HomeLa RivistaMARIO LUZI

“La poesia è sempre poesia civile, tuttavia certe reazioni agli eventi di vita associata sono delle volte prorompenti, qualche volta ho sentito il bisogno di dire la mia, questo fa parte della mia partecipazione alla vita di tutti”

Mario Luzi è stato uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo e la sua poesia rimane un’importante testimonianza della ricerca dell’uomo per la trascendenza. La sua scrittura è caratterizzata da una profonda meditazione sulla natura dell’umanità e sul suo rapporto con il divino, così come dalla sua attenzione alla bellezza del mondo naturale.

In particolare, la sua poesia esprime una tensione costante tra l’esperienza della mortalità e la ricerca dell’immortalità, e ci invita a riflettere sul senso della vita e della morte. La sua capacità di cogliere la complessità dell’esistenza umana e di esprimerla in versi intensi e coinvolgenti è straordinaria.

Luzi ha saputo reinventare la tradizione poetica italiana, dando vita a una scrittura nuova e originale che ha influenzato molti altri autori successivi. La sua poesia è anche caratterizzata da un forte impegno morale e civile, e la sua voce è stata un richiamo costante all’importanza della giustizia e della pace nel mondo.

Tra le opere più famose di Luzi ricordiamo “La barca”, “Al fuoco della controversia” e “Frasi e incisi di un canto salutare”. Ha scritto anche diverse raccolte di saggi, tra cui “Il giusto della vita” e “Il doloroso gioco dell’amore”.

Luzi è stato insignito di numerosi riconoscimenti nel corso della sua vita, tra cui il prestigioso Premio Internazionale Neustadt per la Letteratura nel 1992.

( R. Puzzu)

VITA FEDELE ALLA VITA

da “Su fondamenti invisibili “

La città di domenica
sul tardi
quando c’è pace
ma una radio geme
tra le sue moli cieche
dalle sue viscere interite
e a chi va nel crepaccio di una via
tagliata netta tra le banche arriva
dolce fino allo spasimo l’umano
appiattato nelle sue chiaviche e nei suoi ammezzati,
tregua, sì, eppure
uno, la fronte sull’asfalto, muore
tra poca gente stranita
che indugia e si fa attorno all’infortunio,
e noi si è qui o per destino o casualmente insieme
tu ed io, mia compagna di poche ore,
in questa sfera impazzita
sotto la spada a doppio filo
del giudizio o della remissione,
vita fedele alla vita
tutto questo che le è cresciuto in seno
dove va, mi chiedo,
discende o sale a sbalzi verso il suo principio…
sebbene non importi, sebbene sia la nostra vita e basta.

NON ANDARTENE

Non andartene,
non lasciare
l’eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.

LA NOTTE LAVA LA MENTE

da “Onore del vero”

Poco dopo si è qui come sai bene,
fila d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.

Nessun Commento

Inserisci un commento