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ARIA PULITA PER I BAMBINI

Il Limite / 105

ARIA PULITA PER I BAMBINI

                                                                                                                              di Raniero Regni                                                         

I geni caricano la pistola, ma è l’ambiente che tira il grilletto

I.  De Vivo, Harvard Medical School

Nel pubblicare il consueto articolo di Raniero Regni, titolare di questa Rubrica, non possiamo esimerci dallo stigmatizzare l’atto d’imperio che in esso viene denunciato: il Manager dell’Unità Sanitaria Umbria 1, ha diffidato e di fatto impedito al Direttore del Dipartimento Prevenzione del suo ente di intervenire al convegno  ARIA PULITA PER I BAMBINI- Salute, ambiente e cementifici.

 Nel programma del convegno era scritto  tra l’atro “Interverrà poi on line il dott. Giorgio Miscetti, Vicepresidente ACSO, Direttore Dip. Prevenzione Usl Umbria 1, sul tema Tutela della salute e sviluppo sostenibile.  L’iniziativa gravissima  del Manager assume i crismi dell’asservimento ai poteri forti della politica e dell’economia, che mortifica lo spirito d’iniziativa degli organizzatori  e la professionalità dell’oratore, ma nello stesso tempo appare come un clamoroso “autogol”. La scelta di proiettare le slide previste per l’intervento sullo sfondo del manichino a mezzo busto con il “cavalierino”    del dott. Giorgio Miscetti  ( v. Foto nel corpo dell’articolo) avrà sicuramente un forte seguito mediatico. Ad iniziare dalla nostra rivista. Ma probabilmente arriverà anche sul tavolo del giudice del Lavoro, che dovrà valutare se nella mancata autorizzazione si riscontrino gli estremi dell’abuso di potere.

(PLP)

 

  Il titolo di questo articolo è lo stesso di un convegno che si è svolto a Gubbio lo scorso venerdì pomeriggio, organizzato dai comitati ambientali ma anche dal WWF e da Isde medici per l’ambiente. La relazione di apertura, e che ha dato il là a tutto l’incontro, è stata fatta da Laura Reali, Pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri, con il titolo Qualità dell’aria e salute dei bambini: quali rischi? E la prima evidenza è che l’inquinamento atmosferico rimane il più grande rischio ambientale per la salute in Europa. E l’inquinamento dell’aria colpisce più di tutti donne e bambini. L’aria inquinata respirata durante la gravidanza comporta un aumento del rischio di basso peso alla nascita, ridotta crescita fetale, nascita pretermine, disturbi del neurosviluppo, ipertensione in gravidanza, ridotta funzionalità polmonare, aumento dell’asma e di altri disturbi respiratori. E questo solo prendendo in considerazione l’aria. È purtroppo oramai un’evidenza internazionale suffragata da importanti studi epidemiologici, che noi stiamo uccidendo il cervello dei nostri bambini esponendoli a metalli tossici.

I periodi pre e post natale rappresentano le finestre più vulnerabili. Le polveri più sottili come il PM 2,5 provocano esiti avversi per il neurosviluppo. E queste sostanze sono emesse in grandi quantità anche da industrie definite non a caso insalubri di prima classe, come i cementifici. E, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della sanità, il 10% del cancro è causato dall’inquinamento ambientale.

Il problema è che noi continuiamo a bruciare e inquinare tutte le matrici ambientali e l’inquinamento ambientale è la causa di quella “pandemia silenziosa” ovvero continuiamo a riempire il cervello dei bambini di sostanze tossiche che non permettono al cervello di crescere. Per cui la salute mentale dei bambini è fuori controllo anche a causa dell’inquinamento.

Poi è stata presentata una ricerca che sta partendo ora sulla popolazione infantile eugubina, su bambine e bambini tra gli otto i dieci anni, proprio per misurare i danni che l’esposizione a due cementifici può provocare. Chi guida la ricerca è Massimo Moretti, docente del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Perugia. La ricerca si chiama Progetto MAPEC Gubbio: monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in bambini residenti vicino a cementifici. La ricerca durerà più di un anno e avrà anche una classe di controllo di bambini che vivono a Città di castello.

È chiaro che ascoltando questi studi i genitori e i nonni, tutti gli adulti che hanno a cuore i bambini non possono che essere molto preoccupati. Non rassicura affatto la modalità di controllo dell’ARPA (agenzia regionale per la protezione ambientale). Le cinque centraline posizionate sul territorio infatti, non monitorano tutte le sostanze emesse dai cementifici, i dati non vengono trasmessi in tempo reale e spesso vengono pubblicati in modo parziale sostituendo i dati mancanti con asterischi. una sostanza pericolosissima e per la quale non c’è nessuna tolleranza per legge come la diossina non viene controllata in continuo nelle ciminiere. E si sa, quando si brucia un combustibile derivato dai rifiuti la parte più potente, quella che dà energia termica, è costituita dalla plastica. Bruciare plastica produce cloro ovvero un precursore della diossina. Per cui è legittimo che la popolazione non si senta tutelata neanche dalle autorizzazioni rilasciate dalla Regione ai due cementifici.

La Valutazione di Impatto Ambientale alla quale le due industrie non sono mai state sottoposte e una approfondita indagine epidemiologica mai effettuata, servirebbero a fugare dubbi e ad avere dati certi e aggiornati sullo stato di aria acqua e suolo e sulle condizioni di salute della popolazione.

L’incontro ha avuto poi un colpo di scena perché uno dei relatori, Giorgio Miscetti, Vicepresidente ACSO, Direttore del Dipartimento di Prevenzione Usl Umbria 1, che sarebbe dovuto intervenire sul tema Tutela della salute e sviluppo sostenibile, ha ricevuto il giorno prima una lettera da parte del suo Direttore generale nella quale lo si diffidava ad intervenire all’incontro.  Per cui il conduttor dell’incontro, il giornalista Andrea Chioini, ha dato vita ad una performance quasi teatrale mettendo sul tavolo dei relatori un manichino a mezzo busto con sotto il nome del relatore a cui è stato impedito di intervenire. Dopo di che ha presentato le slide della sua relazione.

Lo si sa da sempre, la ricerca della verità è altra dalla ricerca del potere. Rimangono le domande e si fanno sempre più inquietanti. Chi ha paura della conoscenza? Chi ha paura delle indagini epidemiologiche? Chi ha paura della verità?

 

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