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LIBRI COME SCUDI: IL LIMITE DELLA SPADA

IL Limite / 52

Libri come scudi: il limite della spada

“Sapete, diceva Napoleone a Fontanes, che cosa ammiro di più al mondo? Che la forza sia impotente a fondare qualcosa. Vi sono soltanto due potenze al mondo: la spada e lo spirito. Alla lunga, la spada viene sempre vinta dallo spirito” 

                                                     A.Camus

La poesia, la letteratura, la cultura, non salvano il mondo ma possono rappresentare una difesa e, se non proprio una difesa, sicuramente una cura 

Era convinzione del poeta russo in esilio J. Brodskij che “se i padroni di questo mondo avessero letto un po’di più, sarebberoro un po’ meno gravi il malgoverno e le sofferenze”. E poi aggiungeva, “se scegliessimo i nostri governanti sulla base della loro esperienza di lettori e non sulla base dei loro programmi politici, ci sarebbe assai meno sofferenza sulla terra”. 

Lo scrittore non parlava naturalmente della semplice istruzione, perché quasi tutti i grandi distruttori del XX (e del XXI!) secolo erano istruiti. Lenin, Mussolini, Stalin, Hitler, Mao erano istruiti, ma “l’elenco dello loro vittime era infinitamente più lungo dell’elenco delle loro letture”. 

La poesia, la letteratura, la cultura, non salvano il mondo ma possono rappresentare una difesa e, se non proprio una difesa, sicuramente una cura. Rappresentano una difesa contro la legge della giungla, contro la legge che domina la storia, ovvero la forza e la violenza. L’uso della forza trasforma gli esseri umani in cose, di cui il potere può disporre a piacimento e di cui si serve per perseguire i suoi disegni. La spada, il potere militare, che è il potere allo stato puro, ma anche il potere economico o il potere politico, sembrano sempre prevalere sullo spirito, ovvero sulla libertà, sulla bontà e sull’umanità. Ma la spada trova il suo limite nell’incapacità a fondare qualcosa; mentre vince, prepara già la sua rovina. È sempre stato così, ancora oggi è così. Molti avranno visto l’emblematica foto, divenuta celebre sui social, che mostra una finestra di una casa di Kiev i cui abitanti, per proteggersi dalle schegge di vetro, hanno tappezzato una parete di libri. Libri come scudi. Certo, la spada di cui parlava Napoleone non è il carro armato. I conquistatori hanno fatto progressi. I libri, la letteratura, la cultura, possono rappresentare ancora uno scudo contro la forza e la violenza?  Quella povera cortina di pagine di carta che cosa può opporre ai missili ultrasonici? 

Il più grande scrittore russo vivente, M. Shiskin, che vive in esilio, ha detto in un’intervista recente, “Ahimè, anche i migliori libri dell’umanità non possono fermare la guerra. È successo alla grande letteratura tedesca che non ha potuto impedire Auschwiz. E’ successo alla grande letteratura russa che non potuto impedire il Gulag. La grande letteratura è una grande perdente? L’unica cosa che ha potuto fare è stata aiutare a sopravvivere”. 

Ora siamo allo stesso punto. I libri non possono impedire la guerra in Ucraina ma possono aiutare a sopravvivere. I grandi potenti della storia, i dittatori, moriranno e la letteratura, come la musica, come i libri, come anche la natura, torneranno a fiorire dopo l’inverno della violenza e della crudeltà. Se la guerra è il disumano, la letteratura ci aiuterà a rimanere umani. Ovvero a trarre fuori di noi la parte più che umana di noi stessi.

I dittatori, i potenti della terra, arrivano, fanno i loro danni e poi scompaiono. La spada sembra vincere solo momentaneamente perché, alla lunga, la natura vince sulla storia, sempre.  E quando i dittatori se ne saranno andati, quello che rimarrà sarà il nostro amore, i nostri figli, le nostre speranze e i nostri libri. 

PS. Scrivo queste poche righe da Weimar, in Germania. Al centro di questa straordinaria città della Turingia c’è una statua che raffigura Goethe e Schiller, due giganti della letteratura e del pensiero universale, che vissero e morirono qui. La particolarità di questa statua è che li raffigura assieme, mentre stanno vicini uno all’altro, in atteggiamento amichevole: uno tiene una mano sulla spalla dell’altro. La statua è il simbolo della storia della loro grande amicizia. Questa singolare statua è diversa da quelle erette ai potenti della storia, i quali se ne stanno fissi nella loro solitudine ossessiva. È un monumento all’amicizia tra due grandi rappresentanti della nobiltà dello spirito. Alle loro spalle, c’è il teatro in cui venne varata nel 1919 la repubblica di Weimar, con la sua costituzione democratica. Se quella fragile repubblica avesse resistito all’attacco del Nazismo, la storia del ‘900 sarebbe stata ben diversa. 

Eppure oggi, questa tranquilla città, piena di librerie e di studenti di tutto il mondo, testimonia come la pace e la collaborazione, il potere creativo dello spirito, la sanno più lunga del rumore e del furore della spada.  

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