HomeLa RivistaPULL BACK, OVVERO RITORNIAMO AL REALE?

PULL BACK, OVVERO RITORNIAMO AL REALE?

Valore & Valori 154

di Mario Travaglini

Al giorno d’oggi, molte persone preferiscono usare il termine “reale” per descrivere qualcosa o qualcuno che ammirano. Spesso diciamo con sussiego  che quella tale persona  è “vera”, che quella certa squadra è “per davvero forte”, che quella donna è “veramente affascinante” o che quel particolare  ristorante serve “vero cibo regionale”, etc. etc. Anch’io utilizzo con una certa frequenza  il termine “vero”, perché sappiamo tutti cosa significa, anche se può essere usato in contesti molto diversi.

Questa piccola premessa mi serve per confrontarmi con la realtà in corso in questo momento, ovvero l’inizio di un ritorno a valori ragionevoli sul mercato azionario. Come probabilmente sapranno coloro che leggono i miei post settimanali, nell’ultimo mese il contesto macroeconomico in questo tipo di mercato è peggiorato su molti fronti. Lo sappiamo perché nelle ultime settimane abbiamo assistito a un calo dei prezzi delle azioni, calo che oltre che essere appropriato è solo all’inizio di un percorso volto ad un ulteriore ribasso. In effetti, tre dei cinque principali segnali del mercato da me monitorati hanno registrato un peggioramento durante il mese passato. Il più significativo è stato l’aspettativa di un taglio dei tassi di interesse a giugno da parte della Federal Reserve e a seguire della BCE. Le speranze di un calo di giugno sono state deluse dal rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di marzo e il mercato ora si trova di fronte alla possibilità che il programma si limiterà ad appena due tagli o addirittura ad uno solo. Ricorderete che il mercato ha iniziato l’anno aspettandosi fino a sette tagli.

Il cambio di rotta viene attribuito ad un  rallentamento del calo dell’inflazione, che si è rivelato più “vischioso” di quanto sperassero i rialzisti. Tutto questo lo sappiamo dai dati CPI già menzionati. E poi c’è la cosiddetta  geopolitica, che è riemersa, a mio parere giustamente,  come influenza sul mercato a causa dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran oltre a quello ormai incancrenito tra Russia e Ucraina.. Questa crescente tensione sta spingendo al rialzo i prezzi del petrolio e di altre materie prime, pesando come un macigno sul sentiment degli investitori.

È importante notare che questo deterioramento non ha comportato un cambiamento in quello che io chiamo il “giusto valore” del mercato azionario, data la situazione attuale poco sopra evidenziata. Mi rendo conto che quanto segue sarà ostico per molti lettori ma, poiché i numeri non mentono mai, credo non ci sia metodo migliore di rappresentare i fatti utilizzandoli con una sequenza appropriata. Quindi, calma, gesso e attenzione.  In questo momento, il valore equo, o “valore reale”, è rappresentato dal più grande e importante indice azionario  mondiale ovvero lo S&P 500; esso viene scambiato a un multiplo di 19-20. Poiché il P/E (1), ossia l’attuale stima dell’utile per azione S&P 500  previsto per il 2024 è pari a 243 dollari, ciò significa che l’indice S&P 500 è scambiato tra 4.617 e 4.860, con il punto medio a 4.739. Al momento della stesura di questo articolo, S&P 500 viene scambiato a 5.127,79 ossia ad un prezzo superiore del l’8,2% rispetto al suo “valore reale” (il valore medio è di 4.739). Considerando che il  suo picco del 28 marzo è stato pari  a 5. 254 ed il valore reale dello S&P 500 era quasi del 10% inferiore a quel prezzo, possiamo dire che il mercato diventa sempre più “reale”.

Ciò significa che probabilmente vedremo un pull back (2) del 6-12% nell’indice S&P 500 a partire dalle prossime sedute di borsa ? Non necessariamente. Le condizioni di mercato potrebbero migliorare significativamente se la FED, e a seguire la BCE, indicassero che un taglio dei tassi di giugno è nuovamente in programma, se i dati sull’inflazione diminuissero più rapidamente del previsto, se i benefici legati all’intelligenza artificiale rimanessero elevati e i rischi geopolitici diminuissero. Naturalmente potrebbe accadere il contrario. La FED potrebbe negare un taglio dei tassi nel 2024, la crescita economica potrebbe invertirsi improvvisamente, gli indicatori di inflazione potrebbero riprendersi e i profitti dell’intelligenza artificiale potrebbero deludere. Quest’ultimo scenario metterebbe sostanzialmente in discussione le ipotesi alla base del forte rialzo del mercato nel quarto trimestre del 2023 e dall’inizio dell’anno. E data la tensione che ancora regna sui mercati, il risultato netto sarebbe un sostanziale calo delle azioni. Poiché l’esito di questo scenario è estremamente incerto, tutti noi, come investitori, dobbiamo rimanere vigili ed essere consapevoli del momentum se vogliamo navigare con successo in questo mercato che tende a ritornare verso il “reale.  Forse mi sono lasciato prendere da qualche tecnicismo di troppo ma sono sicuro che il vostro giusto biasimo sarà meno intenso se considererete questo “pezzo” come una mia personale esercitazione.

 

  • P/E : ovvero il Price/Earning è il rapporto esistente tra il valore dell’azione e i dividendi che la stessa azione produce. Va da se che se il prezzo sale e il dividendo rimane stabile diventa sempre meno conveniente mantenere il titolo in portafoglio. Al contrario, quando il prezzo dell’azione diminuisce e il dividendo rimane stabile il rendimento

 

 

 

  • PULL BACK: In Analisi Tecnica con il termine Pull Back si intende un momento in cui il mercato si prende una pausa. Si tratta quindi di un movimento ascendente o discendente di una quotazione alla rottura di un supporto o di una resistenza, che riporta il valore esaminato attorno agli stessi livelli ante rottura, per poi proseguire nel senso del movimento originario.

 

 

 

 

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