HomeLa RivistaAttualità e AmarcordUN’ALTRA PASQUA COL RIMPIANTO DELLA GENUINA TAVOLA DELLA TRADIZIONE: ORA SPAZIO ALLE VIRTU’!!!

UN’ALTRA PASQUA COL RIMPIANTO DELLA GENUINA TAVOLA DELLA TRADIZIONE: ORA SPAZIO ALLE VIRTU’!!!

Attualità& Amarvord / 55

 di Marcello Martelli

Avete fatto caso che si mangia sempre peggio? Che è ormai difficile trovare un ristorante da consigliare agli amici e per tornarci una seconda volta? Ne è convinto anche Arrigo Cipriani, patron del celebre Harry’s Bar di Venezia. Ma l’amico 90nne di Liz Taylor, di Orson Welles e di  altri celebri convitati, ha già pronta la ricetta per chi vuol tentare la rinascita della tavola genuina: “Le stelle sono finite. Si torna agli ingredienti, alle materie prime, alle ricette classiche. La vera innovazione è riscoprire la tradizione. Il miglior ristorante di Milano per me non è uno stellato, è Bice”.

Prima o poi, tornerà la spinta per la massa dei turisti a muoversi e a viaggiare. Dipende soprattutto dal desiderio di mangiare bene e dalla curiosità di conoscere posti nuovi, con le eccellenze locali da scoprire. Assessori al turismo e aspiranti gourmet dovrebbero andare a vedere (e copiare) ciò che già fanno in Toscana, Sicilia, Puglia, Basilicata. Mete di un Sud turisticamente sveglio che le risorse locali sanno valorizzarle e proporle, cominciando dal rispetto delle tradizioni e del territorio. Servire a tavola lasagne industriali spacciate per “timballo della nonna” o demolire il portale medioevale di Castiglione della Valle, borgo di Lucrezia Borgia, significa non aver capito nulla, lasciando mano libera a chi fa solo danni. In Abruzzo ci sono valori per essere una meta turisticamente attrattiva, anche per i collegamenti autostradali e la vicinanza con Roma. Ma negli ultimi anni abbiamo perso fortemente quota in assenza di un serio progetto di sviluppo, in una terra dominata da superficialità, errori e dilettantismo che sono i veri mali che penalizzano ed escludono questa regione dal ricco banchetto del turismo mondiale, che in Italia continuerà a crescere con arrivi internazionali. Le previsioni dicono che almeno cento saranno le città più visitate. Ma se vogliamo esserci, basta con i “cuochi-guru” che dominano in tv. E’ il grido di battaglia di Arrigo Cipriani, patron del mitico tempio caro a Ernest Hemingway. ”Non riescono a capire –spiega- che stanno rovinando la cucina italiana. Ci sono trattorie che si mangiano 450 di questi chef. E’ la trattoria il ristorante italiano, che non sopporta le mode, le imposizioni e propone le cose che vengono naturali, che fanno parte della nostra natura, del nostro spirito, della nostra cultura. Non sei nessuno se non hai tre stelle della Guida dei copertoni? Ma chi l’ha detto?”. Parole profetiche, mentre pensiamo al rito del I maggio che celebra “le virtù”, piatto famoso della cucina abruzzese e teramana in particolare. Quando a tavola si impone la vera tradizione, senza fantasie o deroghe. Quando l’autenticità torna ad essere metro di misura, somma di genuinità fra prodotti stagionali della terra e “virtù domestiche” d’altri tempi.

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