MASSAGGIO SPORTIVO II

Benessere / 105

MASSAGGIO SPORTIVO II

di Giuseppe Mazzocco

 Il lavoro in esame apre la seconda parte ricordando come la storia della medicina manuale non possa prescindere, essenziale per lo sviluppo successivo, dal pensiero del medico cinese Chang Chung Ching, vissuto attorno al 195 d.C., che (definito l’Ippocrate della Cina) differenziò i concetti di “yin” e “yang” e l’equilibrio di queste due forze opposte (una conservatrice ed una modificatrice) che determinano lo stato di salute. “E’ su questa convinzione che si fonda l’“arte degli aghi” o agopuntura, comparsa in Asia centrale, durante il neolitico, e praticata con punte di pietra (Pien-shih). L’idea di agire sulle strutture superficiali, per ottenere un effetto a distanza, su organi profondi e inaccessibili, non è soltanto cinese, ma solo la Cina ne ha fatto un sistema coerente e razionale … per quanto sia meno antico di quanto abitualmente si dica (inizio II secolo a.C.) … e supportato dalla facilità di affondare gli aghi metallici, molto meno dannosi e dolorosi di quelli litici (in pietra) che li avevano preceduti”.

   Oltre agli aghi, inoltre, venivano usate le dita, come mezzi per esercitare delle pressioni localizzate, sulle stesse mappe dell’agopuntura, tanto da organizzare il tipo di massaggio orientale chiamato riflesso.

   E’, comunque, del XVI secolo l’opera e gli scritti di Yang Chi-chou, soprannominato Tsi-shih o “colui che viene in soccorso al suo tempo”, che rappresentano testimonianze complete di tutto l’argomento, perché riportano, dello stesso, una parte tecnica: divisa in una clinica ed una terapeutica.

   Chou Yu-fan pubblicò, nel 1573, un manuale molto preciso e di grosso rigore tecnico di massoterapia pediatrica, con tutte le indicazioni relative alle possibili applicazioni e le fondamentali manualità usate per i trattamenti sui bambini.

   La storia del massaggio, dopo l’oscurantismo medioevale, registra dei grossi capitoli di sviluppo e di applicazione, fino ad arrivare a Pietro Enrico Ling, al Piorry, all’Estradére ed al Metzger.

   Il lavoro, nel secondo capitolo, descrive l’apparato tegumentario muscolo-tendineo ed i suoi annessi, le situazioni articolari, il significato tecnico di massaggio manuale, le sue particolarità applicative e le strutture interessate.

   Il terzo capitolo descrive gli effetti del massaggio sulla cute (azione sedativa), sulle terminazioni sensitive e sulle motorie (eccitante).

   Ricorda la migliorata nutrizione ed eliminazione dei detriti cellulari dello sfaldamento cutaneo; la regolazione della secrezione ghiandolare sebacea e sudoripara); il beneficio sulla circolazione sanguigna e linfatica (aumentata “vis a tergo” dei vasi venosi e linfatici con potenziamento dello scorrimento centripete); l’aumentata ampiezza dei lumi vasali; la liberazione di sostanze vasodilatatrici: istamina, acetilcolina e sostanze istamino-simili. Sull’apparato muscolare, il lavoro menziona la reintegrazione, col massaggio, della funzionalità contrattile; la liberazione del dolore della fatica; l’eliminazione dei metaboliti acidi; l’aumento del tono; la rimozione, a livello tendineo, degli involucri cicatriziali, capaci di limitare l’escursione articolare.

Sulle articolazioni, viene ricordato il riassorbimento dei versamenti sierosi e degli essudati patologici; sulla diuresi, l’aumento della quantità di urina e sulle feci l’incremento dell’azoto del 18%, mentre, il massaggio dell’addome, facilita la funzione intestinale e la defecazione.

   Il capitolo sulle controindicazioni è scarno, ma molto preciso: non si massaggia in caso di stati febbrili o infettivi (ascessi, foruncoli) o infiammatori; non si massaggiano le lesioni da traumi recenti (fratture, ferite, lussazioni, contusioni, stiramenti, strappi, distorsioni) e le classiche zone interdette (il cavo popliteo, il triangolo di Scarpa, la faccia interna del gomito, il seno ed i capezzoli, le varici, la faccia interna della tibia, le cartilagini d’accrescimento e, se ne siamo a conoscenza, le zone tumorali).

   Il capitolo sugli incidenti provocati dal massaggio ricorda (forse in maniera sbrigativa, ma sicuramente essenziale) che “le manovre manuali liberano, a livello di sotto cute, l’istamina (una sostanza vasodilatatrice) che può provocare lo shock istaminico; ci può essere un episodio di lipotimia (svenimento), talvolta di sincope, perché con il ritorno alla posizione ortostatica si ha un’insufficiente irrorazione sanguigna cerebrale, essendo stato il sangue drenato a livello dei muscoli e dei tessuti superficiali”.

   È bene prevenire tutto questo lasciando il paziente, alla fine del massaggio, per qualche minuto in posizione supina o girato su un fianco, facendo raccogliere le gambe verso il petto e, solo in seguito, mettendolo a sedere.

   Il capitolo settimo è dedicato al massaggio sportivo (tempi, modi, manualità) e fa da cappello al capitolo successivo (l’ottavo) su “il massaggio e i vari tipi di sport individuali (atletica leggera, ginnastica, ciclismo, nuoto, canottaggio, tennis), di squadra (calcio e basket) e da combattimento (pugilato), con le indicazioni dei singoli trattamenti.

   Il capitolo nono è dedicato al bendaggio funzionale, allo specifico ruolo di profilassi ed alle tipologie di quello post-traumatico e riabilitativo.

   Il capitolo decimo riporta, elencandoli, altri moderni indirizzi terapeutici che si accompagnano al massaggio: crioterapia, termoterapia, magnetoterapia, ionoforesi, corrente eccito-motoria, marconi terapia, radar terapia, ultrasuoni, ecc.

   Due essenziali note di conclusione chiudono il lavoro, prima del sufficiente elenco bibliografico.

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