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PLATINO, QUESTO SCONOSCIUTO.

Valore & Valori 150
 di Mario Travaglini

 Il platino è un metallo prezioso oggi molto trascurato anche se paradossalmente è molto ricercato ed utilizzato nel settore industriale. Questo è un dato di fatto. Tra tutti metalli preziosi è il meno seguito, il meno commentato, il meno  consigliato dai consulenti di investimento e il meno scambiato in borsa.

Poiché i risparmiatori di tutto il mondo non saranno più in grado di finanziare  i  giganteschi debiti pubblici dei loro stati  né la dipendenza dalla loro spesa pubblica ci troveremo presto davanti ad un bivio.

 Opzione A: i governi sovra indebitati dovranno dichiararsi apertamente inadempienti rispetto alle loro promesse, il che innescherebbe il collasso del sistema finanziario.

Opzione B: i governi devono trovare nuove fonti di finanziamento ovvero come mettere in comune le perdite svalutando la valuta o intervenendo sul mercato obbligazionario.

Naturalmente questo vale sia per tutti i paesi dell’Europa che per gli Stati Uniti o per il Giappone. Sono certo che l’opzione B sarà scelta come ultima risorsa ma solo dopo, ovviamente, aver messo in campo tutte le sceneggiate possibili per confondere i cittadini; si ricorrerà ai bellissimi discorsi sulla lotta contro l’aumento dei prezzi, alla sottovalutazione degli indici dei prezzi, all’emissione di debito a lungo termine piuttosto che solo a breve termine, alla modifica della regolamentazione per obbligare banche e risparmiatori a concedere prestiti al proprio governo, alla regolamentazione delle criptovalute e/o del mercato dell’oro, etc. etc . E’ possibile che assisteremo a  diverse  turbolenze man mano che i mercati inizieranno a fare i conti con la realtà. Ed anche i soliti  dibattiti tra recessione o meno, atterraggio duro o morbido, taglio dei tassi si e taglio dei tassi no, e l’eterna discussione sull’inversione della curva dei rendimenti saranno segni palpabili di questa confusione. Non a caso ho lasciato in coda a questa possibile pantomima l’inversione della curva dei rendimenti perché essa ne rappresenta il simbolo supremo in quanto capovolge i termini che da sempre sono alla base degli investimenti, accettando che i prestiti a breve termine abbiano tassi di interesse più elevati rispetto ai prestiti a lungo termine, ignorando la regola secondo cui più lunga è la durata del prestito maggiore è il rischio. Nel confermare quanto scrissi diversi mesi addietro a proposito dell’oro, la mia personale strategia d’investimento in questo contesto incerto rimane semplice: un portafoglio basato su metalli preziosi, energia (per la parte azionaria) e liquidità.  La liquidità collocata a breve termine rende ora circa il 3%, permettendoci sia di aspettare tranquillamente gli eventi che di proteggerci durante i momenti di panico. Gli investimenti nel settore dell’energia ci proteggeranno da possibili rigurgiti dell’inflazione e dalle svalutazioni valutarie. Come abbiamo visto, i valori del settore petrolifero non sono attualmente particolarmente appetibili ma sappiamo anche che il mondo avrà bisogno di petrolio ancora per un periodo molto lungo e che la domanda sarà ancora molto sostenuta durante il periodo della transizione energetica. L’oro,infine, –  ma più in generale i metalli preziosi – può essere visto come una rappresentazione dell’energia immagazzinata per il consumo futuro, una riserva da tirar fuori nei momenti di bisogno, uno scudo impermeabile alle mode o alle speculazioni geopolitiche. Osservare i mercati azionari e rapportarli all’oro è uno dei miei modi preferiti per monitorare l’andamento del mercato ribassista.  Questa misurazione o,meglio, questo rapporto, negli ultimi due anni ci dice che esso è sceso, ossia che il mercato azionario abbia guadagnato terreno sull’oro. A mio avviso questo recente rimbalzo sembra essere solo un movimento di routine in una tendenza generale che rimane ribassista, probabilmente legata al fatto che le banche centrali (FED,BCE,BOE etc. etc.) sembrano aver finito di aumentare i tassi e volere alleggerire la stretta monetaria. Tenendo a mente tutto quanto sopra detto, passiamo al misconosciuto platino. Esaminiamo brevemente il grafico che propongo qui di seguito :

Due considerazioni si impongono. La prima: da lungo tempo viene scambiato poco sopra i 900 dollari l’oncia e il suo prezzo, depurato dagli effetti dell’inflazione, è la metà di quello di 55 anni fa. La seconda: nel 2008 quotava 3000 dollari l’oncia, ossia tre volte e mezzo il prezzo di oggi. Potremmo dire che è la materia prima più economica rispetto alla sua media storica ed è difficile immaginare che il prezzo possa scendere molto più in basso, specie se si tiene conto dei costi necessari per la sua estrazione, Dal punto di vista industriale sappiamo che il platino funge da catalizzatore antinquinamento per gli scarichi dei motori termici, proprio come il palladio. Recentemente, i produttori hanno preferito utilizzare il palladio anziché il platino perché era meno costoso; questa scelta però oggi presenta uno svantaggio non di poco conto in quanto gran parte delle estrazioni essendo localizzate in Russia ne limitano, ma sarebbe meglio dire ne impediscono, la commercializzazione. È quindi probabile che assisteremo ad un’inversione di tendenza e ad un ritorno dell’uso del platino a fronte delle difficoltà di approvvigionamento che si incontrano con il palladio. A questa inversione di tendenza occorre aggiungere anche il fatto che i mercati ritengono che i motori termici rimarranno in servizio per diversi decenni ben oltre il 2035 e il platino resterà raro e ricercato per lo stesso periodo di tempo. Se si considera poi che la transizione energetica con il passaggio all’elettricità totale sarà ritardata per ovvie ragioni di costi (vedasi agricoltori)  e che la realtà prenderà il sopravvento, il Platino avrà una chance in più per essere super richiesto ancora per anni e anni. Un metallo prezioso, quindi, che è destinato ad apprezzarsi sempre di più, l’opposto di quello che accadrà con le principali valute che verosimilmente si deprezzeranno con la moltiplicazione dei deficit pubblici e le procedure di salvataggio del settore finanziario. Tutte queste considerazioni mi portano a concludere che detenere un po’ di platino oltre all’oro e all’argento è la doppia scommessa del prossimo decennio che gli investitori dovrebbero tenere a mente nel momento in cui si pongono il problema di salvaguardare e difendere i lori risparmi.

PS :  Volutamente ho tenuto da parte l’argento sul quale tornerò presto con particolare attenzione. La strada che ha davanti si annunzia molto promettente.

 

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