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LILIANA CANO Le storie di San Francesco – FONDAZIONE FRANCESCANA D’ARTE MODERNA LILIANA CANO – ITTIRI (SS)

Sono stato uno dei numerosissimi ed affezionati allievi di Liliana Cano alla quale sono debitore del mio interesse per la pittura. Le ventidue tavole in mostra alla Fondazione Francescana intitolata a suo nome, create dalla Pittrice, sono un’opera che svela in modo chiaro e indiscutibile le coordinate lucide del suo progetto religioso ed estetico. Fin da subito, emerge l’intento di raccontare, non solo attraverso un semplice resoconto o illustrazione, con l’offrire un’interpretazione sensibile e toccante dei momenti più significativi della storia del Santo, attraverso quel linguaggio dove il disegno della scena, composta dentro il campo visivo e colorata, diventa il fil rouge che guida alla percezione dell’insieme pittorico.

In questo numero pubblichiamo integramente il commento del critico d’arte Mariolina Cosseddu (R.P.)

 LILIANA CANO Le storie di San Francesco.

di Mariolina Cosseddu

Negli anni che vanno dal 2010  al  2013  Liliana  Cano consegna alle tavole che narrano le storie di San Francesco la sua profonda fede affidata a una pittura intimamente sentita come viatico di spiritualità. Convinta di aver ricevuto un dono celeste (lo ha scritto Igino Panzino in una ideale lettera alla madre dopo la sua scomparsa) e di esercitare una innata capacità non per meriti propri ma per volontà divina, Liliana Cano ha vissuto il talento pittorico come una missione e un dovere da condividere, un compito etico accolto nella consapevolezza della sacralità dell’arte,  e non solo nei contenuti.   

Le 22 Tavole della mostra alla Fondazione Francescana rivelano, in maniera chiara e indiscutibile, le lucide coordinate del suo progetto religioso ed estetico. Appare da subito evidente l’intento primo che muove le sue mani e la sua coscienza: un racconto che non è solo racconto e neppure semplice illustrazione,  semmai una sensibilissima e toccante interpretazione dei momenti più alti della vicenda del Santo, quelli che aprono la via alla riflessione esistenziale e teologica insieme. 

Le scene della vita di Francesco appaiono quali “visioni” luminose, immagini che nascono dalla profonda conoscenza, letteraria e iconografica, della storia di un uomo che si è fatto strumento divino e incarna, agli occhi dell’artista, il modello esemplare di rettitudine e devozione. Visioni trascritte sulle tavole attraverso un linguaggio volutamente semplificato nella composizione e acceso da un cromatismo  saturo quanto trascinante, in grado di raggiungere il cuore e la mente di tutti, indipendentemente dalla formazione culturale e religiosa dei destinatari di un messaggio di verità. La poderosa strutturazione segnica, il simbolismo del colore, i piani fortemente ravvicinati, il dominio del soggetto nello spazio, sono le più immediate modalità compositive che Liliana Cano mette in atto sostenuta da un vitale proposito di superare i limiti dello spazio fittizio per fare, di quelle visioni, materia concreta dell’operare quotidiano. Rinuncia così a preziosismi linguistici, a elaborazioni prospettiche, a dispersioni narrative: concentra l’interesse sul “fatto” come eternamente presente, come flagranza del reale e lo impegna in un testo di chiarezza dimostrativa, exemplum che si radica nell’immaginario e alimenta la fede autentica.

 

Una pittura viva, senza dubbio, quella di Liliana Cano,  accentuata dall’insistito linearismo, piu di natura scultorea che grafica, con cui modula prospetticamente  le forme mentre esalta, con magmatiche campiture di colore, il dinamico ritmo compositivo. Ne discende una rappresentazione fatta di studiata gestualità e di intensa introspezione psicologica, di sollecitazione visiva ed emozionale trasmessa nell’enfasi espressionista di un linguaggio che non perde mai di vista gli alti obiettivi e la veridicità della Storia.   

Ne diversamente si comporta con il corpus delle opere che fanno parte del “Siracide”, il testo, detto anche l’Ecclesiastico e contenuto nella Bibbia, scritto, secondo la tradizione, da Ben Sira, prescrive le regole sapienziali che Liliana Cano impagina in tavole di sorprendente sintesi poetica. 

   

Il percorso espositivo è organizzato mediante un prologo, potremo dire, e un epilogo: precedono le storie di Francesco una bellissima Crocefissione,  con accanto l’Ascesa in cielo e, di seguito, le tavole degli Evangelisti. Fuoco centrale della mostra, in asse prospettico con l’ingresso allo spazio, l’Ultima cena e, a conclusione dell’itinerario figurale, la grande tavola dell’ Umanità. Un percorso storico e simbolico, un progetto lucido e utopico poiché affida, agli uomini tutti,  il senso più profondo del messaggio francescano. 

                                                                                            

                                                                                             

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