HomeCalcioOggi lo sport rischia di morire, ed il virus non c’entra nulla. Perché tutto questo silenzio?

Oggi lo sport rischia di morire, ed il virus non c’entra nulla. Perché tutto questo silenzio?

E’ drammatico quanto potrebbe accadere, nel giro delle prossime ore, al nostro amato sport dilettantistico. Allo sport vero, per farvi capire: perché tolte le poche migliaia di professionisti che militano in categorie come la nota Serie A di calcio, in Italia, lo sport che importa e che coinvolge milioni di persone è quello dei dilettanti, degli amatori. Lo sport è vita, rispetto, collaborazione; lo sport è integrazione, tante volte è cultura, sempre è SALUTE. E’ quella serata di sano movimento che accende un pigro pomeriggio invernale.

E’ l’alternativa al bicchiere di vino pomeridiano, sano pure quello ma nelle giuste misure (e di questi tempi cupi, dimenticarsi delle giuste misure è un attimo), alla disperazione che porta alla droga, all’insensatezza che estranea.

Guardiamoci un attimo in faccia e parliamoci seriamente: risulta francamente improbabile pensare che la chiusura dello sport dilettantistico porti ad un abbassamento della curva del contagio da coronavirus, e per una volta diciamolo ad alta voce: QUESTA E’ UNA FOLLIA.

Le misure in Italia saranno prese ancora una volta da una sparuta minoranza MA VARRANNO PER TUTTI: la struttura del DPCM non rispetta un democratico dibattere. Ci si trincera dietro l’esempio degli alti Paesei: NON E’ VERO, negli altri Paesi le cose non vanno come ci viene raccontato, o meglio vanno in quel modo soltanto in parte. Penso a quella Francia su cui avevamo “guadagnato un certo vantaggio grazie ai sacrifici fatti nel primo lockdown“, vi ricordate le parole di Conte e dei suoi uomini appena due settimane fa? Vi ricordate tutta quella tracotante sicurezza prima che in due settimane gli si sgretolasse tutto intorno? La verità è che ad oggi, in Francia, il “coprifuoco” vale per dieci metropoli, non per tutto il territorio nazionale: si ragiona luogo per luogo, Regione per Regione, GIUSTAMENTE. Qui “la parola è una“, come disse orgogliosamente Conte una volta, il DPCM è insensibile alle differenze locali, vale e deve valere per tutti. E’ cieca forza che spacca i legami, gli affetti, le passioni. E’ la decisione che cade sulle teste degli italiani come una scure, presa probabilmente da chi con lo sport ha avuto nella vita veramente poco a che fare.

E questo, senza dover arrivare a fare una serie di discorsi economici che per le nostre società, ASD, palestre e piscine che tanto avevano fatto per ripartire ed a cui questo stop (ci auguriamo breve, ma sarebbe dovuto essere breve anche il primo lockdown e la fiducia nelle parole di questo Governo è francamente ai minimi storici, non per opinioni personali ma per la facilità con cui sono cambiate le loro certezzepeserà in modo forse mortale.

Come è possibile lasciare che tutto questa accada nel silenzio più totale? Perché non c’è una levata di scudi per tutelare le nostre vite da uno stravolgimento che non potrà che renderle peggiori, più tristi, meno salutari? PERCHE’ QUESTO ROBOANTE SILENZIO? 

Il Direttore – Dott. Giovanni Sidoni

Fonte foto: Wikipedia

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