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IL FALSO CAPITALE

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IL FALSO CAPITALE

di Mario Travaglini

 Per molti lettori questo articolo potrebbe apparire accademico ovvero in certi punti addirittura paradossale. Ma non lo è. Proprio per questo mi affretto a chiarire  che il titolo ha bisogno di una spiegazione, necessaria ad illuminare meglio la questione. A tal fine il sottotitolo potrebbe essere quindi il seguente: “ Come il denaro virtuale,  prestato a tassi virtuali  a  investitori virtuali,  produce guadagni teorici”.                                                                                                              Parto con il constatare che l’evento finanziario più importante degli ultimi vent’anni è costituito dal tonfo verticale del mercato obbligazionario, sia esso europeo che americano.  Guardando i numeri aggiungo che un investimento in titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni, ritenuti i più affidabili del mondo, ha perso un terzo del suo valore in poco più di tre anni, in termini reali e al netto dell’inflazione; mentre gli investimenti in buoni del Tesoro a lungo termine hanno perso circa la metà del loro valore -nello stesso intervallo di tempo. Se ci limitassimo a comparare il rendimento dei buoni del Tesoro dal 2018 in poi, giusto per rimanere in un periodo più prossimo a noi, costateremmo che esso è stato molto meno interessante di quello in lingotti d’oro. Volendo allungare lo sguardo agli ultimi trenta tre anni verificheremmo che i titoli del Tesoro hanno largamente sottoperfomato l’oro e, quindi, se qualcuno avesse investito 10 mila euro nel 1990, conto tenuto della inflazione, avrebbe raddoppiato il suo capitale nominale ma avrebbe perso in termini reali. Con l’oro, invece, avrebbe guadagnato circa il 20% in più ed avrebbe conservato quasi intatto il suo potere di acquisto.  Nessuno osa sottolineare che il metallo giallo non ha né la fiducia né il sostegno dei governi, siano essi europei, cinesi o americani. Nessun paese emette oro, né garantisce il pagamento degli interessi su di esso. L’oro non rilascia comunicati stampa, non paga dividendi e non gli importa cosa pensano gli uomini. Eppure, questo investimento che non promette “nulla” si è rivelato più prezioso del credito più forte che l’Occidente ha avuto da offrire. E la constatazione vale anche per le società quotate in Borsa. Le azioni sono all’incirca triplicate in questo secolo. L’indice più ampio, il Wilshire 5.000, è cresciuto da 13.800 nel 1999 a circa 45.191 oggi. L’oro, nel frattempo, è passato da una media di circa 270 dollari l’oncia ai 2.000 dollari l’oncia di oggi, un aumento di sette volte. Le migliori azioni e obbligazioni del mondo  hanno deluso gli investitori tanto che gli speculatori hanno dovuto cercare alternative più redditizie finendo per investire miliardi di dollari in criptovalute, NFT e azioni zombie, provocando enormi perdite nei portafogli di incauti risparmiatori. Quelli, a loro dire, più previdenti, hanno cercato, invece, di proteggere la propria ricchezza con titoli del Tesoro  apparentemente “sicuri” e hanno perso un terzo del loro denaro negli ultimi 33 mesi. Se moltiplichiamo questi errori dolosamente indotti e queste assurde speculazioni lungo tutta la struttura del capitale otterremmo una economia scombussolata e disordinata, falsa nei suoi valori reali, falsificati a loro volta da denaro falso, prestato a tassi bassi per finanziare falsi investimenti da parte di falsi imprenditori in finte industrie che producono falsi guadagni.  Questo è un  capitalismo adulterato che, proprio perché falso, non ha prodotto alcuna vera prosperità: è servito solo ad arricchire le élite. A questo punto poniamoci qualche scomoda domanda : quali sono state le cause che hanno provocato le impennate rilevate nel mercato obbligazionario? Cosa ha causato il calo dei rendimenti obbligazionari e l’aumento dei loro prezzi nel corso di determinati anni? La risposta è semplice: nel periodo 1920-1945 è stata la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Ed ora: cosa ha causato l’aumento dei rendimenti obbligazionari dal 1945 al 1980? Anche in questo caso la risposta è semplice: il boom economico post guerra di Eisenhower, seguìto da spese  per finanziare la ricostruzione di molti paesi (vedasi anche Piano Marshall) o di quelle eccessive per la guerra del Vietnam. E, infine, cosa ha causato il drammatico calo dei rendimenti obbligazionari dal 1980 al 2020? Elementare, Watson. I direttori della Fed nelle persone di Paul Volcker, che ha posto fine all’inflazione, e di Ben Bernanke, che ha abbassato i tassi reali sotto lo zero.

Dietro queste mie apparenti certezze vi confesso che si nascondono molti dubbi perché, in realtà, difficilmente si conoscono fino in fondo le cause di eventi o tendenze di questa portata. Faccio un esempio banale: possiamo dire con certezza che Gavril Princip uccise l’arciduca Ferdinando a Sarajevo nel 1914 ma le cause che scatenarono la prima guerra mondiale rimangono complesse e non matematicamente certe. Allora, la domanda conclusiva è la seguente: qual è la causa del trend di mercato iniziato a partire dal 2020 quando il Covid divenne conclamato? La risposta è anche qui  ovvia: troppa spesa, troppo debito, troppa inflazione… e il declino dell’Occidente. È proprio quest’ultimo punto che richiederà la massima attenzione. L’argomento è così vasto, così vago, che è difficile comprenderlo nella sua globalità. Per riassumere, nel 1980, le istituzioni americane ed europee erano ancora abbastanza forti da controllare l’inflazione. Oggi sono stati così indeboliti e corrotti dalle politiche di denaro facile che né il Congresso, né la Casa Bianca, né la Fed, né tanto meno l’Europa possono prendere le decisioni difficili e necessarie. I bilanci continueranno ad evidenziare debiti sempre crescenti. Le guerre non verranno fermate fino a quando il business della ricostruzione non sarà appagante per raggiungere profitti stellari. L’inflazione non sarà controllata ovvero sarà controllata ad un prezzo esorbitante per le classi medio basse. L’Occidente è purtroppo in declino. Facciamocene una ragione.

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