HomeAttualitàMovida violenta ad Avezzano, quali le soluzioni?

Movida violenta ad Avezzano, quali le soluzioni?

Continue risse, auto vandalizzate, esercenti sotto accusa, continui appelli delle istituzioni alla responsabilità delle famiglie. Che cosa sta accadendo nel centro di una città un tempo tranquilla, e ora richiamata perfino dalle cronache nazionali per il selvaggio comportamento dei propri adolescenti?

I fatti di cronaca degli ultimi mesi ci danno un quadro sconsolante: numerose le risse nelle strade principali, da via Corradini a via Garibaldi, finanche in piazza Risorgimento, cuore stesso di Avezzano.

Invero, in molte città italiane i comportamenti adolescenziali violenti si sono moltiplicati al termine del periodo di lockdawn, quale possibile e probabile reazione alla perdita delle naturali valvole di sfogo che tanto importanti sono per i giovani in età evolutiva: l’impossibilità di fare sport o di esprimere la propria socialità, insieme ad un esacerbamento delle tensioni familiari dovute spesso alla convivenza forzata, hanno spinto a reazioni estreme, rimarcando i tratti maggiormente distruttivi dei più giovani.

Tuttavia, è ben noto che ad Avezzano e nella Marsica gli episodi violenti trovano una genesi ben più radicata, e certamente non riconducibile esclusivamente all’eccezionale periodo del Covid, che può forse aver ulteriormente catalizzato, ma non certamente causato, quel senso di impunità e di adesione alla violenza che erano già presenti nel nostro territorio.

La Marsica sembra dunque star vivendo una degradazione sociale già assistita in altri territori più poveri e tradizionalmente periferici, anche a causa della mancanza di prospettive dovute al nazionale aumento della disoccupazione giovanile e all’impossibilità, per i ragazzi e le ragazze, di poter progettare la propria vita in prospettiva. Ed ecco dunque che consolazioni effimere e pericolose assumono una suadente attrattiva verso i più deboli, che trovano nell’abuso di alcol e nella droga una via di fuga più rapida dai problemi quotidiani.

L’abuso di sostanze e di alcolici contribuisce poi a scatenare quegli istinti violenti che si manifestano negli atti di vandalismo e nelle risse sempre più frequenti.

Certamente, dunque, un maggior controllo delle famiglie, come richiamato dalle autorità stesse, può essere un primo modo per correggere comportamenti sbagliati, ma le Istituzioni, con la I maiuscola, non possono ignorare il proprio ruolo fondamentale.

I ragazzi e le ragazze del nostro territorio devono trovare un modo costante e positivo per indirizzare le energie che caratterizzano la loro età, e ciò può avvenire con l’attuazione di programmi sportivi, artistici, e di interesse, che li coinvolgano e li spingano a volgersi con maggiore sicurezza verso il futuro. In caso contrario, senza misure preventive che in questa fase sono assolutamente necessarie, non si potrà che, in futuro, cercare di affidarsi a misure sempre più repressive, che invece di curare il problema si limiteranno a contrastarne i sintomi.

Le Istituzioni, dunque, cerchino di implementare il più possibile le risorse in campo, attuando programmi di educazione civica nelle scuole del territorio e finanziando il più possibile le attività extra-scolastiche, garantendo così ad ogni ragazza e ragazzo, specie chi non può permetterselo per ragioni di economia familiare, l’accesso allo sport e alle attività formative (artistiche, umanistiche, digitali, etc.) che possano assicurare uno sviluppo sano, e tener lontani i nostri giovani dall’oscuro abisso delle dipendenze.

Avv. Gianmaria A. Ruscitti

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