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LEGGE DI BILANCIO 2023: Riassunto critico ( 1 e 2)

 Economia & Finanza / 

LEGGE DI BILANCIO 2023: Riassunto critico ( 1 e 2)

di Mario Travaglini

Questo saggio ricomprende anche il testo già pubblicato sullo stesso tema nel precedente articolo dal dr Mario Travaglini nostro esperto di Economia e Finanza. Pensiamo così di mettere il lettore nelle condizioni di poter inquadrare in maniera compiuta la critica del documento della Legge di Bilancio  2023 messa a punto dal titolare di questa Rubrica.   (plp)

 

 Il Senato, con il voto di fiducia del 29 dicembre 2022, ha concluso l’iter istituzionale  sulla legge di Bilancio 2023, approvando  senza modifiche il testo ricevuto dalla Camera dei Deputati, evitando in tal modo il ricorso all’esercizio provvisorio. Un risultato affatto scontato, specie se  si tiene conto della circostanza che l’esecutivo è stato posto in carica solo dal 22 ottobre 2022 e che le questioni economiche  europee andavano armonizzate sia con oggettive esigenze interne e sia anche con quelle, ovviamente, di bandiera della coalizione che oggi guida il Paese. Non partecipo alla puerile,sterile e stucchevole baruffa tra chi condanna in toto il provvedimento e chi, invece, ne magnifica oltre ogni limite tutti i contenuti. Mi limiterò, pertanto, ad esaminare  dal punto di vista critico le misure più significative della manovra cercando di coglierne gli aspetti che possono in qualche modo avere effetti sulla economia del nostro paese. Preliminarmente osservo che il solco tracciato dal precedente Governo Draghi è stato mantenuto, destinando 21 miliardi dei 35 disponibili al caro bollette onde alleviare le difficoltà di spesa per le famiglie e le imprese. Ragionando sui 14 miliardi che restano  rilevo che :

PENSIONI : viene ufficialmente accantonata la cosiddetta legge Fornero introducendo per l’anno 2023 un nuovo schema di anticipo pensionistico :  Quota 103. Questo permette di essere collocati in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età.  E’ il caso di precisare che il provvedimento  vale solo per il 2023, in attesa di una riforma complessiva del sistema pensionistico italiano che cosi com’è non potrà reggere negli anni a venire. La norma inoltre prevede una decontribuzione del 33% (bonus Maroni) da applicare a  coloro i quali decidono di restare al lavoro anche se hanno maturato i requisiti per l’erogazione dell’assegno pensionistico. Una ulteriore novità riguarda il lavoro femminile; viene infatti modificata l’Opzione donna, ossia la possibilità di andare in pensione a 58 anni per chi ha due figli o più, a 59 anni se si ha un figlio, e a 60 anni negli altri casi. E’ stato deciso sia un aumento delle pensioni minime per gli ultra 75enni, che dal primo gennaio passeranno a 600 euro, e sia la rivalutazione delle pensioni  sulle quali  l’INPS fornirà i dettagli su aumenti, importi e calendario dei pagamenti. Tuttavia, dato il peso sociale della materia, ritengo utile aggiungere che il nuovo nuovo sistema di calcolo a sei fasce va a sostituire quello vecchio a tre fasce, permettendo di rivalutare per  intero solo gli assegni fino a 2.101,52 euro (4 volte il minimo) con un tasso di aumento del 7,3%. Per gli importi superiori a 2.101,52 euro, viceversa, intervengono altre 5 fasce con un tasso di rivalutazione più basso, che va dal l’85% al 32% via via che l’assegno aumenta. In sostanza chi ha una pensione fino a 2.101,52 euro continuerà ad ottenere un beneficio pieno in termini di aumento, chi ha una pensione più alta di 2.101,52 euro sarà svantaggiato perché l’aumento sarà inferiore rispetto al passato . Uno svantaggio che dura almeno dal 2008, da quando il potere politico, con la complicità della Consulta,  ha deciso di infierire sulla rivalutazione annuale di quelle pensioni ritenute medio-alte  che, evidentemente, così facendo, non riescono minimamente a mantenere la sostanziale invarianza del loro potere d’acquisto.

   VOTO : 4Soprattutto perché quest’ultima  norma contravviene ad un sacro principio di liberalità e mortifica tutti coloro che hanno versato per una vita lavorativa  contributi pieni, oltre, in certi casi,  anche quelli salatissimi dovuti per il riscatto dei  periodi di studio .

