HomeLa RivistaAttualità e AmarcordDOPO LE PROFEZIE INASCOLTATE DI UN GRANDE MEDICO ABRUZZESE, IL GIOVANE STUDIOSO DEL LOUVRE TORNA PER RIGENERARE LA SUA CITTA’

DOPO LE PROFEZIE INASCOLTATE DI UN GRANDE MEDICO ABRUZZESE, IL GIOVANE STUDIOSO DEL LOUVRE TORNA PER RIGENERARE LA SUA CITTA’

Attualità & amarcord / 71

DOPO LE PROFEZIE INASCOLTATE DI UN GRANDE MEDICO ABRUZZESE,

IL GIOVANE STUDIOSO DEL LOUVRE TORNA PER RIGENERARE LA SUA CITTA’

di Marcello Martelli

In fuga dalla città che allontana i giovani, ma c’è chi torna e anche con un progetto importante per rimettere in cammino il territorio. Questo l’itinerario a due sensi di Fernando Filipponi, docente universitario, storico dell’arte e ricercatore del Louvre di Parigi, cui diamo l’abbraccio del buon ritorno. Dopo aver maturato all’estero esperienze d’arte e cultura, il giovane studioso è arrivato avendo in valigia un progetto vincente per la sua città mai dimenticata. Lontano dalla terra natale, dopo aver visto e studiato, ha ripensato a luoghi, monumenti, vicoli e pietre della sua Interamnia. Per dare ali a un sogno di rigenerazione urbana che promette rinascita e nuovo cammino, con un look che non lascia indifferente chi, per troppo tempo, non ha visto né capito. “Le città vanno rigenerate guardando oltre il proprio tempo, come fecero i costruttori delle cattedrali medioevali…”.Il giovane ricercatore del Louvre ha consegnato il suo “pacchetto” al governo locale, dove passa la possibilità di ricaduta a terra dei progetti in questi tempi di innovazione così veloce e urge dotarsi di competenze. Necessarie per un lavoro creativo e qualificante, che offre prospettive ai giovani, recuperando valori ed esperienze storiche del territorio. Il giovane conterraneo ha capito che ogni città si porta dietro storia, tradizione, cultura, e il turismo che ne è collegato, e queste dimensioni sono un parametro di riferimento. Perciò, il docente Fernando Filipponi è tornato per affrontare con noi la sfida che apre la città chiusa ed è importante non lasciarlo solo in tempi impegnativi di PNRR, trovandoci nella fase ricostruttiva del nostro tessuto urbano.

Contestualmente emerge il rammarico. Avessimo ascoltato la lezione del dimenticato Bernardino Masci e fatto tesoro delle sue previsioni nel libro “Al servizio della vita umana” pubblicato da Garzanti nel 1947. Una testimonianza preziosa per chi ci governa sui nodi che affliggono la Sanità. Dove inefficienze e ritardi si moltiplicano da tempo, in danno della salute pubblica, grazie a politica, baroni e vecchie carenze. In questi giorni, nella nostra Asl, arrivano nuove nomine di primari e dirigenti, mentre le organizzazioni sindacali dei medici denunciano una situazione nazionale che si prevede drammatica nei prossimi cinque anni, a causa dei pensionamenti previsti e del mancato bilanciamento di nuove assunzioni.. Nel libro il grande medico abruzzese, mette davanti al lettore i suoi sentimenti, le sue esperienze e le sue incertezze, cercando di evidenziare l’aspetto umano e il rapporto con i pazienti. Si stima che mancheranno all’appello 45 mila medici, tra specialisti e medici di famiglia. “Una forbice –sottolinea l’ANAAO- che si allargherà ancora di più fra 10 anni. Nel 2028, infatti, dovrebbero andare in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 unità”. Nel 2009 i Medici di Medicina Generale in Italia erano 94 per 100 mila. Oggi sono 88. “Responsabile di questo lento e inesorabile declino- aggiunge l’ANAAO- è l’attuale sistema italiano delle scuole di specializzazione in medicina, che non garantirà – secondo gli esperti – un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro. A mancare nelle corsie saranno a breve soprattutto pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi”. Nel 2023 il gap si dovrebbe sentire in tutte le specializzazioni mediche.

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