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IL PELLEGRINAGGIO ELETTORALE PRO-TAV E LA COLLETTA DEI PAESANI PER UN AMBULANZA

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IL PELLEGRINAGGIO ELETTORALE  PRO-TAV E LA COLLETTA DEI PAESANI PER UN AMBULANZA

Appare quanto mai necessario e doveroso fornire una spiegazione logica del termine “pellegrinaggio”, in uso da secoli in tutte le parti del mondo. Tanto per effettuare un modesto esercizio scolastico, basterebbe consultare un qualsiasi vocabolario della lingua italiana per leggere: “Pellegrinaggio: pratica devota consistente nel recarsi collettivamente o individualmente a un luogo sacro per compiervi speciali atti di religione, specialmente a scopo votivo o penitenziale”. Bene. In vista della prossima tornata elettorale regionale, il Governatore dell’Abruzzo ha iniziato il suo pellegrinaggio elettorale, chiedendo la ben nota questua “votiva” agli elettori abruzzesi. Questa volta ha iniziato da due Comuni confinanti con il Lazio, Tornimparte e Scoppito, accompagnato dal suo fedelissimo”Virgilio”. Non abbiamo ben capito se si fossero immessi direttamente nell’Inferno o nel Purgatorio del divino Dante. Forse, entrambi, hanno voluto iniziare il pellegrinaggio da quelle realtà territoriali che ancora non conoscevano bene. Il pellegrino, di solito, porta in dono qualcosa al Santo, o ai Santi, a cui intende rivolgersi. Queste due Amministrazioni non sono state mai collocate in una posizione di visibilità nella memoria degli amministratori regionali. Quindi, cosa portare in dono se non ipotetiche, futuribili promesse irrealizzabili e poco concrete. “Realizzeremo la bretella di collegamento tra l’autostrada e la SS. 17”. Antico progetto della Provincia che sarebbe stato realizzato se qualcuno non avesse esautorato illegalmente le Province. Potremmo parlare di uno sviluppo turistico, ma il territorio non è rappresentato sufficientemente nei progetti regionali. “Però, noi oggi abbiamo l’asso nella manica. In futuro, molto futuro, vi faremo ascoltare il fruscio dei convogli dell’alta velocità abruzzese, senza sottoporvi ai fastidiosi sferragliamenti dei treni della TAV e senza respirare le polveri sottili che gli stessi immetterebbero nell’aria. Vivrete sufficientemente liberi e contenti di godervi la vostra solitudine”. E non è poco. Gli esiti sperati del pellegrinaggio, però, non sono stati positivi. Il sondaggio effettuato ha consigliato ai due visitatori di tirare i remi in barca, per evitare di naufragare nell’Inferno. Allora, hanno fatto ricorso alla emanazione dei soliti proclami. “La TAV si realizzerà proprio come l’ho ideata”. Francamente,vorremmo sapere come e per chi è stata ideata. Dove passerà effettivamente. Quanto costerà agli abruzzesi, a meno che sugli atti di approvazione del progetto non venga sottoscritto, con chiarezza legale, che tutte le perdite di esercizio saranno a carico degli Amministratori regionali. I costi di gestione dell’intera opera e, se possibile, in quale atto programmatico la stessa sia stata inserita con carattere di priorità. Ma, la viabilità veloce in Abruzzo già esiste. Basta vedere con quale celerità l’attuale Amministrazione abbia liquidato la spesa di ben 220.000,00 euro per nuovi benefici a favore dei nostri amministratori. Non basta. Dal momento che il progetto di salvataggio dei Comuni in via di spopolamento, con la concessione di contributi a coloro che trasferiscono la residenza in questi territori, ha fornito esiti “fallimentari”, la Regione ha riproposto il progetto con identica formula, arricchendolo di un’altra chicca: “concessione di contributi alle famiglie che daranno vita a nuove nascite”. Ma, di grazia, una sbirciatina, anche sommaria, ai dati statistici regionali non è venuta in mente a nessuno? Può darsi. Altrimenti si sarebbe accorto che l’età media dei residenti nei centri in via di spopolamento non rientra più, da