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SUPER BONUS: CAOS PER 33000 IMPRESE CODACONS PRESENTA ESPOSTO A 104 PROCURE

Consumatori / 64

Superbonus: caos per 33.000 imprese, Codacons presenta esposto a 104 Procure 

Il Codacons ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, ad Abi, Bankitalia e alla presidenza del Consiglio dei ministri sul blocco del Superbonus. Lo annuncia l’associazione sottolineando in una nota che “le banche più importanti – e figurarsi le piccole – avrebbero esaurito i plafond e starebbero comunicando ai clienti di non poter più sottoscrivere nuovi contratti di cessione dei bonus. Il rischio maggiore – scrive il Codacons – è che le imprese edili chiamate ad effettuare il cosiddetto sconto in fattura non riescano più a cedere i crediti fiscali acquisiti, soprattutto nel caso di lavori di una certa entità. La maggior parte delle banche e delle compagnie assicurative hanno infatti sospeso il servizio e quelle che al momento accettano nuove pratiche hanno rivisto al rialzo le trattenute applicate ai clienti. Ben 33mila imprese artigiane rischiano quindi di fallire a causa di tale situazione e più di 150mila lavoratori potrebbero perdere il posto”. “Un caos”, prosegue l’associazione, “che sta compromettendo imprese italiane e lavoratori, con una crisi di liquidità senza precedenti, che se non verrà adeguatamente gestita porterà al collasso dell’intero sistemo economico”. Per tale motivo l’associazione ha presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia chiedendo di aprire indagini sul territorio in merito all’operato sul Superbonus non solo del Governo ma anche del sistema bancario, poiché in caso di accertate responsabilità potrebbero emergere fattispecie penalmente rilevanti come quella di omissione di atti d’ufficio. Con l’esposto a Bankitalia e Abi il Codacons ha inoltre diffidato le banche a riattivare immediatamente il servizio e riprendere con i nuovi contratti di cessione dei bonus. 

(Comunicato- Carlo Rienzi- ROMA – ANSA – ROMA, 24 GIU) 

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Caos Superbonus,allarme banche per stretta controlli 

Corte dei Conti, agevolazioni ‘distorsive’, serve fisco più equo 

(di Mila Onder) (ANSA) Il Superbonus sale ancora una volta agli onori delle cronache. La scia ininterrotta di revisioni normative, aggiunte, interpretazioni, correzioni sui bonus edilizi ha fatto scivolare progressivamente nel caos tutti gli attori della filiera: le famiglie, i condomini, le imprese ed ora anche gli istituti finanziari, protagonisti della cessione del credito, l’operazione che, insieme allo sconto in fattura, ha decretato il boom del 110%. La goccia questa volta sta nell’ultima, lunga e dettagliata circolare dell’Agenzia delle Entrate, in cui viene richiesta alle banche la massima attenzione (‘diligenza’ in gergo normativo) nel verificare i requisiti della cessione, per evitare di figurare come responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco. Una mossa che potrebbe apparire come l’ennesima stretta e che, secondo alcuni osservatori, potrebbe avere un impatto sulla tempistica e la complessità delle pratiche, a tutto svantaggio delle imprese e delle stesse banche. Il problema, come evidenziato solo due giorni fa dalla Guardia di Finanza, è che le frodi sui bonus casa sono arrivate alla cifra monstre di 5,6 miliardi di euro. Quanto basterebbe per esempio per fare un intervento sensibile sul cuneo fiscale o per sterilizzare gli oneri delle bollette per quasi due trimestri consecutivi. E si parla solo delle truffe accertate. Per mettere un argine il governo è già intervenuto ed ora è stata l’amministrazione fiscale a richiedere un ulteriore sforzo e scrupolo nel valutare il passaggio più delicato del sistema. Come spiega l’Abi in una circolare agli associati, dunque, le banche coinvolte nelle operazioni di acquisto dei crediti del Superbonus dovranno esercitare “una qualificata ed elevata diligenza professionale”. La circolare dell’Agenzia prevede infatti che la verifica circa la responsabilità in solido del singolo cessionario (cioè l’acquirente) debba essere condotta, “caso per caso, valutando il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato”. Insomma una attenzione massima e una verifica certosina che, secondo alcuni, potrebbe comportare un appesantimento per le imprese da una parte e per le stesse banche dall’altra. Gli istituti di credito peraltro avevano sempre richiesto documentazioni estensive e certificazioni da parte di terzi attirandosi anche qualche critica per l’eccessiva mole di carte. Una impostazione che però ora è confermata dai chiarimenti delle Entrate. L’equazione bonus-frodi è peraltro respinta con vigore dal Movimento 5 Stelle che parla di narrazione “tossica” e di fake news: il Superbonus, afferma il gruppo ideatore del 110%, rappresenta una minima parte del totale delle frodi, il 3%. Insieme ad un folto schieramento di altri parlamentari di maggioranza, i Cinquestelle sono quindi al lavoro per superare il blocco dei crediti che si sarebbe venuto a creare non da oggi ma con i continui cambiamenti normativi degli ultimi mesi. L’obiettivo è quello di fare del decreto aiuti all’esame della Camera lo strumento per un intervento strutturale e definitivo. A rischio, secondo il Codacons che ha presentato esposti a Procure e Bankitalia, ci sarebbe la sopravvivenza di 33.000 imprese edili. Il sistema dei bonus, e in generale delle agevolazioni, è finito del resto ancora una volta sotto l’attenta lente della Corte dei Conti, non a caso anche per le frodi. Secondo i magistrati contabili, chiamati al giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato, le spese fiscali, compresi i bonus edilizi, costituiscono “un elemento di distorsione del prelievo, configurando in molti casi dei benefici non giustificati per gruppi specifici di soggetti, con effetti distributivi non sempre auspicabili,” e “comportano una perdita di gettito rilevante” di alcuni punti di Pil. In un momento in cui le stime del Def sull’economia sembrano ottimistiche e in cui lo ‘shock’ determinato dalla guerra e dall’inflazione pesa su famiglie e imprese, perdere risorse è qualcosa che il Paese non può proprio permettersi. Da qui anche il rinnovato impulso ad una lotta all’evasione su cui l’obbligo è “fare di più”, a partire dal contrasto alle truffe. (ANSA).

(Comunicato- Carlo Rienzi- 24 giugno)

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