HomeCulturaartiMARIO RICCOMINI ” UN BREVE INCANTO”. DIZIONARIO SEMISERIO DEL MERCATO DELL’ARTE

MARIO RICCOMINI ” UN BREVE INCANTO”. DIZIONARIO SEMISERIO DEL MERCATO DELL’ARTE

La riflessione nasce dopo aver letto il libro di Marco Riccòmini  “Un breve incanto”, dizionario semiserio del mercato dell’arte che riflette sul collezionismo, la sua funzione anche culturale e ci spiega – stemperando sapientemente la serietà dell’argomento con una buona dose di leggerezza e ironia – l’origine e la storia di alcune espressioni celebri e di altre quasi del tutto sconosciute ai profani, il significato di sigle e acronimi tecnici, ci descrive come e quando si usano termini colloquiali che sembrano provenire da una sorta di slang per iniziati, e tratteggia per noi lettori un mondo affascinante e complesso, in cui la padronanza del lessico è parte dell’incanto. 

Questo mondo dell’arte affascina estimatori, collezionisti, esperti e semplici appassionati. Ma non sono soltanto gallerie, quadri e musei a catturare la nostra attenzione: l’arte, infatti, ha un valore e può essere venduta e acquistata. Ma come funziona davvero? Come si diventa collezionisti e quali sono i parametri e le informazioni da tenere in considerazione prima di fare un’offerta? Muoversi in un simile settore del resto non è facile né scontato, soprattutto per chi lo fa con entusiasmo ma senza una adeguata preparazione. In questo libro – una sorta di manualetto da consultare prima di varcare la soglia di una casa d’aste o di una galleria d’arte – l’autore ha selezionato settanta parole chiave capaci di svelare i misteri e i retroscena del mercato dell’arte, quindi un glossario per tutti, per imparare le regole del gioco e, magari, vincere la partita. Ma anche per scoprire una chiave di lettura inedita sul mercato delle opere d’arte, grazie alle fotografie vintage che arricchiscono ogni voce di questo mini-dizionario artistico e che, con la loro bellezza e irriverenza, ci fanno entrare in un mondo enigmatico, voluttuoso e a tratti spietato. In parallelo grandi e potenti organizzazioni del mercato dell’arte ne  promuovo il collezionismo.  E’ delle settimane passate l’invito al collezionismo della Fondazione Arco di Madrid che lo fa attraverso una serie di manifestazioni pubbliche e nel pubblicizzare la propria prestigiosa collezione e allo stesso momento spiegare come ognuno di noi è in fondo un collezionista : di oggetti, di ricordi, di sogni. Una collezione è sempre più di quanto sarebbe necessario. I bisogni sono finiti e soddisfacibili. I desideri sono infiniti e insaziabili. Il collezionista non può resistere alla seduzione del mondo degli oggetti; vuole studiarli, ascoltarli, guardarli, organizzarli, toccarli.

   

Ogni oggetto ha una storia da raccontare e ogni oggetto è una biografia. Il motore di ogni collezione è la curiosità. La curiosità non ha limiti, si autoalimenta, non è mai soddisfatta delle sue scoperte, guarda sempre avanti.

La collezione e il collezionista non smettono mai di porsi domande. La collezione e il collezionista si prendono cura l’uno dell’altro. Quando si parla di collezionismo, è essenziale collocare le opere d’arte in un contesto specifico, tracciando un percorso che inizia con la loro produzione e termina con la loro trasmissione ed esposizione. Infatti, nel passaggio da un luogo all’altro, da un tempo all’altro, da una mano all’altra, gli oggetti assorbono storie intime, familiari, collettive, politiche ed economiche, strati di significato che vanno riconosciuti ogni volta che vengono mostrati o la loro storia viene condivisa.

Queste domande sono, tra l’altro, al centro del recente dibattito sulla restituzione delle opere d’arte saccheggiate dalle collezioni e conservate nei musei europei. Senza dubbio ci parlano del collezionismo come esercizio di supremazia, come azione di appropriazione. L’atto del collezionare oggi risuona con gli antichi gabinetti di curiosità dei nobili e dei borghesi europei del XVI, XVII e XVIII secolo. Apprezzamento, fascino e persino amore erano ingredienti essenziali in questi spazi che ospitavano oggetti e fenomeni esotici, rari e inspiegabili. I responsabili delle wunderkammer erano spesso figure eccentriche che custodivano con fervore i loro segreti e li condividevano con un pubblico altrettanto affascinato. In questo senso il libro di Marco Riccòmini con le sue settanta perle di saggezza si associa idealmente agli appelli di società internazionali che nelle loro transazioni testimoniano la voglia di un’utenza resuscitata della recente pandemia che ha recuperato il piacere del collezionismo, testimoniato da un incremento del tre per cento, rispetto alle transazioni del mercato  internazionale pre-pandemico.

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