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Equilibrio e ginnastica artistica

Benessere / 98

Dall’informazione sul movimento razionale al benessere consapevole: un nuovo filone, con al centro le recensioni di ricerche che hanno indagato la motricità, dalla nascita alla senescenza, per conoscere meglio un pilastro dello star bene.

Equilibrio e ginnastica artistica

   La ricerca si essenzializza attorno a tre motivi, per altro molto ben collegati tra di loro.

   Nella prima parte sono evidenziati, oltre alle definizioni anatomo-fisiologiche dell’equilibrio, le attività dello stesso, le attitudini, i rapporti del centro di gravità, il sistema vestibolare, l’espressione posturale ed i rapporti fra peso e leva. E’ la parte che predilige gli aspetti fisico-balistici, di analisi essenziale e di connessioni fra equilibrio e stabilità; fra geometria e valutazioni quantitative dell’equilibrio steso; le relazioni fra le forze che lo governano, fra le situazioni di instabilità e la varietà delle espressioni posturali.

   La seconda parte introduce l’equilibrio dal punto di vista della sua strutturazione nei soggetti più giovani. La ricerca ha un evidente indirizzo metodologico e didattico, sviluppando l’approccio al problema dell’equilibrio posturale ed alla sua educazione: l’equilibrio e la coordinazione nei bambini di cinque anni; l’equilibrio statico, il dinamico, lo statico-dinamico e gli esercizi di equilibrio.

   La terza parte è, chiaramente, applicativa ed indirizzata alla verifica dell’educazione dell’equilibrio, con una razionale pratica sportiva: la ginnastica artistica.

   Dalla definizione di equilibrio dei corpi, passando attraverso la classificazione degli esercizi di equilibrio in ginnastica artistica, si arriva all’analisi di esercizi in equilibrio dinamico e dei movimenti del capo.

   Si evidenzia, così ed ulteriormente, l’importanza della funzione equilibratrice nella componente artistica del movimento.

   La ricerca riporta, ancora, i criteri di selezione di ginnaste, fornite di talento, di età fra gli otto e gli undici anni, sulla base di abilità motorie, con speciale riferimento all’equilibrio stesso.

   Tramite l’utilizzo di test, si è cercato di definire il diverso grado di equilibrio dei soggetti analizzati ed il miglioramento o, in caso contrario, la non influenza che una pratica sportiva, che presenta l’esasperazione applicativa e costante dell’equilibrio, può apportare.

   I risultati dei test confortano gli sforzi fatti per “capire” l’equilibrio, e farlo “vivere” nella giusta maniera, e suffragano l’idea che la funzione, che mantiene il corpo in posizione ortostatica e che provvede a sollecitare e ad organizzare i componenti statici e dinamici da parte del sistema muscolo-legamentoso, è educabile e fortemente incrementabile.

   L’intenzione di proporre una procedura di selezione, sulla base di abilità motorie, è stata esasperata nel prendere l’equilibrio come criterio di scelta.

   Molta attenta è l’analisi storica dei più affidabili test di selezione, che portano i nomi dei rispettivi autori (Romberg ed altri) o dei metodi (Walking test ed altri).

   L’analisi bibliografica è stata fatta, principalmente, su testi stranieri (Inglesi ed Americani) ed alcune conclusioni sono originali e molto ben condotte.

  Il lavoro riporta alcune traduzioni integrali di opere straniere, per chiarire, senza falsare i concetti, i passaggi cardini.

  L’aspetto iconografico è ricco di documenti che illustrano, in maniera inconfutabile, i concetti espressi; appagano curiosità relative alle ricerche condotte ed offrono ulteriori spunti per altre ricerche o solo per diverse considerazioni conclusive.

   Duecentoquaranta pagine di ricerche, traduzioni, spunti, idee, esperienze, con una ricca bibliografia ed una appropriata iconografia.

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