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PARTICOLARI ASPETTI DI RIEDUCAZIONE CHINESIOLOGICA (PRIMA PARTE)

Benessere / 156

di Giuseppe Mazzocco

   Un aspetto importante, che viene chiaramente esplicato fin dall’introduzione e ribadito nella conclusione, è la completezza che deve avere lo stimolo rieducativo.

   Meritano, infatti, l’appellativo di metodi terapeutici di rieducazione funzionale, ricorda l’Autrice, solamente quelli che agiscono globalmente sul soggetto, considerato sempre come unità psicofisica.

   Il chinesiologo dovrà saper creare un insieme di esercizi fisici, attivi e volontari, in armonia con lo stato del soggetto e dovrà adattarlo, sempre, a ciascun caso, in uno stretto concetto di individualità.

   La riabilitazione chinesiologica spazia in un campo molto ampio e molteplici possono essere le applicazioni e le tecniche.

   Alcune, come i massaggi o il movimento, hanno un passato terapeutico di grossa “consistenza” metodologica; le loro applicazioni sono state migliorate e confermate negli anni; le loro basi sono state scientificizzate e comprovate con l’evidenza di un campo d’azione comprendente l’area ospedaliera, quella sportiva e quella estetica.

   Tutti i modi d’intervento, comunque, devono essere coordinati ed “usati” congiuntamente, per un miglior risultato.

   L’Autrice affronta, separatamente, le tre possibilità applicative: il movimento, il massaggio e la terapia fisica.

   Per ognuna ne ricorda gli ambiti tecnici, le giustificazioni fisiologiche e le   modalità realizzative.

   Il capitolo successivo riporta cenni di anatomia dei segmenti dell’apparato locomotore riferiti alle patologie che saranno trattate in seguito: rachide, spalle e ginocchia.

   Il quarto capitolo propone i passaggi principali di alcuni percorsi riabilitativi fatti con il movimento, precisando la struttura delle singole sedute e descrivendo alcuni esercizi principali.

   Il quinto capitolo affronta l’argomento massaggio, con le ragioni concettuali delle singole manovre usate: sfioramento, frizione, impastamento e scollamento.

   Il sesto capitolo entra in quella che è un particolare aspetto di rieducazione chinesiologica, a cui le parti trattate hanno “tirato la volata”.

   Il movimento, il massaggio e la terapia cambiano ambiente di lavoro e “scendono in acqua”. Ecco, allora, il perché dei capitoli successivi: idroterapia riabilitativa, lo stretching in acqua ed il rafforzamento muscolare in acqua.

   Nel lavoro, tra le diverse tecniche rieducative a disposizione del chinesiterapeuta, è stata presa in considerazione, in modo specifico, l’idroterapia.

   Nei cenni storici, l’Autrice ricorda che il termine idroterapia deriva dalle parole greche “acqua” e “trattamento” e che non si sa con precisione quando l’acqua sia stata usata per la prima volta per scopi curativi, anche se Ippocrate (460-370 a.C.) prescriveva l’acqua calda e fredda (bagni di contrapposizione) nel trattamento di alcune malattie.

   L’acqua, per scopi ricreativi e curativi, fu largamente usata dai Romani, con ben quattro tipi di “bagno”: uno con acqua fredda, usato per scopi ricreativi; uno con acqua tiepida, fatto in un ambiente molto caldo; un bagno in acqua caldissima ed uno che si faceva in acqua calda ed in ambiente con vapore.

   Dell’idrologia, molto più tardi, scrisse Sir John Flayer, un medico di Lichfield, che nel 1697 pubblicò un articolo dal titolo “un’inchiesta sul giusto uso dei bagni caldi, freddi e temperati, in Inghilterra”; venticinque anni più tardi pubblicò una “Storia dei bagni freddi”. Nel 1779 il Dott. Wright, un medico di bordo, pubblicò lavori sull’uso dell’acqua nel trattamento del vaiolo e degli stati febbrili, dando lo spunto al Dott. Currie, medico a Liverpool, che scrisse “Rapporti medici degli effetti dell’acqua fredda e calda, come rimedio per la febbre”.

   Più tardi, il Dott. Winterwitz di Vienna stabilì una solida base fisiologica per l’idroterapia che, nel 1930, sbarcò in America, con l’apertura di uno dei primi centri di tale tecnica.

 Oggi i lavori in acqua sono parte integrante dei recuperi della rieducazione chinesiologica, come sono essenziali quelli che si realizzano in ambiente termale, dove è possibile “godere” dei benefici degli specifici componenti terapeutici: il calore, il fango, il massaggio ed il movimento.

(Continua con la seconda parte).

 

Premio Nazionale ANATRIPSIS – Le culture manipolative, le scienze motorie e le aree pertinenti fra storia, metodologie applicative ed aspetti professionali – Edizione 1997.

 

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