HomeCulturaartiDAVID BEGBIE ED IL SUBLIME DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA

DAVID BEGBIE ED IL SUBLIME DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA

Gli artisti, indipendentemente dalle loro tendenze, stili e origini, emergono come protagonisti nella scenografia di spettacolo e virtualità che permea il nostro tempo. Questo scenario, apparentemente senza autore definito, si compone di filamenti e trasgressioni, conversioni ed annunci, azioni senza separazioni nette, in un vasto territorio contaminato dalle tracce delle grandi scuole del Novecento.

David Begbie emerge come uno scultore del sublime, erede delle misure della bellezza, della libertà espressionistica, dell’emozione e della gestualità. La sua opera si sviluppa in un grande contenitore caratterizzato da una bellezza che transcende la tradizione ed abbraccia la contemporaneità.

Questo contenitore elastico si adatta in continuazione, nel cambiare la sua forma adattandola, in risposta alle imperfezioni e alle titubanze dell’esistenza, nel creare una transeunte morfologia in cui stasi e movimento si intrecciano in un connubio affascinante.

La scultura di Begbie diviene un mezzo per sperimentare la contemporaneità, un fenomeno mentale, onirico, passionale e talvolta alienante o salvifico. Il suo lavoro si presenta come un grande contenitore informe che si adatta costantemente alle mutevoli condizioni del suo ambiente. In questo sublime, tutto trova spazio, compresa la bellezza, intesa come pura potenzialità della forma in relazione allo spaio contenitore che si manifesta in varie stilistiche e tipologie. La forza della ricerca di Begbie si manifesta come un effetto collaterale della smisuratezza, richiedendo la concretezza dell’attualità per evitare di restare confinata nel nulla.

Nel contesto dell’accelerazione dei tempi moderni, la scultura di Begbie è lo specchio della continua mutazione terminologica, iconica e formale. Questa concezione sperimentale persiste anche nei momenti di ritorno all’ordine, poiché la sua opera è caratterizzata da una asistematicità e fibrillazione che diventano psicologia della fantasia e dei luoghi comuni. La contaminazione tra individualità e aggregazione di stati di memoria crea una molteplicità di percorsi personali, costruiti sulla libertà e sulla ricerca, che convergono nell’area di una centralità culturale e spirituale.

La memoria storica, sia individuale che collettiva, diventa uno strato fondamentale nella scultura di Begbie, un riferimento comune che va oltre il semplice linguaggio tecnico. La persistenza di questa memoria contribuisce alla sua scultura dell’immanenza, fungendo da terreno fertile per confluenze, alchimie, desideri, paure, sogni e ossessioni. Ogni lavoro di Begbie diventa un’entità con una presenza fisica imponente, capace di affermare la sua non-esistenza e di sfidare le categorie convenzionali degli oggetti solidi.

La sua opera diventa un ponte tra passato e presente, tra tradizione e contemporaneità, offrendo una prospettiva unica su un mondo in costante mutamento.

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