SANITA’ : –  Al servizio sanitario Nazionale sono state destinate risorse per circa 2,3 miliardi di Euro. In termini assoluti è uno stanziamento assolutamente insufficiente, stante la situazione di precarietà del settore e le note vicende di una pandemia non completamente debellata. Pur tuttavia la spesa prevista rappresenta il 16,4%  dei 14 disponibili, ponendo  questo settore al secondo posto dopo quello del caro bollette. E’ evidente che questo non basta e che occorre trovare con urgenza una soluzione di ordine finanziario capace di migliorare la qualità e la tempistica dei servizi, evitando, nel contempo, l’allungamento delle liste di attesa e la degenerazione dei rapporti con il personale sanitario al quale vanno riconosciuti stipendi in linea con quelli del resto d’Europa e turni di lavoro più umani. Pertanto, se l’esecutivo intende accelerare la risoluzione del problema e mettere mano da subito alle varie questioni sul tappeto, restano ben poche alternative: curvare alcuni fondi del PNRR verso questo settore o chiedere l’utilizzo dei fondi del MES all’uopo previsti  e mai richiesti alla Comunità Europea.  Ma, al di là di quella che potrà essere la scelta adottata, è necessario in ogni caso rivedere tutti i meccanismi di spesa,ivi compresi quelli  per attrezzature medicali e farmaci, togliendo alle lobby il potere di governare questo mercato. Tre  esempi possono bastare per avere contezza di quanto denaro pubblico viene sperperato dal nostro Servizio Sanitario Nazionale: il farmaco Eylea, utilizzato per le punture intravitreo, costa in Italia Euro 1.102,23 mentre in un paese Euro nostro confinante costa solo 640,71; il farmaco Augmentin 500, utilizzato come antibiotico per le vie respiratorie, costa in Italia  Euro 10,20 per 12 compresse  mentre nello stesso paese estero solo euro 7,87 per 24 compresse; infine il farmaco diprosone 0,05, utilizzato in  dermatologia per gli eritemi costa al nostro SSN Euro 14,75  mentre nel paese estero solo 3,89 .

Per finire segnalo che è stato predisposto un incremento di 200 milioni dell’indennità di pronto soccorso quale riconoscimento delle particolari condizioni di lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e dal personale del comparto sanità, dipendente delle aziende e degli Enti del Servizio sanitario nazionale .

VOTO : 6 di incoraggiamento.

FLAT TAX E CUNEO FISCALE : –  La norma prevede che la tassa piatta del 15% si applicherà ai ricavi fino a 85.000 euro anziché fino ai 65.000 attuali.  Ciò significa che nel 2023 la flat tax per il regime forfettario sarà concessa entro un tetto più alto di reddito. L‘imposta sostitutiva al 15%  si applicherà in luogo delle aliquote ordinarie IRPEF e addizionali alle partite IVA con redditi non superiori a 85.000 euro.  La misura riguarda tutti i lavoratori autonomi e le partite IVA con ricavi e compensi annuali non superiori alla soglia fissata, a prescindere da categoria e settore.

Per il resto, le regole sono le stesse del 2022, specie in caso di superamento della soglia di reddito. In particolare, nel caso gli interessati dovessero superare il tetto reddituale nel periodo d’imposta di riferimento, si presenterebbero le due seguenti possibilità:

  a) in caso di ricavi o compensi di ammontare compreso tra 85.001 euro e 100.000 euro, il regime forfettario cessa di avere applicazione a partire dall’anno successivo; b) in caso di ricavi o compensi di ammontare superiore a 100.000 euro il regime forfettario cessa di avere applicazione immediatamente ossia dall’anno stesso.        Una novità assoluta riguarda la flat tax incrementale prevista al comma 45. Essa è una facoltà utilizzabile unicamente dgli autonomi e imprese non in regime forfettario. Cio significa che con questo meccanismo viene applicata l’aliquota sostitutiva del 15% (al posto delle aliquote ordinarie IRPEF e addizionali) solo alla quota dell’incremento di reddito limitatamente all’anno 2023, parametrato al più alto reddito dichiarato nei 3 anni precedenti (2020, 2021, 2022) e assoggettato all’IRPEF. La tassa piatta, quindi, viene applicata solo al “differenziale” percepito e non a tutto il reddito. La base imponibile non può comunque superare 40.000 euro e l’eventuale eccedenza viene assoggettata ad imposizione IRPEF secondo i criteri ordinari. A detta soglia si aggiunge la franchigia pari al 5% dell’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, che resta assoggettata regolarmente all’IRPEF. In pratica, quindi, la minore aliquota troverà applicazione solo qualora l’incremento sia maggiore del 5% del reddito “di confronto”, vale a dire il più elevato del triennio precedente al 2023. Per maggiore chiarezza facciamo un esempio:

