HomeCulturaAl Polo Ovidio di Sulmona studenti promotori di inclusione

Al Polo Ovidio di Sulmona studenti promotori di inclusione

“Un progetto di portata nazionale che vuole contribuire alla promozione di una cittadinanza attiva, favorendo una cultura del rispetto e dei valori democratici”.
Caterina Fantauzzi, dirigente del polo ‘Ovidio’ di Sulmona, descrive così ai microfoni di diregiovani.it il progetto ‘Racconti democratici‘, che partirà a breve nell’istituto abruzzese. Gli studenti svilupperanno una campagna di comunicazione per la promozione della cittadinanza attiva e del rispetto dell’altro, per coinvolgere giovani e adulti sul tema dell’educazione interculturale. L’iniziativa prevede l’ideazione e realizzazione campagna di informazione finalizzata a sensibilizzare le giovani generazioni sul tema dell’educazione interculturale, nel rispetto delle differenze e del dialogo tra le culture.
“Mediante una didattica laboratoriale i nostri studenti, attraverso la narrazione e lo storytelling, produrranno racconti in grado di sensibilizzare giovani e adulti nel rispetto delle differenze- racconta la dirigente scolastica- Quando parliamo di diversità facciamo sempre riferimento agli esclusi, agli emarginati. Ci vengono in mente gli immigrati, i diversamente abili, e infatti una parte dell’azione sarà rivolta a queste categorie. Ma oggi il problema dell’esclusione non riguarda solo queste categorie”.
L’obiettivo del progetto, ribadisce infatti Caterina Fantauzzi, è quello di proporre azioni che possano coinvolgere studenti, docenti ed esperti esterni per stimolare una riflessione costruttiva su questi temi così importanti.
“È importante coinvolgere i giovani perché è nella scuola i giovani vivono- aggiunge la dirigente- La scuola è un microcosmo, una comunità in cui la diversità può diventare una risorsa o un peso. A volte la stessa scuola può trasformarsi in un luogo di discriminazione. Una comunità educante non può non affrontare questi temi”. “Credo che questo progetto possa aiutarci a combattere gli stereotipi, i pregiudizi che portano ad etichettare l’altro prima di averlo conosciuto- conclude la dirigente- A favorire l’empatia e scoprire l’altro attraverso il lavoro di gruppo”.
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