HomeEditorialiBenzina a 2000 (1060 di tasse): Petrolio è Bello!

Benzina a 2000 (1060 di tasse): Petrolio è Bello!

Editoriale  / 154

 di Pierluigi Palmieri

Macellaio è buona la carne che espone sul banco?”. Questa è la  domanda, ovviamente retorica, per eccellenza, che mi capita spesso di usare quando mi trovo di fronte a persone che si fanno vanto  delle proprie azioni e ne  esaltano i risultati. Giovedì scorso mi è capitato di pronunciarla ad alta voce mentre su Rai3 il Presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, elucubrava contro la detassazione dei carburanti, sostenendo che il nostro è il paese più indebitato al mondo insieme al Giappone, e le tasse sugli oli minerali e derivati , in primis gasolio e benzina sono necessarie “se vogliamo una buona sanità, tenere aperte le  scuole e le strade asfaltate senza buche” (sic),

la puntata di FuoriTG dedicata al caro benzina era iniziata con un servizio in cui i cittadini di tutte le età intervistati davanti al cartello del distributore che segnala i prezzi saliti ormai oltre i 2 euro al litro,  avevano denunciato la grande difficoltà  in cui versa  chi lavora o studia e comunque chi ha necessità, per motivi vari di spostarsi con auto e moto. La gran parte dei cittadini denuncia la carenza del sistema dei trasporti pubblici e la speculazione sui prezzi da parte dei “petrolieri”, e chiedono al Governo di mantenere le promesse preelettorali di abbattere le accise.    Antonella Nanna,  V, Presidente di Federconsumatori, ha sostenuto la necessità di un intervento dell’Antitrust e dell’apposita Commissione governativa “Allerta prezzi” per valutare quella che ha definito una speculazione.  Una rilevazione dalla sua associazione ha infatti evidenziato che, rispetto a qualche mese fa, la benzina e il gasolio hanno subito un sovraprezzo, a parità di cambio euro-dollaro e di prezzo del petrolio,  rispettivamente di 6 e di 9 centesimi .

Una pratica commerciale scorretta ha ribadito la Nella, Ma Tabarelli, quasi irritato, ha puntato il dito sulle associazioni dei consumatori, colpevoli di intervenire ogni volta che il prezzo alla pompa sale e ha insistito sulla necessità di non ridurre le tasse,  glissando invece sulla segnalata speculazione da parte delle imprese del settore petrolio e derivati. A guardare bene la sua biografia, il fondatore di Nomisma nutre un amore particolare per l’oro nero, visto che tra quelli che  si avvalgono  della consulenza della sua società ci sono, tra gli altri, i produttori di energia, distributori di energia, importatori ed esportatori, e sui mercati del petrolio verteva la sua tesi di laurea in economia, conseguita con il massimo dei voti. Ovviamente chi dirige questa testata giornalistica da un esperto del livello di Tabarelli  si aspettava una diagnosi più obiettiva. Da quattro anni nella rubrica Educazione e ambiente battiamo il martello contro l’inquinamento sostenendo il rispetto dell’ambiente. Non più tardi del novembre scorso, Centralmente ha promosso la pubblicazione del libro IL LIMITE a firma di Ranieri Regni dove l’ accademico e pedagogista della LUMSA, argomenta, con il pieno avallo di chi scrive, sulla necessità non rinviabile di ricorrere alle fonti pulite di energia, per la salvaguardia delle generazioni che verranno. Ma anche nella rubrica Dalla parte dei consumatori riportiamo sistematicamente  gli allarmi del Codacons di Carlo Rienzi sul “caro benzina”. Non fa bene quindi sentir dire che gli automobilisti per risparmiare dovrebbero imparare a “sporcarsi le mani” e ricorrere al self service e non pretendere di avere il distributore sotto casa. 

Il ricorso a dati statistici che riscontrano la presenza di 2i.000 punti vendita rispetto ai 13.000 che sarebbero sufficienti e quella di 10 milioni di due ruote, un altro record italiano   secondo il vertice di Nonisma, appare quanto meno distraente rispetto al vero problema, che è la dipendenza dal petrolio e la speculazione che ne deriva.

La verità sta nei fatti:1) Il prezzo della benzina sale con la velocità della “luce” (un termine che evoca una “dolente nota”)  e scende, quando scende, con quella della lumaca; 2) l’auto elettrica costa troppo e non decolla; 3) i mezzi pubblici sono insufficienti; 4) la speculazione sul petrolio è evidente; 5) LE ACCISE raddoppiano il prezzo; 6) si prevede un  bonus di 200 euro,  per i lavoratori dipendenti privati, per i dipendenti pubblici neanche questo “palliativo”!.

L’eventuale bonus di 200 euro se confermato sarà erogato ai propri dipendenti dalle imprese private, che aloro volta avranno benefici fiscali

Un ultimo dato di fatto, importante quanto gli altri, ci viene dall’aumento costante del costo delle Assicurazioni, il cui incremento nell’ultimo anno è arrivato in  media al 7,5 % .

Ma c’è che si sente ancora di affermare che “il petrolio è bello!”. Ma purtroppo non è il macellaio, perché almeno da quello è ancora possibile rinunciare a comprare la carne e rivolgersi ad un altro. Allora passo la palla al nostro super esperto Mario Travaglini, che cura per noi la rubric Valore &Valori in  Economia&Finanza, per l’analisi sulla speculazione, non senza sottolineare che la  benzina per molti, tanti, serve a guadagnarsi il pane,

 

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