  Ipotizziamo il caso di un contribuente che, in sede di dichiarazione dei redditi 2024, valuti la convenienza o meno di prendere in considerazione l’applicazione della Flat tax incrementale e che abbia conseguito redditi d’impresa e di lavoro autonomo nei seguenti periodi d’imposta:

PERIODO D’IMPPOSTA
REDDITOdi riferimento
Anno 2023
90.000 euro
Anno 2022
60.000 euro
Anno 2021
35.000 euro
 Anno 2020
50.000 euro

Al fine della determinazione della base imponibile, sulla quale applicare l’aliquota del 15%, si dovrà innanzitutto calcolare la differenza tra:

  • il reddito conseguito nel 2023 pari a 90.000

  • e il reddito più elevato del triennio 2020-2022, che nel nostro esempio corrisponde a quello conseguito nel 2022 pari a 000 euro.

Avremo quindi una differenza pari a (90.000 – 60.000) = 30.000 euro

Dal tenore della norma, per determinare la base imponibile, si dovrà decurtare dalla differenza il 5% dell’importo del reddito più elevato registrato nel triennio, ovvero a 3.000 euro (60.000 x5%). Otterremo una base imponibile pari a 27.000 euro (30.000 – 3.000), sulla quale dovrà essere applicata l’aliquota del 15%.                                 L’imposta sostitutiva sarà pari a 4.050,00 euro (Flat tax).                                             A ben vedere si tratta quindi di una misura che premia la crescita e chi, in questi anni difficili, è riuscito a fare meglio e a dare una svolta positiva alla propria attività d’impresa o professionale.                                                                                                    Per quanto riguarda la parte inerente il cuneo fiscale la norma introdotta consentirà un aumento dello stipendio mensile da 19,25 euro a 32,85 per tutti i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35.000 euro. Questa disposizione affianca  quella già stabilita dal Decreto Aiuti Bis introducendo un nuovo sconto contributivo del 3% che si applicherà, però, solo ai lavoratori con redditi fino a 20.000 euro. Qualche esempio potrà aiutare a spiegare meglio la norma:

  • chi guadagna 10.000 euro all’anno, riceverà 231 euro annui, cioè 19,25 al mese, in più;

  • chi guadagna 15.000 euro all’anno, riceverà 346 euro annui, cioè 28,88 al mese di aumento;

  • chi guadagna 20.000 euro all’anno, riceverà 395 euro all’anno, cioè 32,92 al mese in più;

  • chi guadagna 25.000 euro all’anno, riceverà 329,23 euro annui, cioè 27,44 mensili in più;

  • chi guadagna 30.000 euro all’anno, riceverà 395,08 all’anno, cioè 32,92 al mese di aumento;

  • chi guadagna 35.000 euro all’anno, riceverà 394,23 euro annui, cioè 32,85 mensili di aumento.

Voto: 7-  Stando a quanto dichiarato dall’esecutivo, questo, tra l’altro, “è un passaggio che rientra in uno schema più ampio che punta a portare il taglio del cuneo fiscale al 5% entro i prossimi 3 anni”.  Per il momento fidarsi non costa nulla.   

REDDITO DI CITTADINANZA : La disposizione modificativa è contenuta nell’articolo 1, commi dal 313 al 321,  della Legge di Bilancio in vista di una sua completa riformulazione volta, da un lato, a introdurre una riforma di accompagnamento e reintegro nel modo del lavoro e, dall’altro, a tutelare solo le persone più bisognose e non anche quelle che sono nella condizione di lavorare o che non vogliono farlo. Le novità per il 2023 riguardano la durata, la formazione, la perdita del beneficio, l’obbligo scolastico, la residenza  e il pagamento della quota di affitto. Più nel dettaglio vediamo che :                                                                                                   – la durata massima del beneficio è di sette mesi anziché 18, che però resta in vigore solo per i nuclei famigliari con minori, con persone disabili e con persone di età uguale o superiore ai 60 anni.

