Valore & Valori / 138
L’URANIO FARÀ IL BOTTO NEL 2024?
di Mario Travaglini
Il prezzo dell’uranio e l’URA ETF da qualche tempo non fanno altro che ripetere un messaggio chiaro ai risparmiatori : è ora di prendere posizione. Sono dell’opinione che per valutare l’evoluzione del prezzo della materia prima sia più concreto studiare le variazioni di un ETF sull’intero settore dell’uranio piuttosto che un grafico sui prezzi della libbra. L’ETF che ho scelto è composto da 45 titoli estremamente diversi (minerario, junior, ingegneria, etc.), il che consente un’esposizione molto ampia e limita i rischi di crisi non sistemiche. Quando scrissi l’articolo “Investire nell’uranio ? Si, ma con giudizio” il suo prezzo oscillava intorno ai 20 dollari; oggi, dopo un anno, siamo oltre i 32 $ . Non mi dilungherò sui fondamentali del settore perché sono troppo scontati essendo sotto gli occhi di tutti le necessità di impiego nel settore della elettrificazione dell’economia, della decarbonizzazione dell’elettricità, della costruzione di reattori e del noto deficit strutturale delle riserve di uranio in natura. Per spiegare quanto sta accadendo cercherò di fare una analisi utilizzando due strumenti: l’OBV e il Money Flow.
L’OBV, acronimo di “On-Balance Volume”, è un vecchio indicatore di analisi tecnica creato negli anni ’60 utilizzato per mettere in relazione il prezzo delle azioni o Etf con il loro volume nel mercato azionario. L’OBV si basa su un volume totale cumulativo. Il funzionamento è semplice: se la giornata borsistica finisce al rialzo, si aggiunge il volume, se finisce al ribasso, si sottrae il volume della giornata. Questo indicatore mi piace molto perché permette di farsi un’idea dell’accumulo su un titolo. L’esempio che segue risulterà utile per capire il suo funzionamento : se durante una giornata di contrattazioni il titolo aumenta del del 2% con un volume di 1 milione di pezzi scanbiati e il giorno successivo si verifica una diminuzione del 2% con 5.000 pezzi scambiati, significa che Il titolo è ancora allo stesso punto, ma l’OBV è aumentato notevolmente. Possiamo quindi concludere che se molti investitori sono saliti sul treno e pochissimi ne sono scesi la tendenza di fondo è quella del rialzo.
Il Money Flow è un indicatore più recente essendo stato messo a punto negli anni ’80, in un periodo di forte effervescenza borsistica. Anche questo è abbastanza semplice e funziona come segue: occorre prendere il prezzo medio che il titolo evidenzia nel corso di una seduta e moltiplicarlo per il volume giornaliero. Il risultato cosi ottenuto va poi comparato alla media dei 21 giorni precedenti onde determinare il segno del flusso; esso è positivo se il prezzo medio giornaliero supera quello medio dei 21 giorni, mentre è negatico nel caso contrario. Un esempio potrà essere utile per chiarire il concetto :
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prezzo medio giornaliero Euro 25,18, prezzo medio a 21 giorni 22,40 = flusso potivo e tendenza a crescere;
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prezzo medio giornaliero Euro 25,18, prezzo medio a 21 giorni 27,56= flusso negativo e tendenza al ribasso.