HomeLa RivistaFolklore e dialettiLa rieducazione in acque termali delle lesioni alla tibio-tarsica (prima parte)

La rieducazione in acque termali delle lesioni alla tibio-tarsica (prima parte)

 

Benessere / 107

La rieducazione in acque termali delle lesioni alla tibio-tarsica (prima parte)

di Giuseppe Mazzocco

 

   L’argomento messo al centro di questo lavoro è l’aspetto riabilitativo post-traumatico delle lesioni localizzate all’articolazione della caviglia, realizzato in ambiente tremale. Sono traumi molto frequenti nell’attività sportiva, conseguenze di errati appoggi del piede a terra o di false impostazioni del passo (per viziate posizioni del ginocchio) o di posture squilibrate (per apparati locomotori non in perfetta simmetria) o di lassità legamentose (frutto di precedenti incidenti).

   Fra le varie terapie di recupero funzionale, il lavoro esalta quella concretizzata in acque termali, perché realizza un approccio chinesiologico con una ripresa funzionale che esclude il dolore.

   I movimenti rieducativi specifici, eseguiti in acque termali, di un protocollo che voglia realizzare il ripristino gestuale di un’articolazione tibio-tarsica, hanno la caratteristica della dolcezza esecutiva e l’assenza di ogni forma algica. Il soggetto che, immerso nelle apposite vasche di acqua termale, viene sbloccato passivamente o esegue i primi movimenti di riattivazione dinamica deve avere tutte le condizioni di uno stato psicologico di estrema tranquillità.

   La detensione psico-fisica che realizza l’ottimale temperatura e le specifiche proprietà dell’ambiente acqueo, associate alle condizioni di galleggiabilità (riduzione del peso segmentario), sono le condizioni d’apertura di qualsiasi trattamento di riattivazione articolare e sono vincenti sulle forme di rieducazione fatte a secco.

   La dolcezza degli stimoli esterni dell’idroterapia termale e la ricerca controllata del movimento in acqua escludono le algie tipiche del recupero funzionale in ambiente aereo che, eseguite sotto carico ortostatico ed in postura abituale non protetta, non garantiscono il “silenzio gravitazionale”.

   Il termalismo è, da sempre, un modo per riequilibrarsi. L’ambiente termale è una entità naturale fatto, in pratica, di elementi che si trovano nel nostro ecosistema, privo di qualsiasi manipolazione e senza interventi atti a modificarne le basi costitutive dei propri mezzi. Il termalismo può avere, nei riguardi del concetto di salute, valenze di tipo preventivo, terapeutico e conservativo. Si rivolge all’uomo (nelle diverse età) ed all’atleta, per il recupero o per la riabilitazione, in vitalissimi ambienti di moderna idro-esteto-masso-chinesiologia.

   Il “pianeta termale” ha strutturato moderne forme di riabilitazioni, con precisi interventi in cui la funzione diventata “dinamica”; è messa al centro di uno scientifico processo tecnico; ravvivata da attuali protocolli operativi; supportata da ricerche specialistiche e differenziata in vari protocolli di trattamenti.

   Il termalismo è al passo con i tempi, mettendo l’uomo al centro delle proprie attenzioni e costruendo ambienti adatti alle dinamiche di recupero post traumatico del mondo d’oggi.

   Il “termalismo sportivo” è composto dalla “chinesiologia e dal massaggio termale” che, in simbiosi mutualistica, si occupa, con scientifica competenza, dell’uomo e dell’atleta; ne custodisce lo stato di forma e lo aiuta a rifinire l’equilibrio delle funzioni motorie.

   Il lavoro, prima di entrare nel vivo dell’argomento rieducativo, riporta (con una dettagliata esposizione) un capitolo sui rapporti anatomo-funzionali della caviglia, sulle fisiologiche espressioni dinamiche e sulla bio-meccanica essenziale, per ricordare, globalmente, gli aspetti statico-dinamici normali della tibio-tarsica. Si elencano, poi, i traumi che l’articolazione in esame può subire nei vari tipi di sport, evidenziando le patologie più gravi e le diverse risoluzioni chirurgiche.

   Seguono le modalità generali per piani di lavoro di rieducazione funzionale, con gli usuali protocolli d’intervento, ricordandone alcuni aspetti tecnici particolari: la massoterapia, la termoterapia, l’elettroterapia, la kinesiterapia attiva e passiva ed altre forme di trattamento riabilitativo (la paraffinoterapia, l’ultrasuonoterapia, la ionoforesi e l’idroterapia). Un capitolo importante è quello che il lavoro dedica al chiarimento delle caratteristiche specifiche degli interventi “in” e “con” l’acqua; i quadri morbosi che si possono trattare con l’idrochinesiterapia e le controindicazioni di questo particolare aspetto della rieducazione funzionale.

(Continua con la seconda parte)

Nessun Commento

Inserisci un commento