  – la formazione diventa un elemento essenziale, nel senso che i beneficiare del reddito compresi nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico potranno percepire l’assegno solo previa iscrizione  e frequenza  di percorsi di istruzione  di primo livello o,comunque, funzionali all’adempimento; inoltre i cosiddetti soggetti occupabili, compresi tra i 18 e i 59 anni di età, devono essere inseriti per un periodo di sei mesi in un corso di formazione e/o riqualificazione professionale la cui mancata frequenza determina la perdita del sussidio;

  – il beneficio viene perduto con il rifiuto già della prima offerta di lavoro anche se non congrua e non più alla seconda, anche se perviene nei primi 18 mesi di fruizione. –  è obbligatorio risiedere in Italia per l’intera durata del sussidio pena la decadenza immediata.  In tale ambito è stato chiarito che  il maggior reddito derivante da contratti di lavoro occasionale o stagionale  non concorrerà al calcolo del beneficio economico fino ad un ammontare di Euro 3.000 lordi, di tal ché vanno inviati all’INPS solo i redditi eccedenti tale limite.

 –  Se il percettore del reddito di cittadinanza è titolare di un contratto di locazione il relativo canone dovrà essere scomputato totalmente o parzialmente  dall’assegno mensile e corrisposto direttamente al locatore fino ad un massimo di 280 euro/mese.

VOTO : 8 –  più volte ho avuto modo di dire che “quando si elargisce un sussidio non si vuole generare una situazione di benessere ma una dipendenza tossica dallo Stato, elevando il parassitismo a stile di vita ed  avendo la recondita idea di creare un serbatoio perenne di voti che diventa la classica trappola di povertà”. Bisogna capire che la libertà e la dignità avvivano solo dal lavoro e che la cultura del fare, la cultura del sacrificio, la cultura del rischio  è la sola che fa sbocciare la personalità dell’individuo. Chi non lo capisce non sarà mai libero né avrà mai vita dignitosa.

           LA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2023 : RIASSUNTO CRITICO

– Seconda Parte –

TEGUA FISCALE –  Nessun condono ma una “pace fiscale” che cancella le cartelle esattoriali fino a 1.000 euro antecedenti al 2015 incagliate e di difficile esazione, rateizza quelle di soglia superiore e introduce una multa unica al 3 o al 5%. Annullati tutti gli oneri extra per la riscossione per semplificare e garantire introiti alle casse statali. Si tratta nella pratica di una tregua fiscale pensata per andare incontro ai contribuenti in difficoltà a causa della pandemia e del rincaro prezzi.

VOTO 7.

FAMIGLIA – Incremento dell’assegno unico e universale per i figli a carico. Dal primo gennaio 2023 è previsto un incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con una età compresa da uno a tre anni per le famiglie con tre o più figli e con ISEE fino a 40.000 euro. Prevista anche una maggiorazione del 50% dell’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli. Sono confermate e rese strutturali le maggiorazioni. E’ previsto un assegno unico per ciascun figlio con disabilità a carico senza limiti di età. Per il congedo parentale è previsto un ulteriore mese di congedo facoltativo di maternità o, in alternativa, di paternità, retribuito al l’80% e  fino al sesto anno di vita del bambino.

VOTO 7.                                                           

LAVORO OCCASIONALE –  Finalmente tornano i  voucher per il lavoro occasionale, ossia la forma di pagamento alternativa per il lavoro accessorio o per prestazioni saltuarie; a tal fine viene innalzata la soglia di reddito annuale entro la quale si è considerati lavoratori occasionali, si passa da cinque a diecimila euro. E questo varrà anche per il lavoro stagionale in agricoltura, a patto che  non vengano superati i 45 giorni/anno. I cosiddetti “buoni lavoro”, cancellati nel 2017, possono essere utilizzati oltre che per il settore dell’agricoltura anche  per il comparto HO.RE.CA. (industria alberghiera), per le attività di cura della persona, per il lavoro domestico, nonché per le discoteche, night club, sale da ballo e strutture simili.

VOTO 7 . Questo provvedimento a lungo atteso dalle categorie interessate rappresenterà un aiuto a tutte quelle attività che non possono permettersi un personale a tempo pieno e andrà a ridurre il lavoro nero  nel settore.

