
Valore & Valori / 106
DUE DISASTRI ANNUNCIATI
di Mario Travaglini
Il clamore suscitato dalla mancata approvazione in prima battuta del DEF nella seduta della scorsa settimana ripropone dopo diversi mesi due questioni scottanti: la qualità dei Deputati e senatori dell’attuale maggioranza e la riforma parlamentare voluta dal Movimento 5 stelle, temi che lo scrivente ha più volte sollevato anche dalle colonne di Civiltà Italiana (2020 e l’ultimo commento del Prof. Palmieri del 14 agosto 2022 alla viglia delle ultime elezioni) .
Mentre il Presidente del Consiglio Meloni era a Londra per incontrare il suo omologo inglese e definire intese e iniziative congiunte su difesa, migranti, ambiente, energia ed economia, un manipolo di cialtroni vestiti da parlamentari (almeno 25), appartenenti alla sua maggioranza, hanno sentito il bisogno di aggiungere al ponte del 25 aprile anche quello del Primo Maggio provocando la clamorosa bocciatura della risoluzione sul Documento di economia e finanza. Poco importa se le assenze di 81 deputati abbiano riguardato anche, e forse anche di più, la minoranza. Resta il fatto che l’onere dell’approvazione del DEF rimane pur sempre un atto del Governo in carica e della maggioranza che lo sostiene, rappresentando una manifestazione di volontà programmatica non solo per l’anno in corso ma anche per quelli che mancano al termine della legislatura. Una figuraccia che non può e non deve essere derubricata a semplice incidente di percorso in quanto l’atto denota una assoluta mancanza si sensibilità politica da parte di gente che, verosimilmente, occupando le retroguardie del partito, si è ritrovata in Parlamento in modo del tutto inaspettato, sfruttando unicamente l’appeal della loro Leader. Sarebbe forse il caso che la rabbia mostrata dalla signora Meloni non fosse solo di facciata ma si traducesse in un atto concreto come quello di chiedere ai responsabili di mettersi da parte per passare la mano a chi è in grado di organizzare l’attività parlamentare. Il nocciolo è proprio questo: ci sono parlamentari preparati e competenti ? Che studiano e conoscono le norme che regolano la vita parlamentare? Non era il caso di aprire il partito e affidarsi a persone della società civile, seri, competenti e con un vissuto professionale alle spalle? . Insomma, senza tirarla troppo per le lunghe, ogni volta che la destra acquisisce potere ricade nei soliti errori commessi nel passato e non riesce a dare una immagine ed una sostanza credibili alla propria azione. Dietro questo episodio si nasconde un problema ben più importante che, temo, sia destinato a produrre altri momenti di tensione sia per questa maggioranza che per le altre che dovessero seguire. Mi riferisco alla Legge Costituzionale del 19 ottobre 2020 n.1 che ha apportato modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari,entrata in vigore il 5 novembre dello stesso anno. Inutile ripetere le critiche di allora (1) con le quali mettemmo in guardia gli elettori invitandoli a votare contro quel provvedimento, figlio, lo ricordo, di un accordo capestro tra il M5S e il PD che pur di far nascere il Governo Conte due promise che lo avrebbe votato sia in Commissione che in Parlamento anche se il lezzo delle sue contraddizioni si sarebbe avvertito per lungo tempo. In sostanza con i parlamentari ridotti di un terzo (da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato) e con i collegi divenuti molto più estesi dei precedenti, il rapporto eletto-elettore sul quale si fonda ogni democrazia è divenuto più complicato, specie se si aggiunge che sono state mantenute tutte le commissioni (24), le Giunte, le Commissioni speciali, le Commissioni Straordinarie e quelle d’inchiesta che in ogni legislatura vengono regolarmente istituite. A questa situazione si contrappone l’esigenza del Governo che, giustamente, pretende di avere in aula un numero sufficiente di parlamentari per l’approvazione dei provvedimenti che intende portare avanti nella realizzazione del suo programma elettorale. Toccare la Costituzione va bene, anche perché in molti punti risente del peso degli anni, ma va fatto con giudizio ed essere conseguenti, ben sapendo che essendo una complessa raccolta di norme,ove modificata, finisce per esplicare i suoi effetti su molti altri tasselli del mosaico istituzionale. Tutto questo conferma ancora una volta che quando le scelte non sono supportate da una visione lungimirante e complessiva rimangono,come nel caso di specie, etichettate come mere espressioni demagogiche.
(1) https://www.centralmente.com/2022/08/14/travaglini-68/