HomePubblica AmministrazioneNuova legge urbanistica regionale: pregi e limiti secondo l’avvocato Ruscitti

Nuova legge urbanistica regionale: pregi e limiti secondo l’avvocato Ruscitti

Il consiglio regionale ha recentemente approvato una legge avente ad oggetto “modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 18/83 e n. 11/99 e misure urgenti e temporanee di semplificazione urbanistica “.

In tale novella legislativa, il governo regionale ha attuato un‘opera di semplificazione per le modalità di approvazione degli strumenti di pianificazione: sinteticamente, le amministrazioni pubbliche locali potranno procedere speditamente ai cambi di destinazione d’uso di immobili pubblici o privati. Ciò significa che gli enti locali potranno utilizzare per almeno due anni immobili, anche privati, per usi diversi da quelli previsti dallo strumento urbanistico vigente, per insediarvi attività economiche, sociali, culturali, sportive e ricreative.

Tale semplificazione, sicuramente pregevole, agevola notevolmente l’attività delle amministrazioni locali, ma sembra completamente dimenticare il settore privato, a cui, invece, continua a non essere permesso di poter variare la destinazione d’uso di un immobile, soggiacendo interamente ad i limiti dello strumento urbanistico vigente.

Appare evidente che sussistano, sia nella città di Avezzano come in tutte le realtà abruzzesi, una grande quantità di zone urbanistiche destinate ad attività direzionali, artigianali o commerciali, che hanno manifestatamente, e da decenni, fallito il loro scopo, e che non trovano una collocazione economica valida, o siano state di fatto adibite ad un uso diverso da quello programmato. In tal senso, sarebbe ampiamente auspicabile, in considerazione della necessità di riuso del patrimonio esistente, e di evitare di consumare ulteriore suolo con nuove costruzioni e insediamenti, di consentire anche ai privati di attuare modifiche di destinazione d’uso che vadano incontro alle esigenze e della popolazione ed alle reali richieste del mercato. Del resto, non si avrebbe neppure alcun aumento di carico urbanistico, in quanto trattasi di edifici esistenti e non utilizzati, con un’ampia e corretta valorizzazione dell’esistente, e con maggior attenzione al recupero del patrimonio urbano in chiave ecologista, evitando che vengano costruiti sempre più nuovi edifici a danno dell’ambiente, lasciando poi in decadimento l’esistente.

Avv. Gianmaria A. Ruscitti

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