BONUS EDILIZIA  Per agevolare i condomini che avevano avviato e non concluso il loro progetto edilizio è stata prorogata al 31 dicembre 2022 la data per la presentazione della CILA per il Superbonus110% . Per tutti gli altri, salvo alcuni casi particolari, la detrazione dal 2023 scende al 90% . In particolare, dal 1° gennaio 2023 la detrazione del Superbonus passa dal 110 al 90 % , escluso il caso degli interventi sulle unità unifamiliari per le quali  il bonus – che sarebbe scaduto a fine 2022 – rimane in vigore al 110%  fino al 31 marzo 2023  a condizione che al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento finale previsto da progetto. L’accesso alla detrazione al 90%  dal 1° gennaio 2023 è comunque subordinato al fatto che si tratti di prima casa e che il contribuente possegga un reddito sotto i 15.000 euro variabile in base al “quoziente familiare” secondo un nuovo sistema di calcolo le cui indicazioni operative saranno comunque chiarite con la pubblicazione del Decreto Aiuti Quater e con interventi dell’Agenzia delle Entrate .

VOTO: 7 . L’aberrazione tecnica, economica,contabile e giuridica  contenuta nella disposizione istitutiva del bonus al 110% viene finalmente rimossa ed avviata a nuova soluzione. Non s’era mai visto in una economia di mercato occidentale che uno Stato si faccia carico non solo dell’intera spesa sostenuta dal cittadino ma di assegnargli anche un premio aggiuntivo del 10%. Altro che finanza creativa, questa è stata una chiara operazione sabotaggio del debito pubblico con annesso  il malcelato intento di fabbricare voti per la parte politica che ha promosso e sostenuto la norma.

VARIE :

  • Le accise sulle sigarette salgono a circa 70 centesimi per pacchetto e vengono detassate le mance per i camerieri. –

  • Prorogato fino al 2025 anche il  bonus barriere architettoniche, misura che si affianca al nuovo bonus acquisto  case green.  Potenziato anche  il bonus mobili  il cui tetto di spesa sale a 8.000 euro per il 2023 rispetto ai 5.000 euro del 2022.

  • Sono prorogate per il prossimo anno le garanzie sui mutui prima casa per i giovani sotto i 36 anni e con un Isee che non supera 40 mila euro.        –

  • Viene confermato l’aumento al tetto dell’uso del contante, che passa da 1.000 a 5.000 euro. Sono state recepite le indicazioni europee connesse al favorire lo sviluppo di pagamenti digitali come previsto nel Next Generation EU e nel programma italiano del PNRR, eliminando l’importo minimo.

  • Le nuove risorse per Scuola e Università riguardano le azioni per promuovere e potenziare le competenze e le discipline STEM in tutti i livelli del sistema educativo di istruzione e formazione, ivi comprese le competenze digitali e metodologie didattiche innovative. E’ stata prevista una tranche aggiuntiva,  dopo lo stanziamento di 85,8 milioni, per integrare il trattamento salariale ai docenti. C’è una nuova determinazione dei criteri per la definizione dell’organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA) e la sua distribuzione tra le Regioni. E’ previsa altresì l’istituzione  di un  Fondo di valorizzazione del personale scolastico di 150 milioni di euro per il 2023 e il potenziamento del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche di 4,2 milioni di euro nonché una riforma inerente il reclutamento e l’assegnazione degli incarichi (anche temporanei) dei dirigenti tecnici. Incrementato di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 anche il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, da destinare agli studenti universitari e AFAM, con particolare attenzione ai disabili (1 milione di euro annui, a decorrere dal 2023). Stanziati, infine, 5 milioni in più per il 2023 in favore di borse di studio per i medici di medicina generale che partecipano a corsi di formazione specialistica.

  • Iva ridotta al 5% su prodotti per l’infanzia, compresi cibo e seggiolini per l’automobile.

VOTO ALLE VAERIE : 4  (E’ una media tra le illiberalità contenute nel  tetto posto all’uso del contante e nella apertura concessa alla introduzione della moneta virtuale  (voto 2) e il resto delle varie (voto 6 ).

In generale la manovra sembra ispirata da criteri di prudenza e di equilibrata valutazione dello scenario macroeconomico, con una previsione di crescita fissata ottimisticamente allo 0,6%   Il deficit primario, ovvero quello che si ha al netto degli interessi, si dovrebbe ridurre di oltre un punto rispetto al pre-consuntivo del 2022. I mercati, come l’Europa, sembrano aver apprezzato l’impianto generale della manovra.

Se il disegno complessivo sembra in parte ricalcare i principi del precedente governo, operando in sostanziale continuità, pur aprendo a interventi di bandiera in controtendenza, ad esempio, rispetto a quanto pianificato nel PNRR ciò che lascia un po’ perplessi è la quasi totale assenza della descrizione delle coperture.

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