sono diminuiti nell’ultimo decennio. Tra il 1997 e il 2011 la perdita di biodiversità ha rappresentato una perdita annua stimata tra 3 500 e 18 500 miliardi di €. Al contrario, ogni euro speso per il ripristino frutterà un utile di almeno otto euro.

Con questa legge l’Europa si mette alla testa del cambiamento ecologico dando il buon esempio a tutto il mondo sulla strada da intraprendere per invertire la marcia che porterebbe alla distruzione del pianeta.

Naturalmente la legge prevede grandi finanziamenti per compensare le perdite di agricoltori e pescatori, favorendo al contempo una produzione biologica dal produttore al consumatore. Un altro elemento interessante della legge è, ad esempio, l’eliminazione delle barriere fluviali in modo che almeno 25 000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030. Ecosistemi sani e resilienti sono gli elementi fondamentali del nostro benessere e della nostra prosperità, che garantiscono cibo, acqua pulita, pozzi di assorbimento del carbonio e protezione contro le catastrofi naturali.

Ma, assieme alla buona notizia, andiamo a vedere i termini della sua approvazione, che appaiono invece portatori di grandi preoccupazioni per il futuro, anche politico, dell’Europa. La legge è stata approvata con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni. Una mozione per respingere in toto la proposta della Commissione non è stata approvata (312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni). I rappresentanti delle forze di maggioranza del governo italiano hanno votato contro la legge.  Che cosa vuol dire? Visto che la fine del mondo non sembra imminente, allora le forze favorevoli allo sfruttamento predatorio della natura, che chiamano sviluppo economico, e i loro prestanome politici, si preparano per una controffensiva, in Italia e in Europa. La politica europea è lungimirante, ma le forze miopi che agiscono nel nostro paese la vogliono far tornare indietro. Ed è questo che dovremo impedire, con tutte le nostre forze, sia a livello locale che a livello globale. La società civile, che è più illuminata dei suoi rappresentanti nei consigli comunali e regionali, deve far sentire la sua voce politica. A sua volta, la politica autentica, che può rappresentarla, deve far valere la sua autonomia rispetto all’economia, allo scopo di proteggere il bene comune presente e futuro.

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