MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN, un viaggio nella sua poesia
In relazione al fenomeno del cosiddetto “boom latinoamericano” avvenuto tra la seconda metà degli anni ’60 e i primi ’70, un ruolo fondamentale fu svolto dalla casa editrice catalana Seix Barral, diretta dal poeta Carlos Barral, insieme alla figura di Carmen Balcells, agente letteraria di Barcellona che rappresentava gli autori latinoamericani che sarebbero presto diventati i protagonisti assoluti della scena letteraria mondiale. Non è un caso che Gabriel Garcia Marquez abbia vissuto stabilmente a Barcellona tra il 1967 e il 1975, mentre Mario Vargas Llosa ha risieduto qui tra il 1970 e il 1974. In questo contesto culturale, a partire dalla pubblicazione”Nueve novísimos poetas españoles” emerge la figura di Manuel Vázquez Montalbán, all’epoca praticamente sconosciuto al pubblico italiano (l’antologia fu pubblicata in Italia sei anni dopo), occupa un posto di primo piano in essa. Il curatore dell’antologia, il critico ed editore catalano Josep Maria Castellet, lo considerava il capofila dei giovani poeti spagnoli. Il centro di gravità di questo gruppo era Barcellona, una città che, nonostante la dittatura franchista e la censura, era diventata un crocevia culturale di grande importanza nell’intero mondo ispanofono.
Le prime due raccolte di poesie di Manuel Vázquez Montalbán, “Una educación sentimental” del 1967 e “Movimientos sin éxito” pubblicata nel 1969, si collocano in questo vivace clima culturale. Grazie a queste raccolte, Montalbán venne considerato il capofila di quella nuova generazione che segnò una netta rottura con il realismo e l’intimismo dei poeti più anziani. Nelle poesie di Montalbán, all’età di trent’anni, emerge il linguaggio dei mass-media come reazione alla dilagante affermazione della società dei consumi, anche nella Spagna franchista, che l’umanesimo non è più in grado di contrastare.
Nella poesia citata, l’autore utilizza la tecnica del collage, mescolando senza imbarazzo slogan, canzonette, citazioni letterarie e pubblicità, una scelta che richiama la pop-art (che in quegli anni stava iniziando a diffondersi anche tra gli artisti spagnoli). Nel prologo dell’antologia citata, il curatore considera Montalbán il capofila dei “Seniors”: i poeti cronologicamente più anziani, ma anche quelli che affrontano in maniera più consapevole la problematica della rottura estetica. Montalbán accompagna infatti la sua creazione artistica e letteraria con precise prese di posizione ideologiche. (fu a lungo militante del Partito Socialista Catalano e fu condannato a tre anni di carcere nel 1962 per la sua attività di oppositore, pena poi condonata a 18 mesi).(R.P.)