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Riabilitazione dell’articolazione coxo-femorale con biofeedback

Benessere / 104

Riabilitazione dell’articolazione coxo-femorale con biofeedback

di Giuseppe Mazzocco

 

   I trattamenti chinesiologici, che un operatore tecnico del mondo dello sport può realizzare per la riabilitazione dell’articolazione coxo-femorale, possono essere impreziositi e selettivamente dosati dall’uso del biofeedback.

   Questo concetto di base ha ispirato il lavoro in esame che, con un indice mirato, ha riportato i riferimenti generali e le esperienze sul campo, con l’uso di questa metodica in un trattamento chinesiologico.

   In rieducazione, il biofeedback può essere definito come la tecnica che, avvalendosi di apparecchiature elettriche ed elettroniche, rivela istantaneamente, sotto forma di segnali per lo più acustici e visivi, l’entità di una contrazione muscolare e la posizione di una articolazione o di un segmento corporeo.

   Il riscontro visivo e sonoro del biofeedback elettromiografico si è dimostrato di valido aiuto per la terapia applicata, consentendo al paziente la partecipazione attiva; stimolandogli la autovalutazione sui progressi fatti e sulle mete raggiunte ed indirizzandolo verso una sempre maggiore autonomia motoria.

   La continua osservazione, da parte del paziente, delle proprie contrazioni e decontrazioni muscolari, monitorizzate sull’apparecchio, stimola notevoli affinamenti delle capacità propriocettive, sensibilizzando, inoltre, la regolazione motoria ed il senso posturale generale.

   Il biofeedback elettromiografico non è un apparecchio riabilitativo, ma uno strumento che, associato alle terapie motorie, offre un notevole aiuto a personalizzare e far vivere in prima persona il gesto rieducativo, con una personale coscienza motoria e nel rispetto dei limiti della contrazione muscolare. Utilissimo, quindi, nel recupero riabilitativo della gestualità articolare, quando il rilevamento della risposta motoria in positivo o in negativo, generata dal paziente, avviene tramite un elettromiografo, con elettrodi a contatto.

   Il biofeedback, attraverso la segnalazione precisa ed immediata dell’errore muscolare (eccesso o deficit di contrazione), risulta essere uno strumento privilegiato per l’apprendimento del gesto, per un soggetto che abbia subito lesioni.

   La coscientizzazione e la valutazione precisa dell’errore sono molto importanti, poiché le richieste non precise per produrre movimento inducono risposte altrettanto generiche, affievolendo la traccia percettiva ed annebbiando, progressivamente, lo schema gestuale.

   Quando l’articolazione coxo-femorale presenta un lieve dolore spontaneo (sia a riposo, che nella mobilizzazione), con evidente contrattura dei muscoli adduttori e di quelli ischio-crurali, e quando si determina la necessità di recuperare la gestualità abituale (in assenze di algie localizzate) e di correggere le posture anomale, che le posizioni antalgiche hanno realizzato, è conveniente usare la tecnica del biofeedback, in associazione con i trattamenti chinesiologici e fisioterapici.

   Il lavoro in esame riporta, per la riabilitazione specifica, l’utilizzo del biofeedback elettromiografico, in associazione alla cinesiologia attiva, facendo visualizzare ed ascoltare, grazie all’emissione di alcuni segnali ottici ed altri sonori a frequenza variata, il grado personale di contrazione muscolare che si realizza durante il lavoro rieducativo.

   Il vero coinvolgimento del soggetto, nel controllo della gestualità prodotta, risulta non solo molto gratificante, ma realizza quella autovalutazione dei miglioramenti che è indispensabile per fare un bilancio funzionale finale. L’autovalutazione immediata, inoltre, permette la correzione istantanea e la riproduzione degli stessi movimenti in tempi diversi, con una personale autogestione.

   Il biofeedback incominciò ad essere usato in maniera massiccia negli anni Ottanta. Alcuni autori iniziarono ad utilizzarlo nelle riabilitazioni delle lesioni di interesse ortopedico, mentre altri, partendo dallo stesso ambito, ne sperimentarono altre possibilità.

   Usando il biofeedback risulta evidente che si aiuta a percepire ed a capire alcuni eventi fisiologici del nostro corpo ed è grazie a tale percezione che è possibile addestrare e controllare tali eventi, altrimenti involontari e non percepibili: informazioni motorie diversamente escluse dalla coscienza. L’apparecchiatura individua la presenza di una qualsiasi attività muscolare e ne permette la visualizzazione. Fornisce, inoltre, informazioni sull’attività di reclutamento delle unità motorie.

   Al trattamento rieducativo con l’uso del biofeedback segue, a chiusura razioanle della seduta, l’intervento manipolativo delle masse muscolari, col massaggio dei tegumenti da riequilibrare.

   Il lavoro presenta, ancora, capitoli sulla morfologia e la funzione dell’anca, specificandone la situazione artrosica. Segue un capitolo sul metodo operativo, con la descrizione delle fasi delle sedute e con alcuni esempi di esercizi.

   Il lavoro si chiude con un giusto atlante iconografico e con l’esposizione dei dati raccolti, da trattamenti eseguiti.

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