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La città tra “matria”, bioregione e ecodistretto

 Il Limite /154

di Raniero Regni     

La città, tra “matria”, bioregione e ecodistretto

Amo troppo il mio paese per essere nazionalista

A.   Camus 

Il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie

S. Jackson 

Quando gli stati si fanno chiamare patria, si preparano ad uccidere

F. Dürrenmatt

 

 In un momento politico in cui si esalta, troppo e a sproposito, la patria, un’Italia contro l’Europa, un’Europa delle patrie contro il federalismo europeo, è necessario ripensare a fondo questo tema. Se è vero che in Italia la Fazione prende spesso il sopravvento sulla Nazione, è vero anche che il nazionalismo ci fa tornare indietro. Amo troppo il paese per essere nazionalista, diceva Camus. Allora forse dovremmo prestare più attenzione a quello che qualcuno chiama “matria”. La lingua tedesca, in questo caso, è più precisa perché possiede due parole per dire patria, una è letteralmente la terra dei padri, la “vaterlant”, ma un’altra è la “heimat”, una parola intraducibile, la patria come terra delle madri, la “matria”, la terra dell’appartenenza e dell’amore, non dell’odio e della guerra.

Il termine matria è stato ripreso in Italia dal movimento bioregionalista. “La bioregione è l’area che contiene e circonda la città, intesa come oggetto di governo del territorio secondo un programma condiviso dalle comunità locali, basato sull’idea di crescita di un’economia compatibile con l’ambiente”. Così recita la definizione del vocabolario Treccani. Un territorio omogeneo dal punto di vista morfologico e degli esseri viventi che dovrebbe essere governato secondo criteri naturali e legati fortemente alla tradizione dei luoghi, unita da una coscienza ecologica condiva dai suoi abitanti umani. Il movimento bioregionalista che sostiene questa prospettiva si propone di mantenere l’integrità dei processi biologici, delle formazioni di vita e delle formazioni geografiche specifiche della bioregione, aiutando lo sviluppo materiale e spirituale delle comunità umane che la abitano.

Le Bioregioni sono più grandi dei comuni ma in molti casi meno dei territori amministrativi. Pensare in termini di Bioregioni significa riconnettersi alla Terra. Significa pensarsi come parte integrante della natura e della storia delle popolazioni che abitano da millenni un certo luogo. Si esalta così un certo senso di appartenenza, diverso dal nazionalismo e dal campanilismo, che vuole conoscere e proteggere un certo territorio per poterlo condividere anche con altri abitanti di altri territori. Non nega la dimensione globale ma vuole rivalutare anche la dimensione locale. In ultima istanza si tratta di essere consapevoli dell’intreccio e del mistero su cui si regge la vita.

Alla Bioregione si collega poi una proposta politico-amministrativa-ambientale che è l’Ecodistretto, proposto da ISDE Medici per l’ambiente. Si tratta di un modello di gestione del territorio e dell’ambiente fatto apposta per proteggere la salute di tutti gli abitanti attraverso una forma di prevenzione primaria del rischio, proprio a partire dalla protezione di un ambiente di vita salubre sottratto il più possibile alle fonti di inquinamento. Ogni scelta fatta dall’amministrazione comunale dovrebbe rapportarsi a questo modello e farsene ispirare.

L’Ecodistretto ha poi lo scopo di evitare lo spossessamento dei beni comuni come l’aria, l’acqua, il suolo, il paesaggio, la salute, la fiducia, e così via. Un modo per impedirne cioè l’appropriazione privata. In teoria l’aria è di tutti, ma se ho vicino a casa un’industria che inquina, di quel bene comune se ne appropria, per interessi privati, un soggetto privato. Chi inquina se ne impossessa e quindi mi espone ad un rischio e mi espropria di un diritto alla salute che è inalienabile. L’Ecodistretto è collegato alla Bioregione perché è legato ad un luogo con tutta la sua unicità, le sue caratteristiche, con la sapienza antica dei suoi abitanti, con la sua sacralità mantenuta nel tempo. Lo spossessamento avviene attraverso la separazione del ciclo tecnico della produzione dal ciclo biologico naturale della vita. Questa separazione minaccia la salute degli abitanti, soprattutto dei più suscettibili all’inquinamento ambientale come i bambini e le donne incinta. Quindi l’Ecodistretto è un dispositivo anti spossessamento che ci riconnette con la Bioregione e con la “matria”, con la Terra a cui appartengono le nostre radici.

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