HomePoliticaCovid, è il caos più totale: dei virologi invocano il lockdown, il Governo Draghi è già spaccato

Covid, è il caos più totale: dei virologi invocano il lockdown, il Governo Draghi è già spaccato

E’ il caos più totale in Italia dopo la questione-sci di ieri e, soprattutto, dopo le svariate richieste di lockdown fatte a mezzo-quotidiani (a dire la verità anche a mezzo tv, in una sovraesposizione mediatica davvero incredibile) da parte di Walter Ricciardi. Il consigliere del ministro Speranza, che sulla questione non ha invece proferito ancora parola, ha infatti preso a chiedere da ieri una chiusura totale ed immediata, sebbene non troppo prolungata nel tempo (si parla di un periodo dalle 2 alle 4 settimane), per abbattere la curva del coronavirus e delle sue varianti.

Pesantissime le liti avvenute dopo le mancate aperture del mondo dello sci: l’improvviso dietrofront del Comitato Tecnico Scientifico (che appena una settimana fa aveva approvato il protocollo di riapertura) ha fatto in modo che il ministro Speranza rinviasse lo “start” al 5 Marzo. Data, questa, che ovviamente non convince nessuno e che ha sicuramente danneggiato gli esercenti, non solo per i mancati guadagni ma anche e soprattutto per le spese già affrontate in vista dell’avvio ipotizzato per oggi.

Il presidente del consiglio Mario Draghi, in tutto questo, non ha proferito parola. O meglio, diverse fonti riportate da Sky Italia confessano un suo placet alla decisione di Speranza, ma a livello pubblico l’ex-numero uno della BCE non ha dichiarato nulla. Si sono invece esposti in modo molto critico (addirittura nervoso, verrebbe da dire) gran parte dei presidenti di Regione, dal leghista Zaia al piddino Bonaccini: oggetto dell’attacco non tanto la sostanza ma le modalità di chiusura imposte da Speranza. Evidenti le critiche a Ricciardi ed al suo invocare il lockdown nei centri mediatici invece che in quelli istituzionali, tra l’altro, anche da parte di Giovanni Toti (presidente della Liguria, che ha invocato un lockdown ad personam proprio per il consigliere di Speranza) che da Massimo Fedriga (presidente del Friuli, che ha ammesso, senza troppi giri di parole, che se un suo consigliere si fosse esposto così, avrebbe ricevuto in men che non si dica il benservito). Immediate le critiche anche del centrodestra (con il leader leghista Matteo Salvini in primis, seguito da una altrettanto dura Giorgia Meloni) e di Italia Viva.

Alla stato delle cose, però, si sono aggiunte le parole di alcuni virologi discretamente noti alle prime pagine nostrane. Si tratta di Massimo Galli, direttore del “Sacco” di Milano, che ha confermato le parole di Ricciardi, e di Fabrizio Pregliasco, che ha però messo in guardia a “Un giorno da pecora” sulla “rabbia sociale di chi è in sofferenza da mesi“. Non poteva mancare l’onnipresente Andrea Crisanti, che ha confermato a “La Stampa” le parole di Ricciardi aggiungendo un drammatico “ormai siamo nei guai“. Ampia anche la fazione dei no-lockdown, capitanata da Matteo Bassetti (che l’ha definito una “misura barbara“) e dal presidente dell’AIFA Giorgio Palù, che pur sottolineando l’obbligo “per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture”, ha lasciato intendere una fine dell’incubo entro i prossimi 2/3 mesi con l’aiuto del caldo primaverile/estivo.

E’ tutto, e forse è anche troppo, direte voi.

Invece no. 

I componenti del Comitato Tecnico Scientifico, dopo essersi detti piccati per le reazioni della politica con una nota emessa intorno ad ora di pranzo, hanno poi sottolineato che per “contenere e rallentare” la diffusione delle varianti del Covid, “in analogia con le strategie adottate negli altri paesi europei“, sarà necessaria una “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio”.

Il tutto mentre Salvini ha chiesto esplicitamente di “cambiare qualche tecnico” e Toti ha spiegato che “il governo Draghi dovrebbe imporre il lockdown verbale” ad alcuni virologi e consulenti. Il partito Liberi e Uguali, per bocca del suo senatore Laforgia, ha a sua volta dichiarato su Salvini che “l’assalto a Speranza è un attacco al principio di cautela che bisogna invece rispettare se vogliamo sconfiggere la pandemia. Salvini cambi tono e registro. Questo non è il suo Governo. E si ricordi che la salute degli italiani viene prima di tutto“.

Insomma, un avvio a dir poco scoppiettante e che non promette nulla di buono: Draghi riuscirà a rimettere a posto questo gran caos?

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