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SI FERMA IL QUOTIDIANO LOCALE DOVE E’ FORTE LA DOMANDA D’UNA INFORMAZIONE LIBERA

  Attualità / 111

SI FERMA IL QUOTIDIANO LOCALE DOVE E’ FORTE LA DOMANDA D’UNA INFORMAZIONE LIBERA

di Marcello Martelli

 Vorrei rivolgere un pensiero solidale ai giovani del quotidiano locale che cessa le pubblicazioni.

Da vecchio marinaio amo le barchette che affrontano con coraggio il mare aperto e, quando ne affonda una, è un vero lutto. Il quotidiano cartaceo sta attraversando una grande crisi, ma sono certo che potrà confermarsi nella civiltà audiovisiva nella misura in cui saprà differenziarsi dagli altri veicoli di massificazione, sviluppando quelle che sono le caratteristiche migliori: il suo richiamo alla riflessione e il suo potere di analisi.

Mentre gli esperti in mass-comunications sono incerti e divisi, è importante che siano i giovani a scendere in campo con un mix che crede nella coesistenza delle tecniche antiche e nuove dell’informazione.

Le cause della presente crisi sono molteplici e basta ricordare le principali:

1- il mancato rinnovamento del quotidiano sotto il profilo del contenuto, in gran parte imputabile alla carenza in Italia di editori “puri”, cioè di editori che considerano il giornale un veicolo di notizie, e non uno strumento di pressione e contrattazione;

2- la sfiducia del pubblico nei confronti di un medium che troppo spesso offre un’informazione manipolata, tendenziosa oppure carente.

Domandiamoci: il giornale stampato può superare la crisi nei suoi vari aspetti?

Risposta: ora è più facile migliorarlo sul piano tecnico, per renderlo più competitivo attraverso una strada nuova da seguire. La sfida diventa particolarmente meritoria se a raccoglierla è un piccolo giornale prodotto da giovani, con l’incoraggiamento di moderne tecniche di produzione del giornale e l’alleanza di collaudate professionalità.

L’obiettivo ambizioso è raggiungere i nove italiani su dieci che respingono il messaggio del giornale e per rientrare nell’alveo della originaria funzione del giornale nell’informare e formare, educando le nuove generazioni all’analisi e alla riflessione.

Una battaglia di civiltà che deve trovare spazio e condivisione soprattutto in un territorio politicamente carente, che rivendica rinascita e sviluppo. Un’alleanza come leva rivoluzionaria sul piano della formula, del contenuto, del linguaggio, del rapporto con il pubblico, che consente di confezionare e diffondere un “prodotto” sganciato da ogni condizionamento, sviluppando le sue caratteristiche migliori e per smentire le previsioni pessimistiche di Marchall McLuhan.

Ma la tecnologia, da sola, non può garantire un futuro al giornale cartaceo né può restituirgli il primato perduto. Lo sforzo congiunto, di giovani ed esperienza, può invece sostenere il giornale cartaceo come veicolo principe dell’informazione fondata, non tanto su cinque secoli di storia del giornalismo, quanto piuttosto sugli otto-novemila anni di civiltà della parola scritta.

Per questo occorre un progetto che cammini sulle proprie gambe, con l’alleanza di un lungimirante editore puro e talenti che credono nell’informazione libera, sana e competitiva.

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