tempo, nella fascia della procreatività. È stata copiata, in maniera pedissequa, una vecchia formula del ventennio. A quell’epoca dette risultati positivi. Oggi, con i chiari di luna che corrono, con la scarsa prospettiva occupazionale e con la nuova piega sociale che hanno preso i giovani nella costituzione delle famiglie, quale esito potrebbe fornire l’idea progettuale se non quello perfettamente negativo. Intanto, i Comuni, specialmente quelli montani, anziché farsi accompagnare da “Virgilio” in un fantasioso viaggio verso il Purgatorio, sono costretti a chiedere l’elemosina ai cittadini di buona volontà per fornire i servizi di assistenza basilari per la popolazione residente, al fine di non farli morire prima per la mancanza di mezzi dell’assistenza sanitaria. Forse, se esistesse veramente un serio progetto di programmazione regionale, il problema della fornitura delle ambulanze ai territori montani, materia di stretta competenza regionale, dovrebbe figurare tra i provvedimenti prioritari regionali, ancor prima della TAV. Va bene. Abbiamo capito che anche questa iniziativa dovrebbe essere volta a dare aria e respiro a due aziende fallimentari, le cui perdite di gestione sono costate, costano e costeranno ancora migliaia di euro sulle casse regionali. Francamente, l’appello lanciato dai cittadini di Castel del Monte per l’acquisto dell’ambulanza a servizio del territorio, di più Comuni per intenderci, dovrebbe far pensare. Dovrebbe scuotere l’animo e l’attenzione del Consiglio Regionale su questa tematica. La sanità è materia di competenza regionale. Anche in questo settore le carenze non mancano. Si spendono troppe risorse per una gestione manageriale che fa acqua da tutte le parti. Le strade di accesso ai nosocomi fanno pena, sono un percorso a ostacoli. Si rappezzano buche, ogni tanto, creando delle irregolarità al piano stradale peggiori delle buche. Gli ascensori non funzionano. Nessuno se ne preoccupa. Le liste d’attesa per le visite specialistiche hanno raggiunto tempi impossibili. Questi dovrebbero essere i percorsi da velocizzare, altro che la TAV regionale. Non parliamo, poi, delle attese giornaliere in Pronto Soccorso. Abbiamo visto personalmente un signore su una lettiga, posteggiato in un corridoio del Pronto Soccorso dalle dieci del mattino fino alle venti della sera, senza che nessuno si sia preoccupato di verificare le condizioni dell’utente, rimasto senza vitto, senza acqua e senza che gli sia stata rivolta una sola parola. Manca un vero e proprio criterio del sistema lavorativo. Ma, il grande manager ha ben altro da pensare. Come hanno ben altro da pensare gli Amministratori regionali, come se la materia non fosse di loro competenza. In quanto a progettualità di sviluppo, di opportunità di lavoro per i giovani, siamo collocati, dagli studiosi della materia, agli ultimi posti della classifica nazionale della crescita regionale. Siamo in via di retrocessione, con i piedi già in serie B. Servirebbe una svolta decisiva. Un colpo di genio capace, non tanto di risalire la classifica, ma di collocare la nostra regione nell’ottica dell’appetibilità, con un territorio dotato di molte potenzialità essenziali, che hanno bisogno di essere messe a disposizione degli investitori prima che sia troppo tardi. Dovremmo abbandonare il concetto con il quale, spesso, nel giudicare un’idea ci facciamo condizionare più dall’opinione altrui che non dalla vera sostanza dell’idea stessa. Non bisognerebbe mai dimenticare, poi, che nella vita l’argomento più importante è saper cogliere un’occasione. La seconda, molto più impegnativa, è capire quando lasciarla perdere. Noi abbiamo fiducia. Siamo sicuri che il Governatore saprà riflettere adeguatamente sulle decisioni da assumere nell’interesse di tutti gli elettori abruzzesi.

(Fulgo GraziosiFacebook 4 maggio 2023)

 

 

 

 

 

 

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