
I POSTdella Settimana / 114
Endrigo, poeta dell’amore e del dolore senza sconti
Sono molto felice che finalmente “Techetechetè” abbia dedicato una puntata monografica a Sergio Endrigo. La meritava lui, la meritava Claudia che si è battuta come una leonessa.
Fra i grandi poeti trascurati della nostra musica lui (assieme Bruno Lauzi) è stato sicuramente il più penalizzato da una memoria approssimativa e claudicante
Ero solo in casa davanti al televisore e mi sono scoperto a cantare tutte le sue canzoni. E a riscoprire, casomai ne avessi avuto bisogno, la policromìa immensa della sua “tavolozza” musicale.
Ha cantato l’amore e il dolore senza sconti: ha parlato ai bambini e alle puttane con la stessa delicatezza.
Ha pianto la sua terra martire: e, della Terra intera, ha immaginato il futuro disastroso.
Provate a fare un gioco e a selezionare la sua canzone più bella: dopo un minuto potreste già aver cambiato idea. Butto là “Io che amo solo te“, ma forse solo perché è stata la prima e mi è ancora incredibilmente “vicina”.
Ma poi se penso che Roberto Carlos è venuto apposta dall’America per esibirsi (e vincere) con lui a Sanremo, o che il Gotha della musica brasiliana si è mobilitata per cantare i suoi pezzi, o che Franco Battiato (e non solo lui) si è scomodato per reinterpretarlo, sono pronto a rinegoziare.
Ha sempre giocato con la sua presunta malinconia: personalmente non ho mai conosciuto un uomo dotato di un’ironia così grande e sottile
Abbracciando Claudia, mi piace ricordare che quando presentò il libro biografico su suo padre alla Feltrinelli di Milano vicino a lei c’erano due soli giornalisti: uno era Gianni Mura. E ho detto tutto!
(Marino Bartoletti – Facebook 27/06/2023)