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FRANCESC CATALÀ-ROCA “LAS IMÁGENES QUE CUENTAN NUESTRA HISTORIA” – MADRID

Museo della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando – Madrid

 

Francesc Català-Roca (Valls, 1922 – Barcellona, ​​​​1998) è uno dei nomi di spicco della fotografia europea contemporanea è da considerarsi il rinnovatore della fotografia spagnola degli anni Cinquanta dentro una concezione neorealistica dell’immagine che sa raccontare magistralmente  la quotidianità, diventando lo specchio di quel periodo nella memoria collettiva spagnola. Francesc Català Roca è stato un grande fotografo documentarista spagnolo che con la sua capacità di ritrarre istantanee di vita quotidiana, in un viaggio attraverso le diverse città spagnole, ha raccontato per immagini un compendio della recente storia spagnola: la sua gente, la cultura, le tradizioni e i modi di vivere, nel mostrare i cambiamenti in atto nell’economia e nell’architettura del paese che incominciava lentamente a riprendersi dalle devastazioni della guerra civile. Le sue fotografie ci consentono di respirare quell’epoca, di una Spagna in bianco e nero, protesa verso il il futuro .

  

Definito dal ” EL PERIÒDICO DE CATALUNYA” come il Cartier-Bresson spagnolo, Català Roca ha unito ad uno straordinario talento visuale, un lavoro tecnico meticoloso ed ossessivo. In poco tempo, il fotografo catalano si impone alla ribalta nazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti,  tra i quali il “Premio Nacional de Artes Plásticas” nel 1982,  che la Spagna assegna, per la prima volta dalla sua istituzione,  ad un fotografo. 

 

Le immagini di Català-Roca ci portano in viaggio attraverso la Spagna. Un bianco e nero incisivo restituisce l’atmosfera di un Paese dilaniato dalla guerra civile. Un Paese povero, provinciale, con scarsi contatti verso l’esterno, ma allo stesso tempo vivace, instancabile e irriducibile nella voglia di andare avanti. Le sue fotografie, chiare e impattanti, registrano la espressività di un gesto o l’energia di un movimento, concentrandosi nei dettagli simbolici. Punto di vista, inquadratura e architettura dell’immagine diventano elementi decisivi per fermare la storia. La tragedia della quotidianità viene mostrata mediante composizioni che restituiscono allo stesso tempo i due piani della verità e della bellezza.

 

Insieme alle immagini mitiche della Gran Vía o della metropolitana di Madrid e ai ritratti di personaggi come Salvador Dalí o Joan Miró, la mostra ci avvicina ad altre immagini sconosciute e inedite come alcune fotografie di famiglia o quelle scattate a colori durante il loro soggiorno a New York alla fine degli anni ottanta. 

La sua sfaccettatura di ritrattista ci mostra sia la povertà dei quartieri marginali, con immagini di venditori ambulanti, fattorini, lustrascarpe o venditori di ceramiche, sia l’eleganza della borghesia che va al Liceo.

Lo stile personale di Català-Roca si consolida negli anni Cinquanta, dopo aver lavorato fin dall’età di tredici anni nel laboratorio di fotografia sperimentale del padre, aprendone a ventisei uno proprio. Seppe riassumere le conoscenze tecniche acquisite in questa fase con le tendenze fotografiche del periodo tra le due guerre e metterle al servizio di una fotografia che rendesse conto della realtà del paese in cui viveva. 

   

Ciò ha portato a lavori eccezionali come quelli che ha realizzato a Madrid e Barcellona, ​​​​entrambi i libri pubblicati dalla casa editrice Destino nel 1954.

Il suo lavoro multidisciplinare non si limita alla fotografia documentaria umanista, ma sviluppa anche un importante corpus di fotografia architettonica, ritratti, fotografia industriale, ceramica e artigianato, arte, oltre a numerosi documentari, tra cui La ciudad condal en otoño (1951), Living Stones (1952) o Salineros de Ibiza (1954).

   

A partire dagli anni ’70 concentra il suo lavoro e la sua ricerca sulla fotografia a colori, che vede come un nuovo linguaggio e una forma necessaria e naturale, anche se non abbandona mai del tutto il suo lavoro in bianco e nero.

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