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Metodologie correttivo-riabilitatrici della ginnastica dedicata agli anziani

Benessere / 102

Dall’informazione sul movimento razionale al benessere consapevole: un nuovo filone, con al centro le recensioni di ricerche che hanno indagato la motricità, dalla nascita alla senescenza, per conoscere meglio un pilastro dello star bene.

Metodologie correttivo-riabilitatrici della ginnastica dedicata agli anziani

                                                                                                                                             di Giuseppe Mazzocco

  Il lavoro parte dal concetto di senilità, specificando che la stessa non deve essere incoerenza e ricordando, sempre, che il declino della funzionalità cerebrale può essere compensato da un adeguato livello di attivazione funzionale e psico-sociale, accettando le variazioni morfologiche.

   Fra i principali e più appariscenti mutamenti dell’aspetto, durante la vecchiaia, principalmente, si annotano: approfondimento delle rughe; ridistribuzione del grasso cutaneo; mutamento posturale della colonna vertebrale; ingrandimento delle articolazioni; calvizie; riduzione delle ossa facciali; callosità, ecc.

   In una classificazione più dettagliata delle condizione di questo periodo della vita, il lavoro riporta, oltre alle malattie mentali, del sistema nervoso e degli organi di senso, quelle dell’apparato digerente, locomotore ed urinario.

   La chinesiologia geriatrica, partendo da questi presupposti, studia l’uomo maturato negli anni e mira ad aiutarlo a riscoprire il proprio corpo, in coerenza con le reali possibilità psico-fisiche, l’ambiente socio-culturale in cui vive ed il rapporto sociale con gli altri, che condividono le stesse caratteristiche.

   Il movimento, ricorda il lavoro, è espressione della vita di relazione, del carattere, dei sentimenti e della pienezza funzionale del corpo. Ne consegue che una qualsiasi limitazione della piena e corretta motricità viene ad essere una riduzione dell’espressione dell’intera unità psico-sociale, causando nuove condizioni, altrettanto pesanti.

   Il lavoro, dalle analisi fatte sul campo, riporta due reazioni che caratterizzano l’inizio della terza età; da un lato si può riscontrare la cessazione, quasi totale, di qualsiasi attività, con la conseguenza di anticipare i limiti della senilità; dall’altro ci sono soggetti che “iniziano” a muoversi con regolarità, risvegliando interessi e recuperando contatti sociali dimenticati.

   E’ nell’età pre-senile che, comunque,  bisognerebbe intervenire per la “semina” degli stimoli che, quando si avrà più tempo, dovranno diventare motivo di soddisfazione motoria, psicologica e sociale.

   Il lavoro, per l’attivazione funzionale dell’unità psico-fisica geriatrica, quindi dopo la pre-senilità, riporta precise considerazioni di ordine sociale.

   Auspica, prima di tutto, di concretizzare il recupero in un ambiente che non abbia l’inquietudine della novità, perché la curiosità esplorativa deve essere realizzata, necessariamente, in un secondo tempo. Quello che l’educatore fa per frenare l’esuberanza del bambino è uguale a quello che deve fare per rendere dinamica l’apatia dell’anziano.

   L’attività motoria, svolta in gruppi di coetanei, servirà a rimuovere quelle ritrosie caratteristiche della terza età, con le diffidenze facilmente riscontrabili.

   Partendo dal concetto di movimento, il lavoro ne caratterizza l’evoluzione, ne evidenzia l’importanza, ne richiama le principali forme e ne delinea le corrette esecuzioni.

   L’importanza delle attività motorie nella fascia della pre-senilità è chiaramente esplicata nella parte centrale della ricerca, quando si riportano le indicazioni che hanno guidato la stesura dei piani di lavoro. Parlando dell’azione psico-fisica tendente alla riscoperta della corporeità, si mettono in risalto gli esercizi di mobilizzazione, di postura, di educazione respiratoria, di socializzazione ludica, senza mai dimenticare che il soggetto è l’uomo, con la propria età.

   Quando il soggetto-uomo già avvisa una primitiva diminuzione delle capacità quali-quantitative a compiere movimento, la fase  presenile è già caratterizzata. La presa di coscienza delle diminuite capacità dinamiche è un punto fisso della chinesiologia geriatrica.

   Perché l’uomo possa rimuovere le opacità motorie bisogna che le conosca, che non le passi sotto silenzio perché, tra l’altro, sono le stesse che condizionano anche quelle espressioni che hanno, ancora, vivacità integra.

   Il lavoro evidenzia gli ostacoli applicativi che nascono dalla difficoltà a perimetrare obiettivamente la situazione reale dalla incompleta disponibilità a muoversi senza inibizioni.

   Vengono riportati i dati dell’esperienza fatta, con più gruppi di anziani, partendo dai motivi ispiratori; illustrando i diversi piani di lavoro e specificando i motivi che li hanno resi differenti.

   Molto precisa è l’analisi dei risultati e vaste la bibliografia e l’iconografia.

 

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