HomeCulturaI tesori perduti della Marsica: storia di una spoliazione

I tesori perduti della Marsica: storia di una spoliazione

L’Associazione Culturale Antiqua ha avuto il pregio di riportare all’attenzione della cittadinanza alcune storie di oggetti artistici di primaria importanza che, nel corso degli anni, sono stati sottratti alla città di Avezzano e portati ad arricchire collezioni lontane.

Fra i moltissimi beni sottratti, alcuni più di tutti meritano menzione, per l’assoluta rilevanza nella storia della Marsica.

La prima opera, la Lamina di Caso Cantovio, è una delle pochissime testimonianze esistenti della lingua marsa: ritrovata durante l’opera di prosciugamento del lago nelle vicinanze di Luco dei Marsi, è entrata come moltissimi altri reperti nell’immensa collezione Torlonia, la cui leggendaria ricchezza la rende paragonabile ai musei vaticani per splendore e qualità. Essa, al momento, non è visitabile, in attesa della realizzazione del nuovo Museo Torlonia nella capitale.

Il secondo, rarissimo reperto contente un’invocazione in lingua marsa, è il Bronzo di Antino, databile intorno al II secolo A.C., e attualmente conservato fra i bronzi del Louvre a Parigi.

Le grandi statue che ornavano il teatro di Marruvium, ora la moderna San benedetto dei Marsi, vennero trasportate nel napoletano e divise attualmente fra il Museo Archeologico di Napoli e la reggia di Caserta.

Il grande Tabernacolo Ligneo, che ornava il convento dei Cappuccini distrutto dal terremoto del 1915, è attualmente conservato a Roma, presso l’istituto storico francescano.

L’imponente busto di San Bartolomeo, patrono della Città, realizzato interamente in argento massiccio e presente ad Avezzano fino al 1915, venne trasportato “per essere messo in salvo” insieme ad altri preziosi e reperti in un treno diretto a Sulmona, e di esso non si hanno più tracce, benché permanga una speranza che si trovi, insieme a migliaia di altri oggetti non interamente catalogati, nei magazzini di Palazzo Venezia in Roma.

Queste opere, che rappresentano solo un piccolo esempio del saccheggio continuo subito dalla Marsica, rappresentano l’identità culturale di un popolo e di un intero territorio, e meriterebbero di essere esposte ad Avezzano, in una sede degna e prestigiosa.

Avv. Gianmaria A. Ruscitti

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