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L’INFANZIA C’E’: ARRIVANO I COMPAGNETTI DEL PRIMO GIORNO

Editoriale / 121

 L’INFANZIA C’E’: ARRIVANO I COMPAGNETTI DEL PRIMO GIORNO

Viva la “squola”; Finalmente un “11 settembre” di emozioni positive

 

                                                                                                                      di Pierluigi Palmieri

Traspare sui volti di tutti un’emozione dalle tante sfumature, gioia  e lacrime, isolamento nella folla, novità rituale, preoccupazione gioiosa, vecchi bambini e… bambini “bambini”. Questo condensato di sensazioni, che con un’esagerazione lessicale  potrei definire come “ossimoro degli ossimori”, mi ha avvolto l’11 settembre scorso quando ho vissuto il mio ennesimo “primo giorno di scuola”.  Qualcuno dirà: questo Palmieri si è rimbambito, alla sua età parla di primo giorno di scuola! Non si rende conto che non è più in età scolare e la “sua” scuola è terminata da un pezzo!

Eh sì, quel mio si presta a questo tipo di interpretazione. Devo una spiegazione.  Il 1 ottobre di tanti anni fa ho iniziato la Prima elementare in una scuola di Roma; primo giorno con  grande emozione!. Nello stesso anno scolastico nel mese di febbraio , a causa del trasferimento  della mia famiglia a San Paolo del Brasile, dove in prima si entrava a sette anni, fui retrocesso all’asilo:primo giorno con grande delusione. Qualche mese dopo dato che avevo dimostrato di essere avanti con il programma (e anche, lo devo dire con orgoglio, nella lingua portoghese) fui trasferito in Prima elementare: secondo primo giorno con grande emozione!

Ma Signori l’11 settembre 2023  “ E’ “ il primo giorno di scuola della mia Regina, il  ramo più tenero del nostro albero genealogico va in PRIMA ELEMENTERE. Il modo con il quale la bambina si è avvicinata a questa data (“quanti giorni mancano alla “PRIMA ELEMENTARE”?” è andata ripetendo sin dal giorno in cui ha terminato la scuola dell’infanzia,  e al momento di andare a letto la sera del 10 settembre “domani mattina divento grande” ), in aggiunta all’intensità della partecipazione ai preparativi dell’intero nucleo familiare rappresentano in maniera perfetta  la coinvolgente forza dell’infanzia. Giunto il giorno fatidico, la folla di genitori (e di nonni!) assiepati davanti al portone della Scuola mi fa riflettere. Scrivo “folla” perché davanti al Plesso . eravamo in mille ( le immagini che accompagnano questo editoriale, lo confermano)

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Praticamente l’intero tratto della strada  che porta l’edificio scolastico era occupato da alunni e familiari. La “delegazione” più nutrita era quella composta dalle famiglie delle “reclute”, mentre probabilmente per gli studenti “anziani” gli accompagnatori erano in numero ridotto. Per un momento ho immaginato di assistere all’ingresso degli alunni della scuole medie, e di verificare quanti di loro avevano a fianco un familiare. Poi mi sono trasferito virtualmente davanti ad un liceo e l’immagine di centinaia i motorini  e di caschi protettivi (per fortuna!) all’ultima moda mi ha fatto pensare alla inevitabile progressiva scomparsa dei genitori nel ruolo di “accompagnatori”, inteso non solo fisicamente  dei propri figli. Ad una lettura più attenta del mio pensiero del momento (scrivo a distanza di una settimana), credo di essere stato condizionato nel decretare questa scomparsa, oltre che  dalla preziosa frequentazione  del Maestro Ravaglioli e dell’amico Regni, pedagogisti di rango,  dalle mie letture degli analisti del rapporto Famiglia-Scuola. Alcuni di questi talvolta hanno esagerato nelle generalizzazioni, ma altri hanno azzeccato la diagnosi. Tra questi ultimi  N. Postman, che ha collocato “la nascita dell’infanzia” nel periodo immediatamente successivo all’avvento della stampa a caratteri mobili introdotta dal tedesco Gutemberg nel XVI secolo con la diffusione su larga scala del libro ed la conseguente alfabetizzazione delle nuove generazioni. Lo stesso Postman però, alla fine del secolo scorso, ha decretato “la scomparsa dell’infanzia” , attribuendone la responsabilità ai media e soprattutto alla televisione, rea di  offrire  gli stessi spettacoli sia agli adulti che ai bambini. Ma in riferimento al tema di questo articolo, la citazione del sociologo americano ( qui esposta in estrema sintesi e necessita ovviamente di approfondimenti e riflessioni molto più ampi), paradossalmente serve a rafforzare la mia convinzione, che a qualcuno può apparire ottimistica se non addirittura utopistica: l’infanzia esiste ancora in tutta la sua potenza. I bambini attraversano questo periodo cruciale della loro vita, con la loro mente “assorbente” e la loro innocente incompiutezza; nel loro innato entusiasmo per il nuovo c’è la forza della creatività e nella loro voglia di scoprire c’è un forte potenziale di crescita culturale. La scuola della mia nipotina è situata in un ambiente ideale per soddisfare queste prerogative: è  a Roma testimonianza di una Civiltà antica. Ci sono tutti i presupposti per far sì che la malattia che ha portato alla scomparsa dell’infanzia, venga debellata elevando l’ambiente a “laboratorio dei laboratori”. Per fortuna questo alla scuola della “mia Regina” lo  sanno bene.

Gli occhi splendenti di entusiasmo che hanno risposto “presente” quando la maestra ha pronunciato il suo nome, quelli di sua madre (colmi di commozione), quelli di Beatrice che l’abbraccia, e delle sue nuove compagne, quelli di  tutta la scolaresca  delle altre mamme, dei padri e dei nonni, hanno gridato che L’INFANZIA C’E’!!

 Questo emozionante 11 settembre 2023 è pieno di fiducia e di speranza: Che sia la generazione di Amanda & Co a restituire dignità e forza a questa nostra “Civiltà”.

Grazie bambini, miei  compagnetti di classe. per avermi regalato questo  ennesimo  “primo giorno”.  EVVIVA LA SQUOLA” 

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