MASSAGGIO SPORTIVO

Benessere / 105

MASSAGGIO SPORTIVO

di Giuseppe Mazzocco

 

   Nell’introduzione del lavoro, l’Autrice chiarisce che nel mondo della terapia manuale, dal diversificato uso e dalla successione delle manovre, scaturiscono diversi tipi di massaggio: terapeutico, estetico, riabilitativo e sportivo.

   La parola “sportivo” specializza, allora, non solo una tecnica d’intervento ed una diversa utenza, ma prevede un diverso corollario di prevenzione e di rieducazione.

   L’indice del lavoro enuncia, fra i più significativi, i seguenti capitoli: il massaggio e la sua storia; le basi neuro-anatomiche; l’azione fisiologica e le controindicazioni; gli incidenti, le manovre e la loro successione; il massaggio nei diversi tipi di sport ed il bendaggio funzionale.

   Il massaggio e la sua storia è il titolo del primo capitolo che espone come non si trovi, nella nostra lingua, una parola che esprima esattamente e concettualmente quanto si intende con la denominazione massaggio. Non possediamo alcun vocabolo che equivalga a far comprendere il complesso delle manipolazioni praticate sulla superficie di un organismo a scopo terapeutico o estetico o sportivo. Identifichiamo, quindi, il termine massaggio, parola entrata ormai nella pratica medica e fisioterapica, con quel complesso di operazioni meccaniche manuali applicate a scopo di cura.

   Dopo queste iniziali righe, il lavoro riporta, con apprezzabile puntualità bibliografica e grande rigore storico, un quadro completo dello sviluppo, dell’uso e del significato che la pratica del massaggio ha avuto nel corso dei secoli.

   Era conosciuto nella millenaria storia degli Indù che, nella pratica religiosa del loro Schamvahna, usavano le frizioni mattutine del corpo, fatte con olio profumato, per una specie di catarsi. Quasi un volersi pulire dagli inquinamenti terrestri e prepararsi per entrare al cospetto del divino.

  Gli antichi Cinesi usavano il massaggio (come è riportato nei due libri “San-Tsai-Ton-hoi” e “Con-fou”, scritti nel 2.700 a.C.) per scopi terapeutici, così come facevano gli Indiani, in quella operazione che chiamavano “chamboning”.

   Gli Egiziani hanno lasciato (nel papiro di Smith del 1.600 a.C., copia di un originale del 3.000 a.C.) una precisa testimonianza scritta e disegnata del trattamento manipolativo della colonna vertebrale.

   Ippocrate è, comunque, il primo a scrivere del massaggio, che chiama “anatripsis”, e ad usarlo, con manovre precise, per far riassorbire versamenti, liberare le articolazioni, rinforzare gli atleti. Tra l’altro è stato sicuramente il primo specialista a realizzare il massaggio addominale: gli scritti al riguardo riportano di come abbia curato e guarito, col solo massaggio addominale, una popolana di Elis da una gravissima forma di ostruzione intestinale, che era rimasta refrattaria ad ogni forma di altra terapia.

   Ippocrate, quindi, oltre a battezzare le tecniche manipolative col termine anatripsis (parola greca che significa frizione, sfregamento, allisciamento), codifica i principali interventi; li prova personalmente su atleti e gente comune; li prescrive per ben precisate situazioni patologiche e ne sperimenta nuove applicazioni per trattamenti preventivi e terapeutici.

   Il massaggio meccanico, tipico della cultura occidentale (greca e romana), si esalta, inoltre, nelle testimonianze di Platone, di Olivio, di Aureliano, di Galeno, di Celso (che scrisse, nel suo “De Medicina”, un intero capitolo sulla frizione) e, naturalmente, del citato Ippocrate che, della frizione, ci tramanda una dettagliata indicazione terapeutica. Il massaggio, comunque, ebbe il suo scientifico sviluppo e la sua più larga applicazione nel mondo dello sport.

   Claudio Galeno (129-201 d.C.) lo prescrive ai gladiatori e nella sua opera “De Sanitate Tuenda” ci lascia una precisa metodologia applicativa, con un dosaggio delle pressioni, dei modi, dei tempi, delle sostanze da usare e con delle precise indicazioni. Galeno fu il primo ad insegnare le corrette posizioni ed a disegnare una mappa delle zone da trattare, per ripristinare in maniera precisa delle ben definite patologie. Scrive Galeno nel “De Locis Affectis”, a proposito di un massaggio terapeutico che aveva fatto allo storico romano Pausania (affetto da una forma di paralisi alla mano destra), “… conclusi che vi era una lesione della coppia di nervi, a livello della settima vertebra cervicale, che innerva le dita interessate dalla paralisi. Rimossi i bendaggi che fasciavano la mano e agii sul tratto di colonna che provocava la perdita di sensibilità delle dita”. I sintomi sparirono immediatamente e, conclude Galeno, “… con questo semplice trattamento della colonna vertebrale io ottenni tale magnifico, stupefacente risultato, e, ciò nonostante, ci fossimo presi cura della spina dorsale e non della mano …”.

   Questa testimonianza offre, del massaggio, la giusta interpretazione scoprendo gli scientifici collegamenti che, con l’azione delle mani, si possono attivare e le reazioni positive su organi in sofferenza. L’effetto di una manipolazione non si esaurisce, quindi, a livello cutaneo, ma, trasmesso per via nervosa, attiva risposte positive su altre parti del corpo.

(Continua con la seconda parte).

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