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Massaggio meccanico e massaggio riflesso: filosofie e tecniche a confronto (prima parte)

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Massaggio meccanico e massaggio riflesso: filosofie e tecniche a confronto   (prima parte)

 di Giuseppe Mazzocco

 

Il lavoro affronta, direttamente e già nell’introduzione, l’argomento del confronto fra i due mondi, quando precisa che la medicina occidentale divide l’uomo dal suo problema (malattia) e guarda al sintomo per annullarlo, mentre quella orientale considera la malattia uno squilibrio energetico da ripristinare: una sofferenza di una parte della sfera emozionale.

   La medicina orientale, inoltre, prende in considerazione, oltre al corpo fisico, il corpo eterico, quello emozionale o causale e quello mentale. La salute del primo non può essere disgiunta da quella degli altri corpi “sottili”, di cui la scienza occidentale, appena oggi, riesce a dimostrane l’esistenza (per es. la foto dell’aura con la camera kirlian), ma non sempre a comprenderne la globalità unitaria.

   Il lavoro riporta, come punto orientativo e sempre nell’introduzione, un’affermazione del filosofo inglese Adam Huxley: “il fatto che un ago introdotto in un piede possa migliorare la funzione epatica appare assurdo in quanto, alla luce delle teorie comunemente accettate, non ha alcun senso. Perché mai la punta di un ago dovrebbe essere seguita da un miglioramento della funzione epatica? Il nostro modo di ragionare non ci consente di spiegarlo e, pertanto, ci rifiutiamo di ammettere che ciò possa accadere. Tuttavia, resta il fatto che il miglioramento si verifica …”.

   Il lavoro in esame, allora, invita a mettere da parte molti perché di sapore occidentale e consiglia di avvicinarsi all’altro mondo, quello orientale, con una concezione diversa dell’uomo e di alcuni concetti, a noi sconosciuti, ma di base per la filosofia orientale: “Tao”, “Yin e Yang”, “la teoria dei cinque elementi”. Concetti che vanno studiati e capiti, prima di qualsiasi approccio culturale. Concetti che, anche se in maniera sintetica, il lavoro riporta.

   La parola “Tao” (riferita da Lao-Tzu, VI secolo a.C.) in senso generale significa “cammino che mantiene l’armonia tra il nostro mondo e l’universo”. Con un significato più ristretto, evidenzia la relazione tra l’uomo e la natura, insegnando l’adattamento ai cicli naturali, senza nessuna alterazione. Il Tao, cioè, insegna un modo di vivere secondo le leggi della natura.

   Gli elementi “Yin e Yang”, invece e nella traduzione letterale degli ideogrammi relativi, rappresentano la “parte ombrosa” (Yin) e la “parte soleggiata” (Yang) di una collina o le due rive opposte di un fiume (una all’ombra ed una al sole). La luce, quindi, ed il buio; ovvero il freddo ed il calore, il negativo ed il positivo, non in senso antitetico, ma come elementi di un’unica ed inscindibile identità: il giorno si cambia in notte, la luce col buio, l’estate con l’inverno, la vita con la morte …

   Nel “Nei Ching (Canone di Medicina dell’Imperatore Giallo) si trova la seguente frase: “Yin è attivo all’interno e agisce da guardiano dello Yang. Yang, invece è attivo all’esterno e agisce come regolatore dello Yin. La giusta armonia tra i due elementi permette lo stato di salute, mentre una supremazia dell’uno sull’altro porta ad uno stato di malattia”.

   “La teoria dei cinque elementi”, come terzo concetto, nasce dall’osservazione della natura e dei fenomeni che influiscono sull’uomo; si basa sulle relazioni che intervengono sulle attività cronobiologiche e nel succedersi dei movimenti fra gli elementi stessi.

   Il legno, il fuoco, la terra, il metallo e l’acqua sono gli elementi che, connessi ad un organo di senso, ad un’emozione, ad una facoltà, ad un cibo e ad un sentimento regolano la vita con dei diversi cicli: uno costruttivo ed un altro distruttivo.

   L’Autore scende nei dettagli, con esempi di cicli positivi e negativi, per far comprendere le intime essenze tematiche delle filosofie orientali e produce, subito dopo, delle schede (brevi, ma complete) delle principali tecniche terapeutiche orientali: l’agopuntura, la moxibustione, l’auricoloterapia e l’iridologia.

   L’agopuntura, già presente nel trattato dell’“Imperatore Giallo Huang-Ti (2690 a.C.) ed in quello del medico Huang-Pu-Mi (III secolo a.C.), ha origini ben più antiche: l’uomo di Pechino e, più tardi, quello di Neanderthal usavano frammenti appuntiti di pietra o di osso per trattare la superficie del corpo a scopo terapeutico.

   La moxibustione è l’applicazione localizzata di calore (a bassa temperatura) prodotta bruciando un bastoncino di artemisia (della grandezza di una sigaretta) ad una distanza di circa 3 cm da ben determinate zone cutanee.

   Per gli stessi risultati è possibile far bruciare pezzetti di artemisia su una fettina di radice di zenzero, posto su punti cutanei precisi.

(Continua con la seconda parte)

 

 

 

 

 

 

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