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Podo-Odonto-Chinesiologia(Prima parte)

Benessere / 112

Podo-Odonto-Chinesiologia(Prima parte)

di Giuseppe Mazzocco

    Il lavoro in oggetto esamina lo stretto rapporto mio-tensivo e posturale fra i diversi “volumi” dell’apparato locomotore: capo, torace, bacino ed arti inferiori.

   I contatti non sono, semplicisticamente, attivati per sola contiguità topografica dei distretti interessati (capo con torace o torace con bacino, per esempio), ma sono analizzati alla luce del concetto di “catena cinetica o cinematica”.

   Questo modo di “leggere” i “messaggi dinamici”, che mettono in contatto due parti del corpo (anche lontano fra loro), permette all’Autrice di seguire la strada che un condizionamento contratturale traccia lungo tutto il corpo.

   In questo modo, entra nel vivo del concetto generale di “podo-odonto-chinesiologia”, mettendo in relazione gli “accomodamenti posturali statici e dinamici” che avvengono all’interno della struttura del corpo umano, coinvolgendo tutto l’equilibrio, come risposta a cause che possono risiedere in una sola zona, anatomicamente anche piccola.

   Una innaturale contrattura può nascere dalla rullata non simmetrica dei piedi, attraversare (innescando altre conseguenti situazioni muscolari, di nuove condizioni mio-tensive) tutto l’apparato locomotore e “fermarsi” sui segmenti articolari della bocca, “disegnando una postura viziata”. Ciò vuol dire che un appoggio squilibrato di un piede determina una contrazione anomala dei muscoli della gamba corrispondente. Questa fa nascere una postura squilibrata del bacino, la quale determina un vizio statico-dinamico del rachide.

   Questo vizio impone un’alterazione della posizione del capo, sul piano delle spalle, con conseguente asimmetrica funzionalità del meccanismo dinamico delle articolazioni temporo-mandibolari, coinvolgendo i contatti dentali.

   Ecco, allora, che il piede è in logico rapporto biomeccanico e posturale (tramite le condizioni tensive dell’apparato di movimento) con il complesso stomatognatico: l’equilibrio morfo-funzionale del volume capo può essere condizionato da vizi posturali del rachide dorso-lombare, da modifiche d’assetto del bacino e da spinte deambulatorie asimmetriche dell’appoggio podalico.

   Al contrario, un’imprecisa chiusura delle arcate dentali può determinare, innescando una catena di contratture muscolari, un vizio di posizione del bacino o degli arti inferiori.

   L’Autrice, dopo aver esaminato le “reciproche influenze che hanno due strutture opposte come bocca e piedi”, rimarca che “le stesse non esistono in permanenza, perciò, non sempre, le patologie localizzate all’ATM (Articolazione Temporo-Mandibolare) sono la diretta conseguenza di influenze patologiche localizzate ai piedi o al bacino.

   A testimonianza di ciò, riporta dei casi studiati analiticamente, in rapporto alle relazioni fra il sistema d’appoggio e quello masticatorio, che testimoniano come alcuni problemi occlusali restino circoscritti alla sola struttura cranio-facciale, così come altri problemi podologici limitino la loro influenza negativa al segmento caviglia-piede.

   Altri casi, invece, hanno presentato chiarissime interrelazioni. Si è visto come un problema stomatognatico abbia influenzato, con un “filo diretto”, la generale espressione posturale e, quindi, l’appoggio statico e dinamico dei due piedi o come, con un meccanismo inverso, un asimmetrico appoggio dei piedi abbia condizionato (con un meccanismo posturale di tipo ascendente) tutto il rachide e la funziona masticatoria.

   Il lavoro, di seguito, riporta delle procedure d’esame del paziente affetto dalla sindrome disfunzionale posturale, ricordando il test di Meersserman, quello muscolare (therapy localization) ed altre “manovre”, che saranno usate dagli specialisti dei vari campi (odontoiatri, ortopedici, fisiatri, chinesiologi, fisioterapisti, massaggiatori, podologi, tecnici ortopedici ed altri).

   Da tutto ciò si può dedurre quanto sia importante che lo specialista conosca i concetti sopra citati e che sia preparato a saper “leggere” una postura; ad individuare localmente le contratture muscolari; a conoscere le tecniche più giuste per scollare le aderenze interfasciali e ridistribuire una tensione muscolare. Deve avere, inoltre, la capacità di fare un esame del portamento iniziale, per annotare asimmetrie posturali o squilibri gestuali; per poter organizzare, di conseguenza, la più logica azione di sbloccaggio articolare passivo o l’intervento più preciso di manipolazione delle masse muscolari, sedi di contratture.

   L’opera dell’autrice rappresenta un momento di confronto su un tema di grossa attualità, a professioni che si occupano di prevenzione e terapia di patologie dell’apparato locomotore, secondarie a vizi posturali.

(Continua con la seconda parte).

 

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