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Benessere / 97
Osservazioni e trattamento chinesiologico del piede torto congenito
di Giuseppe Mazzocco
[Dal movimento razionale al benessere consapevole: un nuovo filone, con al centro le recensioni di ricerche che hanno indagato la motricità, dalla nascita alla senescenza, per conoscere meglio un pilastro dello star bene. ]
Osservazioni, rilevazioni e trattamento chinesiologico di un caso di piede torto congenito
La ricerca, che prende in considerazione un caso di piede torto congenito del tipo equino-varo-supinato, si sviluppa seguendo uno schema che, come lo stesso titolo evidenzia, permette l’osservazione, la rilevazione ed il trattamento chinesiologico di una lesione primitiva di gravità intermedia.![](https://www.centralmente.com/wp-content/uploads/2023/02/Beness-97-immagine-n.-1.jpg)
Il lavoro è, anche, una verifica severa dell’indiscutibile trattamento chinesiologico e, nella terapia generale, dell’equilibrio con i concomitanti interventi di altra natura. La stessa si avvale, cioè, di altre metodiche di intervento: manipolazioni, mobilizzazioni attive e passive, elettroterapie, tecniche ortopediche usuali (apparecchi di contenzione, docce notturne, presidi ortesici) e specifici interventi chirurgici.
Al trattamento chinesiologico, giustamente e con molta chiarezza, vengono assegnati dei limiti e delle, altrettanto giuste e chiare, responsabilità; non essendo, tra l’altro, possibile tracciare, inizialmente, uno schema rigido di terapia, tenendo conto della non univocità della lesione primitiva, sarà l’evoluzione della deformità a condizionare il trattamento che, entro certi limiti, apparirà variabile da caso a caso.
Il lavoro riporta una anamnesi molto particolareggiata del caso in esame e, cronologicamente, tutti i trattamenti eseguiti, evidenziando la necessaria precocità degli interventi. Dopo l’analisi del piede nella propria struttura osteo-mio-legamentosa, in senso statico e dinamico, riporta le classificazioni delle “deformazioni” podologiche, le nozioni, le definizioni, le classificazioni eziopatogenetiche, i gradi di deformità e gli studi radiologici. Vengono annotati, con chiara puntigliosità, i periodi d’intervento, le tecniche scelte, gli aspetti specifici (sia tecnici, che didattici), le terapie collaterali e le motivazioni giustificative di alcune scelte (per esempio, le ortesi specifiche e le calzature).
La terapia incruenta e/o cruenta del piede torto congenito, qualunque sia la metodica usata, per essere efficace deve risolvere, almeno, due delle condizioni caratteristiche, patologiche, fondamentali: l’alterato rapporto fra le varie ossa del piede e di queste con la gamba (condizione anatomica) e l’alterato equilibrio dei gruppi muscolari del piede e della gamba (condizione funzionale).![](https://www.centralmente.com/wp-content/uploads/2023/02/immagine-n.-2.jpg)
Le conoscenze di genetica non consentono una profilassi concreta, né una correzione stabile, considerato che la risoluzione di questi casi è di difficile realizzazione, in età pediatrica.
La terapia, pertanto, è casuale, quando rimuove il fattore meccanico, ed esclusivamente sintomatica, dal momento che può influire sulla deformità, ma non guarirla, fino a quando non si esaurisce nel piede l’influenza malformativa genetica.
La valutazione dei risultati, obiettivamente, è possibile solo ad accrescimento ultimato; la possibilità di una recidiva è, infatti, sempre presente, anche nei casi ben corretti.
I risultati sono legati a due condizioni principali: la gravità della deformità iniziale e la precocità del trattamento.
Si possono distinguere, per quanto riguarda le indicazioni, almeno tre tipi di forme:
1) forme ben correggibili, passivamente, che vanno trattate con manipolazioni passive e, quando occorre, con l’applicazione di apparecchi di contenzione, per mantenere corretta la deformità, in periodi intervallati;
2) stimoli chinesiologici di presa di coscienza del segmento piede, di stabilizzazione muscolare, di facilitazione neuromuscolare e di fine motricità;
3) forme scarsamente correggibili, che se non “cedono” precocemente al trattamento fisioterapico ed agli apparecchi gessati, vanno trattati con presidi chirurgici differenziati, in funzione della gravità, con risultati non sempre entusiasmanti; richiede lo stesso trattamento chinesiologico delle forme precedenti;
4) forme non correggibili, che in genere beneficiano della correzione chirurgica precoce e per le quali il trattamento fisio-chinesiterapico successivo ha lo scopo di favorire lo sviluppo di schemi motori corretti.
Una specifica bibliografia e delle significative foto del caso presentato, rendono più completo tutto il lavoro.