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Nel corso di questo mese…

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Nel corso di questo mese…

di Mario Travaglini

 Molti, anzi moltissimi, hanno la straordinaria capacità di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e di crogiolarsi in un incredibile ottimismo mentre la lunga lista di “cosa c’è che non va”  continua ad avanzare diventando sempre più lunga. Vogliamo parlare, per esempio, degli immobili commerciali che sono in grande difficoltà e se i tassi non scendono prima della fine del primo trimestre molti debitori immobiliari non avranno i mezzi per rifinanziarsi,  soprattutto con una percentuale  di occupazione in caduta libera: parliamo di oltre il 20% di uffici e capannoni vuoti ?  Vogliamo parlare anche del livello del debito accumulato dai detentori di carte di credito, oggi ai massimi storici con interessi proibitivi ? Vogliamo domandarci perché il debito americano è arrivato a 34.000 miliardi e rischia di coinvolgere l’Europa e tutti i paesi dollaro dipendenti ? Vogliamo guardare bene cosa succede nel Mar Rosso tra USA, Regno Unito gli Houthi e chiederci se le tensioni militari avranno conseguenze sull’aumento delle materie prime e del loro costo che potrebbero rinfocolare l’inflazione ? Si può parlare di una guerra ormai dimenticata che continua ad uccidere ucraini e russi ? Tutto questo sembra non importi granché . Ai mercati non interessa e le potenziali cattive notizie in arrivo non preoccupano le parti interessate. No, la preoccupazione è altrove: tutti sono ossessionati dal settore tecnologico in generale e da quello dell’Intelligenza Artificiale in particolare. Ciò che è stato particolarmente impressionante durante il mese di gennaio sono stati i discorsi dei banchieri centrali che hanno continuato ad essere molto “falchi”  puntando  nella direzione di un taglio dei tassi durante il 2024;  i più ottimisti lo collocano al terzo trimestre di quest’anno mentre i più cauti non oltre  il primo semestre del 2025. Per il momento hanno avuto ragione perché dopo la FED anche la BCE, con la decisione di giovedì scorso, ha lasciato i tassi invariati, ipotizzando che da qui alla prossima riunione non ci saranno scossoni significativi. Nessuno ha fatto caso, però, che mentre  un giornalista della CNBC è stato costretto ad ingoiare il suo microfono nella neve  di Davos, il capo della banca centrale austriaca faceva questa condivisibile affermazione: “La minaccia geopolitica è aumentata perché quello che abbiamo visto finora dagli Houthi, penso che non sia la fine, è forse l’inizio di qualcosa di molto più ampio, che avrà un impatto sul Canale di Suez e farà aumentare i prezzi  di tutte le materie asiatiche”. L’austriaco, in sostanza,  ha senza mezzi termini indicato il problema del Mar Rosso come un problema reale, mentre il resto del mondo finanziario continua a trattare la cosa come un dettaglio che non dovrebbe avere il minimo impatto sull’economia e sulla inflazione.

Riflessione della settimana . Osservo che è piuttosto impressionante vedere tutti gli economisti prevedere per noi un anno facile e in crescita perché non ci sarà alcuna recessione. Nessuno di loro parla di ciò che non va. Forse mi ripeto ma  non riesco proprio ad ignorare le tensioni nel Golfo, il Canale di Suez bloccato, la guerra a Gaza, il Canale di Panama bloccato perché non c’è più abbastanza acqua, il debito pazzesco dei paesi sviluppati, gli  immobili commerciali sull’orlo del baratro e il debito fuori controllo via carte di credito. A proposito di queste ultime, con l’esplosione delle vendite a dettaglio nel corso del mese di dicembre  sembra che il consumatore abbia applicato il concetto del Carpe Diem. Non hanno fatto domande. Se avevano soldi, li spendevano generosamente, altrimenti subentrava la carta di credito. I consumi sono stati quindi in forte espansione e nessuno si è fatto troppi problemi con i tassi applicati alle carte di credito, vedremo l’anno prossimo. Tutto questo viene ignorato; si parla solo di ciò che sta andando bene e siamo molto entusiasti di sapere che la Borsa  più importante del mondo (New York) salirà di 300 punti nel 2024 e che questa sia una certezza. Possibile che a nessuno faccia effetto vedere  che le valutazioni della borsa americana siano completamente anormali tanto che il rapporto  Prezzo/Utili  (PE) sono 8 volte più alti delle azioni europee ? Queste valutazioni così alte non le ho viste neppure nel 2000 e mi meraviglia molto che l’intero mondo della finanza è pronto a caricare la barca per 300 punti di rialzo  pur essendo consapevole che il rischio al ribasso è molto maggiore. L’unica spiegazione che riesco a darmi e che il “parco buoi” è pronto per una mattanza senza precedenti. Bene, fermerò qui i miei pensieri, perché se continuo verrò criticato per essere troppo negativo. O peggio: ribassista.

Siamo ormai abituati a pensare che tutto prima o dopo si risolve. Forse è vero, tutto si risolve. Ma il modo in cui le cose si risolvono peggiora sempre di più il quadro generale di fondo. Dove possiamo arrivare? Dove è il limite?  Nessuno può dirlo. Forse De André aveva ragione: ……….basta che il pozzo sia più profondo di me……..

 

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