HomeLa RivistaChinesiologia termale ( parte terza)

Chinesiologia termale ( parte terza)

Benessere / 118

Chinesiologia termale ( parte terza)

di Giuseppe Mazzocco

Un passaggio molto importante del lavoro recensito è riservato alla descrizione dello stato psicofisico dell’uomo che si sottopone al massaggio ed all’analisi della posizione che lo stesso deve assumere sul lettino da lavoro.

“Prima di iniziare il massaggio è indispensabile che il paziente entri in uno stato di abbandono tensivo-emotivo e di completo rilassamento muscolare, collocandosi in una posizione comoda e concordata con il massaggiatore, che dovrà scegliere la posizione più conveniente per il trattamento”. Sono due aspetti che dimostrano la conoscenza dell’ambiente dal quale ha tirato fuori il lavoro ed il rispetto che l’Autore ha del soggetto da massaggiare, tanto da adattargli ogni condizione esterna.

Un altro passaggio delicato è quello che indica i “disturbi del soggetto massaggiato”, laddove scrive che il paziente può avvisare una sensazione di “fatica dolorosa, locale e generale, causata da un massaggio troppo intenso e prolungato. In questo caso vi deve essere interruzione di trattamento”.

Precisa, ancora, che le sedute vanno ripetute almeno una volta al giorno, con una durata che può variare da caso a caso: 40-50 minuti circa per il massaggio igienico generale; 20-30 minuti per quello sportivo; 10-25 minuti per il massaggio degli arti. Dopo il massaggio, il paziente deve riposare per circa 10-15 minuti.

Il massaggio, scrive l’Autore, è controindicato nelle lesioni traumatiche recenti e negli stati infiammatori, oltre che nelle patologie flebologiche (varici). È consigliabile, inoltre, sospendere il trattamento durante il periodo mestruale, quando le parti in causa sono l’addome, la coscia e la regione glutea.

L’azione diretta o meccanica, che si esplica localmente sulla parte trattata, favorisce la desquamazione dell’epidermide, che acquista maggiore morbidezza ed elasticità; attiva la circolazione sanguigna e linfatica; libera i condotti delle ghiandole sebacee e sudoripare; agisce sulle terminazioni nervose più superficiali, con effetto sedativo, su quelle di senso, e con effetto eccitante, su quelle motrici. L’azione manipolativa scolla i tessuti in aderenza, influenza il tono muscolare e migliora la circolazione periferica superficiale.

Oltre alle descrizioni del massaggio igienico ed estetico, di quello terapeutico, sportivo e riflesso, l’Autore ricorda quello termale e quello subacqueo (di diversa natura: sfruttando getti della stessa acqua o aria o particolari attrezzi creati per questa importante forma di massaggio), fatto con il BM3.

Il BM3 ha una “preziosa” potenza (sfrutta la compressione dell’aria); è polifunzionale (adatto per il massaggio estetico, sportivo e terapeutico di tipo termale) ed assolutamente sicuro (assenza, nelle parti del contatto cutaneo, di meccanismi elettrici), soprattutto nei trattamenti subacquei, dall’effetto molto piacevole (il terminale che esegue il massaggio è un cuscino d’aria “rivestito” con una tela siliconica atossica, anallergica e della stessa sensazione tattile della pelle del polpastrello delle dita).

Il BM3 è rispettoso delle norme igieniche (le parti che vanno a contato sono del tipo “usa e getta”); certamente innovativo (riesce a realizzare un inedito massaggio ad effetto hovercraft, interponendo un cuscino d’aria fra il terminale e la parte da massaggiare); ricercato negli accessori (ne possiede, anche, uno per nebulizzare i prodotti liquidi da usare durante il massaggio, evitando il travaso e la spalmatura con le mani) e provvisto di terminali monofunzionali (di varia grandezza, per il trattamento delle diverse parti del corpo).

Il BM3 non vuole sostituirsi alla mano o al massaggiatore termale, ma impreziosisce l’azione della prima ed arricchisce l’opera del secondo, perché scientificizza l’atto manipolativo, con la possibilità di modulare la potenza e la velocità, di personalizzare il gesto, di rifinire una tecnica “aperta” con le mani o di prepararne un’altra, a cui il tocco delle dita deve creare emozione.

Per quanto riguarda, invece, le tecniche, l’Autore ne elenca cinque: sfioramento, frizione, pressione, impastamento e percussione-vibrazione e per ognuna di esse ne descrive le indicazioni e le manualità abituali.

(Continua con la quarta parte).

 

 

Nessun Commento

Inserisci un commento