HomeLa RivistaFolklore e dialettiOsservazioni e trattamento chinesiologico del piede torto congenito

Osservazioni e trattamento chinesiologico del piede torto congenito

Benessere / 97

Osservazioni e trattamento chinesiologico del piede torto congenito

di Giuseppe Mazzocco

[Dal movimento razionale al benessere consapevole: un nuovo filone, con al centro le recensioni di ricerche che hanno indagato la motricità, dalla nascita alla senescenza, per conoscere meglio un pilastro dello star bene. ]

Osservazioni, rilevazioni e trattamento chinesiologico di un caso di piede torto congenito

   La ricerca, che prende in considerazione un caso di piede torto congenito del tipo equino-varo-supinato, si sviluppa seguendo uno schema che, come lo stesso titolo evidenzia, permette l’osservazione, la rilevazione ed il trattamento chinesiologico di una lesione primitiva di gravità intermedia.

   Il lavoro è, anche, una verifica severa dell’indiscutibile trattamento chinesiologico e, nella terapia generale, dell’equilibrio con i concomitanti interventi di altra natura. La stessa si avvale, cioè, di altre metodiche di intervento: manipolazioni, mobilizzazioni attive e passive, elettroterapie, tecniche ortopediche usuali (apparecchi di contenzione, docce notturne, presidi ortesici) e specifici interventi chirurgici.

   Al trattamento chinesiologico, giustamente e con molta chiarezza, vengono assegnati dei limiti e delle, altrettanto giuste e chiare, responsabilità; non essendo, tra l’altro, possibile tracciare, inizialmente, uno schema rigido di terapia, tenendo conto della non univocità della lesione primitiva, sarà l’evoluzione della deformità a condizionare il trattamento che, entro certi limiti, apparirà variabile da caso a caso.

   Il lavoro riporta una anamnesi molto particolareggiata del caso in esame e, cronologicamente, tutti i trattamenti eseguiti, evidenziando la necessaria precocità degli interventi. Dopo l’analisi del piede nella propria struttura osteo-mio-legamentosa, in senso statico e dinamico, riporta le classificazioni delle “deformazioni” podologiche, le nozioni, le definizioni, le classificazioni eziopatogenetiche, i  gradi di deformità e gli studi radiologici. Vengono annotati, con chiara puntigliosità, i periodi d’intervento, le tecniche scelte, gli aspetti specifici (sia tecnici, che didattici), le terapie collaterali e le motivazioni giustificative di alcune scelte (per esempio, le ortesi specifiche e le calzature).

   La terapia incruenta e/o cruenta del piede torto congenito, qualunque sia la metodica usata, per essere efficace deve risolvere, almeno, due delle condizioni caratteristiche, patologiche, fondamentali: l’alterato rapporto fra le varie ossa del piede e di queste con la gamba (condizione anatomica) e l’alterato equilibrio dei gruppi muscolari del piede e della gamba (condizione funzionale).

  Le conoscenze di genetica non consentono una profilassi concreta, né una correzione stabile, considerato che la risoluzione di questi casi è di difficile realizzazione, in età pediatrica.

   La terapia, pertanto, è casuale, quando rimuove il fattore meccanico, ed esclusivamente sintomatica, dal momento che può influire sulla deformità, ma non guarirla, fino a quando non si esaurisce nel piede l’influenza malformativa genetica.

   La valutazione dei risultati, obiettivamente, è possibile solo ad accrescimento ultimato; la possibilità di una recidiva è, infatti, sempre presente, anche nei casi ben corretti.

   I risultati sono legati a due condizioni principali: la gravità della deformità iniziale e la precocità del trattamento.

   Si possono distinguere, per quanto riguarda le indicazioni, almeno tre tipi di forme:

  1) forme ben correggibili, passivamente, che vanno trattate con manipolazioni passive e, quando occorre, con l’applicazione di apparecchi di contenzione, per mantenere corretta la deformità, in periodi intervallati;

  2) stimoli chinesiologici di presa di coscienza del segmento piede, di stabilizzazione muscolare, di facilitazione neuromuscolare e di fine motricità;

3) forme scarsamente correggibili, che se non “cedono” precocemente al trattamento fisioterapico ed agli apparecchi gessati, vanno trattati con presidi chirurgici differenziati, in funzione della gravità, con risultati non sempre entusiasmanti; richiede lo stesso trattamento chinesiologico delle forme precedenti;

4) forme non correggibili, che in genere beneficiano della correzione chirurgica precoce e per le quali il trattamento fisio-chinesiterapico successivo ha lo scopo di favorire lo sviluppo di schemi motori corretti.

   Una specifica bibliografia e delle significative foto del caso presentato, rendono più completo tutto il lavoro.

 

 

Nessun Commento

Inserisci un commento