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LE SCANDALOSE CIFRE DELLE 5 SORELLE DELLA TECNOLOGIA.

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LE SCANDALOSE CIFRE DELLE 5 SORELLE DELLA TECNOLOGIA

di Mario Travaglini

 Avrete certamente notato che le mie considerazioni poggiano spesso su quanto accade oltre oceano, sia in ambito strettamente economico, sia in ambito finanziario, per finire a quanto accade nella borsa di Wall Street. I motivi sono facilmente intuibili essendo quella  americana la sede dove spesso si decidono le sorti del mondo e dalla quale partono i venti economici che poi influenzano le economie di molti paesi, tra i quali, ovviamente, quelli europei ed anche il nostro. Ecco perché questa settimana ho voluto dedicare la mia attenzione a cinque giganti della tecnologia, sia per i riflessi di cui parlavo poco sopra e sia anche per dare all’investitore/risparmiatore qualche elemento in più affinché il suo percorso decisionale sia sempre meno soggetto ai rischi di una  cattiva valutazione dei mercati.

Cominciamo con Microsof e Alphabet (Google).

Sia Microsoft che Google hanno pubblicato una decina di giorni fa i risultati contabili del 2023. I dati sono stati buoni ma non eccellenti pur rispettando le stime minime contenute nel bilancio di previsione costruito a fine 2022.  I numeri ci dicono che Alphabet ha registrato una crescita dei ricavi del 13%, il tasso di espansione più rapido dall’inizio del 2022. Ha avuto un fatturato di 86,31 miliardi di dollari, superando la stima media di 85,33 miliardi. L’utile per azione di 1,64 dollari ha battuto le stime di 1,59 centesimi. I ricavi di Microsoft sono aumentati del 18% a 62,02 miliardi di dollari, facendo meglio della stima media degli analisti di 61,12 miliardi;  l’utile per azione (EPS) di 2,93 dollari ha battuto la previsione degli analisti di 15 centesimi. Eppure, paradossalmente, entrambe le società, pur registrando ricavi e utili superiori alle stime, hanno dovuto subire una pressione prolungata e non di poco conto sui loro titoli azionari. Un calo che è continuato durante la seduta di mercoledì scorso. Non il panico totale, ma un sentimento diffuso che voleva spiegare che gli argomenti per incoraggiare le persone ad accumulare Microsoft erano ormai esauriti. Nel gergo degli investitori professionali significa una sola cosa : le azioni sono quotate al prezzo giusto e non ci sono motivi validi che esse aumentino ancora. Dando uno sguardo a quanto accadeva fino al giorno prima della pubblicazione dei risultati notiamo, per esempio, che  le azioni  Alphabet erano al loro massimo storico con il 56% di rialzo, superando il precedente record di fine 2021, al culmine del boom tecnologico. Microsoft è cresciuta del 70% nell’ultimo anno, toccando un nuovo massimo e superando Apple come società quotata in borsa con la maggiore capitalizzazione di mercato.

Apple, Amazon e Meta

Nello stesso periodo  Apple ha riportato risultati che hanno superato le stime per ricavi e profitti, ma hanno registrato un calo del 13% nelle vendite in Cina, uno dei suoi mercati più importanti. Le azioni Apple sono scese di oltre il 4% nelle contrattazioni after-hour dopo che il management ha fornito dettagli sulle prospettive per il trimestre in corso, specificando che il calo delle vendite era causato dalla debolezza di quelle riferite ad iPhone.  Dal giorno successivo il titolo ha ripreso vigore soprattutto perché Tim Cook ha dichiarato “…………che presto annunceremo qualcosa che contenga l’intelligenza artificiale” .

Anche Amazon ha riportato risultati che hanno superato le stime degli analisti e ha fornito indicazioni forti per il trimestre in corso. Il titolo è esploso.  Ecco i dati: Utile per azione: 1 dollaro contro 80 centesimi previsti  dagli analisti. Fatturato: 170 miliardi di dollari contro i 166,2 miliardi di dollari stimati.  Amazon Web Services: la previsione di 24,2 miliardi di dollari è stata rispettata.  Pubblicità: 14,7 miliardi di dollari contro i 14,2 miliardi di dollari previsti. Amazon,dunque, avendo ampiamente battuto tutte le aspettative di profitto  ha dimostrato ai mercati che gli sforzi per ridurre i costi hanno dato i loro frutti e che, in particolare, la revisione del sistema di evasione degli ordini e il licenziamento di 27.000 dipendenti tra la fine del 2022 e la metà del 2023 è stato  il passo risolutivo per raggiungere gli scopi.                                    Concludiamo con Meta, il titolo che ha più stupito i risparmiatori e gli analisti.

L’azione è salita del 20%  nel volgere di due/tre giorni sulla base di dati oltremodo eloquenti. Le cifre chiave sono le seguenti:  Utile per azione: 5,33 dollari contro i 4,96 dollari previsti; entrate: 40,1 miliardi di dollari contro i 39,18 miliardi di dollari previsti;  utenti attivi giornalieri (DAU): 2,11 miliardi contro i 2,08 miliardi previsti; utenti attivi mensili (MAU): 3,07 miliardi contro 3,06 miliardi previsti; entrate medie per utente (ARPU):  13,12 dollari contro i 12,81 previsti dagli analisti.

 Nel frattempo, le spese dell’azienda sono diminuite del l’8% rispetto all’anno precedente attestandosi a 23,73 miliardi di dollari; il suo margine operativo è più che raddoppiato passando al 41% e dimostrando chiaramente che le misure di riduzione dei costi hanno rafforzano la redditività. L’utile netto è più che triplicato arrivando a 14 miliardi di dollari, che riportato su ogni azione significa che ognuna di esse vale 5,33 dollari, come poco sopra già riportato; questo rappresenta un miglioramento notevole specie se confrontato con il risultato dell’anno precedente fermo a 1,76 dollari per azione.

Per completare il quadro occorre ricordare anche che Meta ha licenziato 20.000 persone l’anno scorso e che tale operazione ha concorso in modo considerevole al raggiungimento dei risultati appena elencati. Tutto questo permetterà a Meta  non solo di pagare il suo primo dividendo in assoluto ma di renderlo molto corposo con ben 2 dollari per azione.

I socialisti dovrebbero scendere subito in piazza. Ed io per una volta li accompagnerei molto volentieri.

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