HomeEditorialiChi muore e chi rinasce, tra palla e racchette lo sport che scolvolge e meraviglia

Chi muore e chi rinasce, tra palla e racchette lo sport che scolvolge e meraviglia

Editoriale  / 152

 di Pierluigi Palmieri

 Come in un copione di un film  scritt da un anonimo e sadico burlone, tra domenica e lunedì scorsi lo sport ci ha regalato, una sequenza  di immagini sconvolgenti che mai avremmo voluto vedere e che i campi di “gioco”, visto che portano questo nome, non dovrebbero mai produrre.

In Friuli, durante l’incontro di calcio di Serie A Udinese – Roma,  intorno alle 19,30, superata  da poco la metà del secondo tempo, Evan Ndicka uno dei difensori centrali romanisti, si è improvvisamente accasciato sul prato toccandosi il petto dal lato del cuore. Pallone lontano e nessun avversario nelle vicinanze, ai soccorritori il giocatore indica il punto dolens e scatta l’allarme per problemi cardiaci, con conseguente uscita in barella.

Come non andare con il pensiero ai tragici momenti, anche abbastanza recenti,  in cui sul campo un calciatore ha rischiato di morire, ed altri in cui un atleta vi  ha  trovato la morte. Cito a memoria, tra gli italiani, Renato Curi e Piermario Morosini, stroncati rispettivamente sui campi di Perugia (1977) e di Pescara (2012) e, gli stranieri il camerunense Marc Foé (2003) e il portoghese Antonio Puerta (2017). Le morti di Giuliano Taccola ( 1969) e Davide Astori (2018), sono avvenute fuori dal campo, ma nello stesso giorno in cui gli atleti erano tra i convocati per le partite di Serie A  con i rispettivi Club.

I controlli medici e farmacologici  ai tempi di Taccola non erano approfonditi e anche i metodi degli allenatori, con in testa il “Mago” Helenio Herrera, sottendevano lati oscuri, talvolta non ortodossi al limite del sadismo.

La fortuna ha arriso ad altri giocatori che, colpiti da arresto cardiaco, mentre giocavano partite ufficiali si sono salvati per il tempestivo intervento dei soccorritori e poi dai medici degli ospedali. Ricordo bene il caso di Fabrice Muamba, il cui cuore, sottoposto a continue scariche di deiblillatore ha ripreso a battere  dopo un’ora e 18 minuti. Si era nel 2012, mentre nl 2021 a Christian Eriksen, svenuto in campo durante la partita dei Campionati Europei Danimarca-Finlandia,  subito soccorso dai compagni con in testa Simon Kiaer, oggi in forza al Milan. è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo che gli permetterà sette mesi dopo di tornare in campo  in Inghilterra prima con il Brentford e nella stagione successiva con il Manchester. 

Lo stesso sorriso, che quattro giorni dopoabbiamo visto stampato   sul viso di  Evan Ndicka che è sceso in campo ad abbracciare i compagni che, nonostante la sua assenza, hanno battuto il Milan qualificandosi per le semifinali della Europa League.

 Anche storie a lieto fine quindi. Ma nel contesto del caso Ndicka il calcio ci ha riservato altre brutte sorprese. Nello stesso pomeriggio di domenica scorsa , il 26enne Mattia Giani calciatore del Castelfiorentino, che milita nel campionato di Eccellenza , si era accasciato sul prato dopo pochi minuti dall’inizio della partita con il Campi ed era stato ricoverato in ospedale.

Mattia Giani (foto da tag24)

Versava  in gravi condizioni proprio mentre il malore dell’ivoriano della Roma aveva creato apprensioni nell’allenatore De Rossi e in tutto lo Stadio friulano, fino alla decisione di sospendere la partita. Poi:  «Sta bene, sta bene!», ha esclamato uscendo  dall’ospedale con un sorriso a tutta bocca Hassane Kamara che, anch’egli ivoriano e nell’occasione avversario in campo,   non ha lasciato mai da solo l’amico Ndicka. Ironia della sorte il lunedì quel  malefico copione mentre offriva notizie rassicuranti su NDicka[1] annunciava la morte di Mattia Giani. Un particolare non secondario sta nel fatto che il fratello di Mattia è il fidanzato della sorella di Gianluca Mancini, il calciatore della Roma  che si era tanto prodigato per assistere il compagno a Udine e dopo aver segnato un gol importante nella partita contro il Milan non  usato  la sua consueta esuberanza davanti ai tifosi, ma ha esposto una maglia con la scritta “Mattia sarai sempre con noi”.

All’alternanza tra buone e cattive notizie fa da contraltare una certezza: lo sport ha restituito alla vita Daniele Curatola, che è nato morto ed è stato rianimato, dopo 5 minuti sono riusciti a fargli ripartire il cuore. Secondo la diagnosi post natale, non doveva proprio alzarsi dal letto, doveva essere un vegetale. Un miracolo vivente di per sé che oggi fortunatamente continua perché ha conquistato una medaglia d’oro e una d’argento  nella corsa con le racchette da neve nonostante non veda. Nella sezione Sport pubblichiamo la sua storia in questo numero della Rivista sintetizzata da A. Palazzotti (ecco  il link: Daniele, nato “morto”, e’ un lottatore, non vede gli ostacoli ma li supera. – Centralmente  ) non senza sottolinere che attraverso lo sport un morto è tornato a vivere pienamente. Lo sport che sconvolge e che meraviglia. Appunto. 

[1]

 Va notato, a favore dell’arbitro Pairetto e del Calciatore dell’Udinese Lucca che quelli che, come chi scrive,  durante il primo tempo avevano visto sul teleschermo  il replay del contrasto tra i due giocatori si erano resi conto che il gomito di Lucca, un gigante alto 201cm per 80kg, non aveva fatto una carezza sul petto del pur coriaceo ivoriano (192cm per 80 kg). Il regolamento del Calcio prevede la punizione dl un giocatore, fino all’espulsione, quando colpisce l’avversario al volto o alla testa, mentre nel caso specifico il colpo è finito, per usare il gergo pugilistico al “bersaglio grosso” e, a termini di regolamento,ritengo che la decisione dell’arbitro di non fischiare ci sta. Del resto  lo stesso Ndicka non aveva protestato più di tanto limitandosi ad una smorfia di dolore. Ad onor di cronaca riferisco che un ex-arbitro chiamato a commentare l’episodio in Tv nella domenica sportiva aveva voluto escludere che quel colpo fosse stato all’origine del malore di Evan NDicka, Una exusatio gratuita per il suo collega in servizio che, come ripeto, non aveva responsabilità.

 

 

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